Possiamo leggere per sapere o soltanto per piacere. Possiamo leggere e scoprire la bellezza di farlo con bambini e bambine. Possiamo leggere e scrivere recensioni. Ma possiamo anche leggere e imparare a condividere i libri… Restano poi tante domande intorno alle quale confrontarsi. Ne scegliamo due. Vi piace rileggere un libro? Siete più catturati dalla trama o dalla scrittura?
Immagino che il titolo La trappola: leggere molto possa dare i brividi a qualcuno, ma è quello che desidero e vi racconto il perché. La lettura e la scrittura sono il mio vestito (insieme ai viaggi in giro per il mondo e alle passeggiate romane e ai musei). La mia casa è una biblioteca: ventunomila libri e forse più. Sono una lettrice accanita da quando ero piccola. Prima di saper leggere era mio padre che mi raccontava fiabe, mi mostrava i libri e mi ha lasciato la meravigliosa Divina Commedia illustrata dal Dorè (che regalerò a mio nipote Andrea). Ricordo il primo libro che ho letto da sola: Pinocchio. Chissà per quanti bambini è stata la prima lettura?!
Ho letto saggi, romanzi classici e non posso scordare la Divina commedia anche declamata dalla mia insegnante. Alcuni romanzi, per esempio Il Gattopardo l’ho letto più volte in periodi differenti della mia vita e ogni volta la lettura mi ha regalato sorprese. Dopo aver letto un libro lo recensisco, lo faccio con piacere e con pignoleria: questa è la mia recensione su Il respiro di Roma di Cesare Gigli. Per quelli scritti male, non sono pochi, sono veramente una streghetta. Ultimamente mi appassionano le saghe, i gialli, i polizieschi e i noir. Ho degli autori preferiti: Cesare Gigli, Enrico Pandiani, Piergiorgio Pulixi, Tommaso Scotti, perché, oltre alla trama scrivono in modo superbo, catturando tutti i sensi, regalando emozioni e panorami.
Veniamo al dunque. Leggo un libro dopo l’altro, molto lentamente per godere della scrittura eccellente e mi perdo nella sua bellezza. Così accade che non mi ricordo più la trama e rileggo nuovamente il romanzo, ohibo! La scrittura diviene sovrana rispetto al racconto. Questo è il prologo (una parte in verità) de I diavoli di Tokyo ovest di Tommaso Scotti e credo sia un esempio lampante del fascino.
Questa è la storia di una foglia che cade. È la storia di una musica triste, che la foglia scrive in silenzio mentre vaga nell’aria in balia delle correnti. Sa che forse nessuno sarà in grado di ascoltarla, ma lei la compone lo stesso. È una sinfonia, la sua. Una sinfonia che inizia con un preludio di vento. Un soffio che prima scuote, poi accarezza e infine seduce. Sussurra alla foglia che il suo tempo è arrivato. Vieni con me, le dice. Concedetemi un ballo, in questa sera d’autunno. Vieni con me, insiste, a vedere il mondo.
Non mi dispiace rileggere un libro, anzi, ma forse devo leggere meno, che dite? Mi piacerebbe sapere se accade anche a voi. Poi mi piacerebbe sapere se siete catturati più dalla scrittura o dalla trama.
Fiorella Palomba, docente e formatrice
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A PROPOSITO DI LEGGERE E SCRIVERE: