
“Molti studenti e studentesse con background migratorio, nonostante siano nati e cresciuti in Italia, hanno meno opportunità rispetto ai loro compagni di scuola. Questa disparità si manifesta a partire dall’inserimento alla scuola dell’infanzia, continua con il ritardo scolastico dovuto alla collocazione in classi inferiori a quelle corrispondenti all’età anagrafica o alla mancata ammissione all’anno successivo, fino all’abbandono precoce. In alcuni territori è presente anche il cosiddetto fenomeno del white flight, ovvero lo spostamento, da parte delle famiglie italiane, di bambini e adolescenti verso le scuole più centrali delle città. Questo provoca un aumento della concentrazione di alunni stranieri nelle scuole periferiche e un distanziamento sempre più marcato, non solo fisico, ma anche sociale e culturale tra studenti di origine italiana e studenti con background migratorio…”. Questo estratto del nuovo report Il mondo in una classe. Un’indagine sul pluralismo culturale nelle scuole italiane, curato da Save the children e pubblicato in vista della riapertura delle scuole, fa emergere alcune delle diseguaglianze educative che rendono difficili i percorsi di crescita di bambine, bambini e adolescenti in Italia.
Di certo, spiega il rapporto, la vita scolastica degli studenti con background migratorio – sono più di 800 mila, cioè oltre 1 su 10 tra gli iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie – è resa ancora più difficile dalla mancanza del riconoscimento della cittadinanza italiana e dalle condizioni di povertà economica che riguardano molte delle loro famiglie.
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