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L’avventura dell’autonomia

Claudio Tosi
13 Gennaio 2022

I patti territoriali in Francia sono un’occasione per aprire luoghi collettivi di espressione creativa e di appropriazione dello spazio pubblico. Luoghi come il Terrain d’aventure di Nantes, nato da un’idea di Cemea, in cui germoglia ogni giorno una “pedagogia del rischio”, l’idea che tutti, a cominciare da bambine e bambini, sanno valutare le proprie capacità e, se ne hanno l’occasione, sperimentarsi nella gestione dei propri desideri: si tratta di usare attrezzi (seghe, pinze, martelli, cacciaviti, materiali di recupero…), sollevare pesi, cucinare, accendere un fuoco, progettando secondo bisogni e sogni, con risultati spesso spettacolari

Questo articolo fa parte dell’inchiesta
Fammi giocare. La città e il gioco


Questo racconto fotografico è dedicato a un Terrain d’aventure (Tda) di Nantes nato da un’idea di Cemea, un’esperienza legata alla “pedagogia del rischio“: l’idea che tutti, bambine e bambini compresi, sanno valutare le proprie capacità e, se ne hanno l’occasione, sperimentarsi nella gestione dei propri desideri, usando attrezzi (per lo più seghe, pinze, martelli, cacciaviti… oltre a materiali di recupero), sollevando pesi, progettando secondo bisogni e sogni. Togliere la manualità ai bambini, come noto, li impoverisce, li priva dell’orgoglio di “essere stato io”, dell’emozione di aver piantato un chiodo, bruciato un legno, trascinato una palanca… (e così li trasforma in consumatori, magari di videogiochi di simulazione come Sim City): spazi di outdoor education, di autonomia, di creatività e di relazione come i Tda – noti nel nord Europa anche come Adventure playground – fanno dell’avventura del mettersi in gioco la loro bussola.

Il Tda è prima di tutto uno spazio libero del quartiere, sempre aperto per chi ci vuole costruire qualcosa. Una volta a settimana ci sono operatori e materiali (ma non sono responsabili di cosa accade lì). Ovviamente è un luogo che profuma di bene comune e in cui l’invito a mettere in comune attrezzi, vernici, corde, stoffe, pallet in legno… è quotidiano.

Qualcuno, ad esempio, ha tirato su un rifugio: i bambini e le bambine che lo hanno costruito lo preferiscono di gran lunga al gazebo presente dall’altra parte del parco.

Qui gli attrezzi non mancano, sono veri, solidi, efficaci. Al Tda non convince l’idea di dare un “martellino” a un bambino, ma una sega che il legno lo taglia davvero, e prima un morsetto, che lo fissa con sicurezza. E poi una mazzetta, che il chiodo lo fa entrare facilmente. Così i suoi gesti possono essere calibrati e la sua sicurezza è meglio garantita.

Chiunque può utilizzare attrezzi come la sega? Certo, ma c’è un metodo da seguire: chi vuole usare la sega dagli attrezzi deve prima prendere una “patente” per la riuscita (consegnata dagli operatori): perché chi si mette in gioco “corre un rischio” ma l’obiettivo è di farcela. Insomma l’intervento educativo non punta a fermare ma a ben consigliare. Anche l’idea di sicurezza così viene ribaltata: non nasce dal non fare ma dal fare con cura.

In un angolo della città come questo l’immaginazione cambia molti punti di vista: c’è chi, ad esempio, in una foto come questa vede soltanto tetano e ferite e chi ci vede cura e recupero… perché a volte il gioco può essere anche soltanto togliere dai legni di scarto tutti i chiodi già usati.

Scortecciare, inchiodare, verificare il risultato. E, naturalmente, sistemare gli attrezzi nel loro posto… Sono diverse le azioni che prendono forma ogni giorno al Tda.

I risultati sono spesso sorprendenti: chi non vorrebbe costruirsi una rampa di lancio così spettacolare?

I piedi, nelle giornate di inverno, sono spesso nel fango, ma quasi sempre c’è un bel fuoco che scalda: quello di Nantes infatti è l’unico Tda in Francia che ha il permesso di accendere fuochi.

Il pomeriggio, se si è fortunati, può capitare di incontrare ragazze alle prese con la preparazione della merenda: del resto nel magazzino del Tda non mancano farina, sale e olio.

“Tu quanto dici che ci vuole per la cottura?”: domande come questa rimbalzano facilmente quando bambini e ragazze si autorganizzano, perché sono felici di mostrare i loro progetti e anche di scambiare un parere con chi li sostiene nel realizzarli.

E poi, se c’è troppa gente o si ha bisogno di privacy, chi l’ha detto che un terreno d’avventura non possa essere un posto tranquillo e piacevole?

Una mappa con i Tda nati da Cemea France

Il Tda, spiegano quelli del Cemea nel loro sito, è dunque uno spazio collettivo di espressione creativa e di appropriazione dello spazio pubblico, che nasce da un patto territoriale. Attraverso le attività di costruzione di capanne, giochi e giardini i bambini sviluppano nozioni di rispetto per l’ambiente, socializzazione, solidarietà e autonomia. Ma al Tda è anche permesso non fare nulla: “Nell’era dell’eccessivo attivismo, in una società nella quale la produzione ha la precedenza su tutto, sottolineiamo che la priorità non è il risultato ma il processo…”.


Contatti

Email:
Per info sul progetto:
Telefono: 06 6538261
Indirizzo: Via Del Casaletto 400, ROMA

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Un progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il progetto è coordinato da Mo.V.I. - Movimento di Volontariato Italiano
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