Il movimento delle scuole aperte partecipate è in ogni regione, pur tra tante differenze e difficoltà, in crescita. A Roma esiste una rete di associazioni e anche il Comune di Roma ha cominciato a interessarsi al tema, del resto si moltiplicano le approvazioni dei regolamenti per l’amministrazione condivisa dei beni comuni. Di certo, come conferma questo racconto dell’Associazione Anita che da dieci anni coltiva questo tipo di esperienza presso la Garibaldi (IC Via Caneda) insieme ad altre realtà locali e a tante insegnanti, nelle scuole aperte continuano ad accadere cose meravigliose che andrebbero studiate nelle università, come la scuola di italiano promossa nei mesi scorsi da un gruppo di nonne per mamme di recente origine migratoria. Eppure da questa settimana Anita si trova chiusa fuori dalla scuola: “Non sappiamo nemmeno se potremo annaffiare il frutteto che abbiamo fatto con i bambini e le bambine – scrive Valentina Pescetti di Anita – Le albicocche e le pesche cadranno mature. Il tavolo su cui ci incontriamo per fare scuola di italiano e per giocare e fare merenda insieme sarà deserto. Siamo stanche, ma non vogliamo arrenderci. Aiutateci a tenere aperta questa scuola di comunità…”

Giovedì 7 giugno si è concluso il primo passo – fondamentale – di un percorso di comunità accogliente che parte da un’associazione di genitori e amici della scuola (IC Via Caneda di Roma, zona San Giovanni). Tre nonne dell’associazione ANITA hanno creato una scuola di italiano per mamme di recente origine migratoria, alcune in Italia da anni e mai integrate, alcune che non sapevano pronunciare più di tre parole in italiano, pur vivendo da anni nel nostro paese, pur avendo figli che frequentano la scuola primaria. Patrizia, Giacomina e Antonietta non hanno solo insegnato loro i primi rudimenti di italiano, ma anche e soprattutto si sono sedute accanto a loro, le hanno ascoltate, hanno fatto fatica insieme e insieme hanno sentito la gioia di vedere che una scuola, quando si apre alla partecipazione attiva dei cittadini e delle cittadine, diventa scuola per tutta la comunità. È questa la scuola che vorremmo, tutti i giorni, una scuola che fa crescere la comunità e il benessere. Noi dell’associazione ANITA lo facciamo da dieci anni. Di sicuro abbiamo fatto errori, solo chi non fa, del resto, non sbaglia… o forse fa l’errore più grave? Di sicuro ci abbiamo messo tanta passione per chi di solito è escluso, per la natura calpestata, per la storia dimenticata…
Ora queste mamme che vedete in foto si sono iscritte tutte ai corsi CPIA (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti) di italiano (alcune anche ai corsi OSS, Operatore socio-sanitario) e continueranno con le nonne socie ANITA a fare gite… gite di conoscenza all’Italia che sa riconoscere diritti e fare comunità: il centro estivo dell’Associazione genitori della scuola Di Donato, il Consultorio di zona, la ASL per la scelta del medico di base…
Da questa settimana ANITA è senza sede, ma il percorso vuole continuare. Aiutateci, dunque, a mantenere attivo il sogno, a dare continuità a un fare pratico e profondamente politico (non partitico, politico) che va avanti da molti anni, associatevi, dateci una mano anche senza diventare soci, fate sapere al mondo che la Costituzione Italiana (articolo 118*) dice che
“Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
Aiutateci a chiedere l’applicazione del Regolamento per l’amministrazione condivisa dei Beni Comuni della Città di Roma, il sostegno del Municipio VII per l’applicazione di un Patto di Comunità che aspettiamo da un anno. Ci dicono di fare il bando per l’assegnazione degli spazi scolastici, perché dobbiamo pagare l’uso della luce e del riscaldamento nell’orto scolastico che da dieci anni stiamo curando. L’orto non ha né luce né riscaldamento, e lo stiamo curando con lavoro volontario, per fare progetti per la comunità, come quello di promuovere l’amicizia e la solidarietà tra famiglie, famiglie in Italia da sempre o da un po’ meno, famiglie povere e famiglie ricche, famiglie con tanti o con pochi problemi. Lo facciamo in sinergie con altre associazioni del territorio, con ANPI, con la Banca del tempo, con Fridays For Future, con Retake… lo abbiamo fatto e vorremmo continuare a farlo anche con le insegnanti, le meravigliose insegnanti che si impegnano per costruire comunità.
Ora, però, ANITA è senza sede: la scuola ci chiude fuori. Non sappiamo nemmeno se potremo annaffiare il frutteto che abbiamo fatto con i bambini e le bambine. Le albicocche e le pesche cadranno mature. Il tavolo su cui ci incontriamo per fare scuola di italiano e per giocare e fare merenda insieme sarà deserto.
Siamo stanche, ma non vogliamo arrenderci. Aiutateci a tenere aperta questa scuola di comunità alla quale abbiamo dato vita, ne abbiamo tutti e tutte davvero bisogno. Abbiamo tutti e tutte davvero bisogno di far crescere la comunità e la felicità. Quella comunità e quella felicità che le nostre nonne, magnifiche donne – Patrizia, Giacomina e Antonietta – ci insegnano.
Valentina Pescetti, ANITA Garibaldi APS