Una città sarà diversa non quando avrà qualche spazio in più dedicato alla cultura o allo sport, ma quando sarà capace di immaginare e trasformare qualsiasi spazio pubblico in un potenziale luogo di relazioni sociali e di creazione culturale, in grado di coinvolgere grandi e piccoli non solo come consumatori. Con questa filosofia domenica 24 settembre Librino, imponente quartiere satellite di Catania, si è trasformato in un grande palcoscenico: Librino as Stage è stato un ottimo esempio di come sia possibile partire dalla periferia per fare della musica, della danza e delle arti performative canali attraverso i quali far emergere una nuova cultura politica. Non è certo in caso se l’iniziativa sia cominciata nella scuola del quartiere che vive l’esperienza della scuola aperta partecipata e se l’orto urbano del territorio abbia ospitato un confronto sul tema “periferia”

L’evento, promosso da Associazione Musicale Etnea e Ortigia Sound System, si è svolto nel pomeriggio di domenica 24 settembre in vari luoghi del quartiere catanese di Librino. La periferia di Catania come un grande palcoscenico da illuminare a festa. Questo il denominatore comune di Librino as a Stage, progetto realizzato dall’associazione Associazione Musicale Etnea in collaborazione con l’associazione Ortigia Sound System, che domenica 24 settembre ha animato strade e luoghi simbolo del quartiere, tra i più complessi e popolosi della città etnea. «Questa iniziativa rispecchia l’impegno che l’AME – dice il presidente Biagio Guerrera – ha da sempre messo in campo a favore delle periferie, portando in luoghi difficili un’offerta culturale spesso assente. Un altro degli obiettivi che ci siamo posti è di portare i catanesi dal centro città a scoprire i quartieri periferici e di favorire la mobilità verso aree spesso avvertite come “corpi separati”». Il progetto Librino as a Stage è parte dell’iniziativa Catania Risuona 2023, che promuove attività rivolte a realtà sprovviste o carenti di servizi al cittadino e aree aggregative
Il pomeriggio ha preso le mosse da una visita alla Nuova Masseria Moncada, annessa al plesso dell’Istituto comprensivo Rita Atria (ex Fontanarossa), nel cuore di Librino. Si tratta di una struttura che ha trovato nel progetto nazionale “Scuole aperte partecipate in rete” (sostenuto dall’impresa sociale “Con I Bambini”) la possibilità di divenire un Polo delle Arti. Un’iniziativa, già forte di una rete consolidata di partner e che vede l’Associazione Musicale Etnea impegnata in qualità di referente territoriale. Un luogo di aggregazione nel quale prendono vita numerose attività pensate per rispondere alle esigenze del quartiere: dai laboratori di scrittura creativa, teatrali e musicali, fino a una sartoria sociale.
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Una giornata ricca di appuntamenti quella del 24 che ha visto il potere aggregativo della musica, parte del DNA di AME e OSS, associarsi alla valorizzazione dell’aspetto urbanistico, attraverso la riscoperta di spazi e aree di luoghi decentrati, e quello della danza e delle arti performative.

Si è cominciato alle ore 15,30 presso la Masseria Moncada dove, dopo una breve introduzione al progetto, ai partecipanti è stato offerto un tour del Polo delle arte, luogo simbolo di rinascita del territorio. Da qui si è partiti per un mini tour lunga una delle tante piste pedonali e ciclabili che percorrono Librino. Il percorso è stato guidato e commentato dall’architetto Sabina Zappalà, memoria storica del quartiere, avendone seguito tutte le fasi di realizzazione sin dall’inizio attraverso una conoscenza diretta con il progettista di Kenzo Tange.
Alle 17, presso la Piazza Anfiteatro situato a pochi passi dalla Masseria, i giovani ballerini della compagnia di danza CZD2, prodotta da Scenario Pubblico/Centro di Rilevante Interesse Nazionale altra realtà attiva su LIbrino, ha proposto Each part each place, esibizione ideata e coreografata da Silvia Oteri e Fernando Roldan Ferrer. Una performance site-specific in una piazza simbolo del quartiere molto vicino alla Masseria, frequentata dai giovani del quartiere.
Alle 18 presso l’orto urbano del quartiere, si è tenuto Fare Spazio, incontro a cura del collettivo Fosbury Architecture per riflettere insieme sul destino della periferia, con la partecipazione di Giuliana Gianino di Talita Kum, di Giulia Piccione e di Biagio Guerrera di AME, di Claudia Cosentino di Analogique, L’incontro è stato anche un momento dedicato al confronto e allo scambio di best practice con la partecipazione di associazioni attive nel quartiere.
Ci si è ritrovati alle 19 nuovamente in Masseria, dove l’ultima parte della giornata è stata invece dedicata a Fennesz, uno dei più apprezzati artisti di musica elettronica degli ultimi decenni. Il compositore e chitarrista austriaco, già ospite dell’AME nel 2010, è stato protagonista di una performance alla Masseria Moncada che lo ha visto proporre alcuni suoi brani – tra questi uno realizzato campionando una rara traccia vocale del cantante dei Beach Boys Brian Wilson – e dialogare con il musicista Donato Di Trapani sulle peculiarità del suo approccio alla composizione, dal fascino degli strumenti analogici ai limiti dell’utilizzo dell’Intelligenza artificiale
Numeroso il pubblico, molti gli scambi, attivo il dialogo sulle migliori pratiche da attuare per rendere la Masseria luogo di incontro del quartiere.
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