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Se ci mettessimo a considerare i film che potremmo considerare imperdibili usciti in questa stagione cinematografica, dovremmo concludere che tre titoli spiccano su tutti gli altri e che tutti e tre – in forme, tecnica e linguaggi molto diversi tra loro – hanno a che fare. Il primo è Oppenheimer, di Cristopher Nolan, che rivisita la vicenda dello scienziato che fu a capo del “progetto Manhattan” a Los Alamos, dal quale ebbe origine l’uso militare della potenza nucleare e le bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Il secondo è Il sol dell’avvenire, di Nanni Moretti, che, partendo dalle vicende personali del regista, che come al suo solito (e qui al suo meglio) le innesta su un più generale piano sociale e collettivo, propone una immaginaria (ma non per questo meno efficace nell’economia del racconto) torsione storica degli avvenimenti che seguirono alla repressione in Ungheria operata dall’Unione Sovietica nel 1956. Il terzo è Manodopera – Vietato ai cani e agli italiani, di Alain Ughetto, che racconta con la tecnica dell’animazione di pupazzi a passo uno l’epopea dei nonni paterni, che agli inizi del secolo scorso lasciarono il loro paese di origine in Piemonte per cercare miglior fortuna professionale ed esistenziale in Francia, incontrando condizioni molto simili a quelle che in questo periodo storico vengono riservate a chi arriva dal Mediterraneo.
In questi stessi mesi, in Italia, stiamo assistendo a particolarissimi – e per molti versi assai preoccupanti – interventi di personaggi pubblici su recenti avvenimenti storici che hanno coinvolto, con conseguenze tragiche, l’Italia. Così è stato per Marcello De Angelis, da poco dimessosi dalla carica di responsabile della comunicazione della Regione Lazio e con un passato da terrorista nero, che ha riesumato opinioni e dubbi sulla strage alla stazione di Bologna tese a negare il coinvolgimento nella stessa dei gruppi neofascisti. Così è stato per Giuliano Amato, già più volte ministro e presidente del Consiglio, che ha risollevato la questione del coinvolgimento della Francia nell’abbattimento del DC-9 Bologna-Palermo, il 27 giugno 1980, da parte di un missile lanciato da un aereo francese, che aveva come obiettivo un altro aereo sul quale sarebbe stato il presidente libico Mu’ammar Gheddafi (verità più volte ribadita e confermata dal prezioso lavoro di inchiesta giornalistica fatto, già a ridosso della tragedia, da Andrea Purgatori). Sono solo due esempi – uno relativo alla cronaca giornalistica, l’altro all’industria cinematografica – di quanto l’approfondimento e la ricerca degli avvenimenti storici, la loro ricostruzione, la conoscenza delle cause e degli affetti, siano non degli accessori opzionali della cultura di una paese civile, ma la base sostanziale di ogni processo di educazione civica e sociale.
È per questo che, ancora due anni fa, decidemmo di dedicare il IX incontro nazionale di C’è speranza se accade @, associazione culturale di donne e uomini che hanno a cuore l’educazione, al tema della storia e della memoria, intitolandolo Tornare avanti. Condividere storia Educare alla memoria.
Ci troveremo allo Scout Center di Roma sabato 28 e domenica 29 ottobre, per tre panel in plenaria (due sabato e uno domenica mattina) e sette Stanze di vita educativa (sabato pomeriggio), nei quali cercheremo di conoscere e di approfondire temi, linguaggi, didattiche, strumenti di conoscenza e di elaborazione e di proposta.
In dettaglio, questo sarà il programma: