A Livorno c’è una zona molto popolare che prende il nome da una geografia assai lontana: Shangai, la metropoli posta sul delta del Fiume Azzurro che conta 25 milioni di abitanti. Il quartiere fu costruito negli anni Venti del secolo scorso e pare abbia preso il nome dalla sua grande distanza dal centro cittadino (l’ironia livornese è sempre stata molto creativa), ma non è da escludere che il “formicolare” della gente, dovuto a un’edilizia a grande densità abitativa, abbia avuto il suo peso. Cecilia Semplici, Dirigente dell’Istituto Comprensivo Micheli-Bolognesi, racconta che a Shangai le difficoltà culturali, sociali ed economiche si fanno sentire e dunque, per i ragazzi, il primo problema è la dispersione scolastica. Per questo da tre anni hanno promosso un accordo di rete con 36 partner di tutta Livorno al fine di sostenere i bambini in uno sviluppo e un apprendimento integrale con molte attività e percorsi laboratoriali. Uno sviluppo da capace di incoraggiare anche un’educazione alla cura dei beni comuni, alla cittadinanza attiva, alla pace e al rispetto delle differenze. Nessuno deve più perdersi per strada a Shangai
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Apprendere dall’esperienza. A Livorno
La dirigente dell’Istituto Comprensivo Micheli-Bolognesi del quartiere Shangai di Livorno è Cecilia Semplici. In un’assolata mattina ci ha raccontato delle potenzialità e delle difficoltà della sua scuola e ci ha accompagnato alla scoperta del giardino, dove ci ha mostrato un piccolo orto curato dagli studenti, con la colorata compostiera annessa, dei nuovi platani recentemente piantati lungo il perimetro del giardino e, infine, la biblioteca Niccolò Stenone, situata anch’essa lì, a lato della scuola.
In questa intervista, spiega come la scuola si impegna a fronteggiare le difficoltà dovute al contesto in cui opera, un quartiere popolare trascurato da molto tempo, ma anche gli importanti traguardi raggiunti, principalmente negli ultimi anni.
Ci può descrivere la scuola?
Il nostro Comprensivo è formato da otto plessi, di cui tre scuole di infanzia, tre primarie e due scuole di primo grado. Siamo in un’area caratterizzata da grandi difficoltà culturali, sociali ed economiche, aggravate dalla situazione risultante dal Covid-19. Perciò, da marzo del 2021, abbiamo promosso un accordo di rete con trentasei partner in tutta Livorno per condurre e sostenere i nostri studenti in uno sviluppo e un apprendimento integrale, ma soprattutto per evitarne la dispersione scolastica. L’intento dell’accordo è quello di creare un’ampia rete sul territorio e di costruire una collaborazione con gli Enti Pubblici del territorio e le associazioni per sostenere un apprendimento collaborativo tramite attività e percorsi laboratoriali e promuovendo lo sviluppo di competenze e potenzialità. Allo stesso tempo, vogliamo incoraggiare un’educazione alla cura dei beni comuni, alla cittadinanza attiva, alla pace e al rispetto delle differenze.
Per lei cos’è la scuola aperta? Pensa che sia opportuno che la scuola offra spazi e tempi ulteriori a quelli della didattica mattutina alla propria comunità?
Per me la scuola aperta è una scuola che si apre al territorio, ma soprattutto che collabora con le istituzioni e con i cittadini, con lo scopo di offrire attività extracurriculari di ampliamento dell’offerta formativa. Noi, ad esempio, abbiamo un progetto che offre la possibilità di conoscere le varie attività sportive, quattro pomeriggi alla settimana. Gli incontri sono dedicati a diversi sport in cui tecnici federali affiancano i nostri insegnanti di educazione fisica. È un’occasione per i nostri alunni per approfondire nuove discipline sportive, come la pallacanestro, la pallavolo e il tennis e per trascorrere i pomeriggi in modo costruttivo.
La scuola ha un ruolo all’interno del quartiere? È un punto di riferimento?
Sì, certo, è importante che la scuola abbia un ruolo all’interno del quartiere. Noi cerchiamo di essere un punto di riferimento per gli studenti e per le loro famiglie, proviamo a creare uno spazio accogliente al di fuori della attività didattica, come ho detto, abbiamo il progetto della settimana sportiva e l’accordo per sostenere e promuovere molte attività alternative. A febbraio, per esempio, abbiamo organizzato una sfilata di carnevale, i bambini si sono mascherati, hanno sfilato lungo la via della nostra scuola e hanno assistito a uno spettacolo di giocolieri e saltimbanchi a cura dell’associazione ARCI.
Inoltre, cerchiamo di educare i ragazzi a rispettare e occuparsi dell’ambiente, aderiamo al progetto nazionale “M’illumino di Meno”. Lo scopo è quello di sensibilizzare al risparmio energetico e a uno stile di vita sostenibile. Infine, c’è anche la nostra biblioteca che, nel pomeriggio, è sempre aperta e popolata dai nostri studenti.
Quali sono le principali difficoltà che ha incontrato nella sua esperienza da Dirigente all’interno della scuola?
La grande difficoltà è la ripartenza dopo il Covid-19, adesso stiamo cercando di riportare la scuola alla normalità, ma l’effetto degli anni di Covid è molto sentito dagli studenti, soprattutto per la socialità.
Gli alunni, durante la quarantena, hanno portato al massimo l’utilizzo di telefoni e computer per comunicare, ma, molto spesso, non si sono ancora sviluppati gli strumenti per gestirli in modo adeguato, per cui è facile perdere il controllo di queste risorse. Per questo motivo, cerchiamo di educarli ad utilizzare consapevolmente questi mezzi, abbiamo iniziato dei progetti per sensibilizzare al tema del bullismo e del cyberbullismo. Il nostro intento è soprattutto quello di prevenire e contrastare eventi spiacevoli, per questo abbiamo stilato anche un “Regolamento per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo”.
Infine anche coinvolgere le famiglie e creare una comunità di genitori presenti e interessati risulta difficile dopo l’esperienza del Covid, adesso, dopo molti sforzi, cominciamo a vedere i primi miglioramenti.
Quale futuro immagina per questa scuola?
Quello che vorrei è una scuola che continui a fare grandi passi avanti nella direzione in cui ci stiamo muovendo, aprendosi sempre di più a collaborazioni che si creano sul territorio.