
In questo teatrino italiano in cui si prosegue tra la normalità, che sembra ormai essere divenuta l’assenza di cultura, e l’incertezza riguardo l’apertura delle scuole (marcata dalle proteste degli studenti, ormai estese a tutta Italia[UdMO1] [UdMO2] dopo essere state prima a Torino, Napoli, Roma e poi a Milano), segnaliamo una iniziativa che potrebbe interessare numerosi insegnanti e professori appassionati per il proprio lavoro. Da diversi mesi, inizialmente con maggiore enfasi ora già decisamente con meno visibilità, la questione Amazzonia è tornata alla ribalta. Forse una delle cause imputabili alla discontinuità del tema, sta proprio nel volerlo relegare a una “questione” che tutto sommato, appartiene ad altri.
Perché “la questione indigena” ci riguarda? Di certo bisognerebbe provocare un radicale cambiamento nel guardare alle popolazioni indigene come fossero un misto tra “stregoni” capaci di produrre porzioni magiche che apriranno le vie ad altri mondi (dopo che questo ce lo siamo già ciucciato tutto, come direbbe Krenak), oppure “atleti” capaci di sorreggerci sulla testa un cielo in caduta libera (mentre noi ce ne stiamo comodamente appesi, come fa pensare Kopenawa). Bisognerebbe che ognuno si assumesse le proprie responsabilità, magari imparando a farlo sin da piccoli. Diverremmo cittadini attivi. Forse è la nostra ultima speranza.
Per questo esistono strumenti per scoprire altri modi di vivere, di pensare e di fare che possono essere presentati nelle scuole a ragazze/i e bambine/i sin dalla più tenera età. Sono belle, bellissime, le varie iniziative indipendenti promosse come alternative o in soccorso a un sistema scolastico pubblico piuttosto allo sfascio (tra queste Territori Educativi – Comunità delle Scuole Aperte Partecipate in Rete), ma sarebbe necessario poter agire all’interno di questo sistema per cercare – con grande fatica – di modificarlo, o magari anche solo aggiornarlo. Come per tutti i campi dello scibile, questa è una esigenza primaria.
Così Survival Italia produce un kit didattico molto approfondito, dal titolo ConTatto, che racconta dei popoli indigeni del mondo ed è destinato alle elementari e alle medie. Può essere un utile strumento di aiuto a tutte/i (e ce ne sono molti) quegli e quelle insegnanti, professori e professoresse, che quotidianamente cercano di fare del loro meglio per garantire non solo un percorso educativo ma anche formativo, di qualità e attenzione ai propri studenti.
Originariamente prodotto da Survival Londra con il titolo We the World, il kit è alla sua seconda edizione italiana ed è stato utilizzato in numerose scuole europee. La seconda edizione è stata arricchita da due schede-laboratorio sulla percezione della diversità e sul commercio equo e solidale.

All’interno del kit ci sono proposte di attività e approfondimenti per i bambini, per realizzare un percorso in classe, e una guida per l’insegnante. In seguito ai fatti avvenuti qualche settimana fa al Campidoglio di Washington DC non pochi sono stati i tweets e posts provenienti dal sud del mondo che esprimevano preoccupazione riguardo il supposto civilizzato nord. Allo stesso modo il KIT presenta quattro giovani indigeni – un ciukci siberiano, un giovane pigmeo ba-aka del Congo, una ragazzina yanomami dell’Amazzonia e un piccolo boscimane gana del Botswana – raccontando la loro vita di tutti i giorni, i giochi e le preoccupazioni per il futuro – predominantemente definito dal nord – attraverso sedici lettere “autografe” indirizzate ai loro coetanei europei.
Tra i materiali del kit c’è anche la carta dei popoli, un planisfero che mostra le regioni in cui vivono alcuni degli oltre 5.000 popoli indigeni della Terra (ideale per introdurre il tema della straordinaria diversità culturale del nostro pianeta, che, differentemente da quello che i nostri governanti ci vogliono fare credere, rappresenta una delle ricchezze più importanti per il futuro dell’umanità). Completano il kit due schede rivolte agli insegnanti utili a costruire percorsi interattivi e interdisciplinari sul razzismo e sul commercio equo e solidale.
Ricorda bell hook:
“L’aula rimane lo spazio che offre le possibilità più radicali nell’accademia […] Celebriamo l’educazione che permette le trasgressioni, un movimento contro e oltre le frontiere. È questo movimento che trasforma l’educazione in una pratica di libertà”. (Teaching to Transgress, 1994*). LEGGI ANCHE Il piacere dell’insegnamento come atto di resistenza

Il kit può essere richiesto a fronte di un piccolo contributo per le spese di stampa e spedizione di 12 euro per una copia, 18 euro per 2 copie, 35 euro per cinque copie e 6 euro cad. oltre le sei copie. Per maggiori informazioni, richieste di invio e modalità di pagamento: tel. 02 8900671 e .
* Il libro è disponibile nella traduzione italiana: Insegnare a trasgredire. L’educazione come pratica della libertà, Meltemi 2020
[UdMO2]https://www.repubblica.it/scuola/2021/01/07/news/scuola_le_proteste-281506161/ ma é del 7.01
idem 11.01 https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Presidio-degli-studenti-davanti-la-Prefettura-a-Roma-844a83bb-fb71-4a1c-9cc1-c537474c35dc.html#foto-1