Assumersi la responsabilità di reinventare con bambine e bambini l’educazione alla pace significa, ad esempio, promuovere laboratori di approfondimento e creatività, proporre gesti simbolici come indossare una fascia bianca al braccio, immergersi in letture e canti. Ma significa anche mettere insieme scuole, associazioni, cittadini e amministratori locali e imparare a riabitare i luoghi destinati all’incontro e alle scelte condivise, come le piazze o i palazzi comunali. Sguardi sul mondo dalla città di Recanati

In seguito a un laboratorio di creatività proposto dal Comune di Recanati e animato da alcune docenti volontarie sul tema della pace, nello scorso periodo natalizio, l’elaborato riportante la parola “PACE” che è stato costruito è stato installato sotto il loggiato del Palazzo comunale, per sottolineare l’adesione dell’amministrazione comunale al difficile tema, riapertosi fragorosamente in tutta la sua importanza alle porte dell’Europa. In considerazione del fatto che la violazione della pace è ancora prepotentemente in atto in una paese molto vicino a noi, si è inteso ribadire il messaggio di pace proprio in occasione del 24 febbraio, che segna un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina a seguito dell’invasione da parte russa.
Grazie a una consolidata collaborazione con i due istituti comprensivi presenti in territorio comunale, alcune sezioni di scuola d’infanzia e classi di scuola primaria sono state invitate a partecipare a un incontro alla presenza di rappresentanti dell’amministrazione comunale nella piazza centrale della Città, in cui è ospitato un maestoso palazzo comunale, eretto in occasione del primo centenario della nascita di Giacomo Leopardi. Seguendo la campagna lanciata da Emergency “Uno straccio di pace”, bambini, bambine, insegnanti e le rappresentanze dell’amministrazione locale hanno indossato al braccio una striscia bianca di carta o di stoffa.
In pochi giorni le adesioni sono fioccate numerose, tanto da arrivare ad avere bambini e bambine presenti in numeri tali da poter abbracciare l’intera Piazza. In un simbolico girotondo si sono avvicendati nella lettura di brevi testi e nella condivisione di messaggi che hanno permesso una comune riflessione, scandita dalla parola Pace, sollevatasi come un comune grido alle istituzioni preposte a prenderlo in considerazione e portarlo a compimento.

Ai bambini e alle bambine è stato indicato il Palazzo comunale come la loro casa, in cui possono trovare ascolto e protezione ogni giorno, attraverso le azioni di governo locale e il lavoro giornaliero degli uffici, entro i quali sono sempre considerati a pieno titolo cittadine e cittadini dell’oggi.
Al girotondo che si è formato al ritmo di una canzone il cui verso ripetuto insieme è “La parola che più ci piace è pace, pace, pace” si sono uniti anche i rappresentanti dell’amministrazione locale (con sindaco, vice sindaco e assessora), a indicare l’essere fianco a fianco, il collaborare in modo orizzontale, l’essere al servizio del benessere della comunità. Un messaggio intenzionale, che nasce dalla consapevolezza che la politica e la cittadinanza sboccino da una comune radice e possano crescere insieme solo se congiunte, come indica l’etimologia stessa della parola, che deriva dal greco.
La pace si coltiva anche con azioni simboliche e con il coinvolgimento nella vita pubblica delle giovanissime generazioni, nutrendo la loro mente con esperienze di cui probabilmente non saranno in grado di cogliere subito la profondità di significato, ma che resterà loro almeno come il ricordo di una Piazza a loro disposizione, in cui la loro sola presenza ha fatto sì che persino l’auto dei vigili urbani, parcheggiata di fronte all’ufficio che è ospitato nel palazzo comunale, lasciasse spazio e potere ai loro girotondi. Resterà loro l’immagine di un sindaco che, chiamato a dare qualche informazione, si ferma a lungo a illustrare il senso delle bandiere che sventolano sulla facciata della sede municipale, improvvisando una sintetica lezione di educazione alla cittadinanza, partendo dal significato delle stelle sul vessillo europeo, fino allo stendardo coi colori della nostra Città e a quello della pace, presente da un anno perché dal primo giorno il Comune di Recanati ha indicato la via della diplomazia come unica soluzione al conflitto in corso.
Resteranno forse alcune parole a loro indirizzate dagli amministratori presenti, che hanno sottolineato come la guerra sia la cosa più brutta che possa capitare in una vita e che bisogna impegnarsi perché scompaia definitivamente, in tutte le parti del mondo, anche se questo è il compito degli adulti e loro sono qui per ricordarglielo. Resterà una piccola traccia dell’idea che possiamo andare a scuola, possiamo mangiare, possiamo giocare, possiamo passeggiare, possiamo stare insieme, possiamo cantare e dialogare perché abbiamo un bene prezioso e intangibile: la pace.
E a qualche nonno e genitore, qualche passante incuriosito, qualche avventore attratto dal vocio e dai colori di una piazza viva e vivace, che ha ospitato un momento di partecipazione senza differenze, potrà restare l’emozione di una atmosfera collaborativa e la rappresentazione di un momento di vita democratica vissuta, scandite dal jingle ripetuto più e più volte, con grande energia: “La parola che più ci piace è pace, pace, pace…”.
Paola Nicolini, assessora Comune di Recanati, delegata alla Città delle bambini e dei bambini
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