Imparare a riconoscere le forme più subdole e silenziose del bullismo, quelle che mirano a danneggiare le relazioni sociali, non è facile. Di certo per contrastarle occorre uno sforzo comunitario di insegnanti, educatori, genitori, operatori sociali disponibili a creare ambienti più accoglienti per tutti e tutte
Il bullismo è un fenomeno diffuso in molte scuole e comunità e, come ormai noto, può causare danni profondi e duraturi alla persona bullizzata. Il bullismo diretto – riconoscibile attraverso atti di violenza fisica o verbale – è individuabile, ma esiste una forma più subdola e silenziosa: il bullismo indiretto.
Il bullismo indiretto coinvolge comportamenti che mirano a danneggiare le relazioni sociali. Può avere ripercussioni sulla sfera emotiva, psicologica e sull’autostima di chi lo subisce. Questo tipo di bullismo può manifestarsi attraverso l’esclusione sociale, la diffusione di pettegolezzi, la manipolazione delle relazioni amicali e altre forme di comportamento che isolano o umiliano la vittima senza un confronto diretto.
Laddove si arrivi a un confronto diretto, se non moderato da persone consapevoli e competenti, un bonario e ingenuo tentativo di riappacificazione e chiarimento può trasformarsi in un patibolo, in senso metaforico, in cui la vittima viene ancora una volta sottoposta agli attacchi del branco.
Il bullismo indiretto, intervenendo sul piano delle relazioni, agisce soprattutto attraverso la manipolazione sociale. Spesso l’obiettivo è sabotare la posizione sociale della vittima, ferendola, facendogli terra bruciata. Si tratta di una forma di violenza che incide ostracizzando la vittima, emarginandola da un gruppo, manipolando situazioni, diffondendo voci diffamanti e confidenze. L’obiettivo di chi esercita il bullismo indiretto è quello di incrementare la propria posizione sociale.
Sono quattro le forme principali del bullismo indiretto: Esclusione sociale (ignorare, escludere intenzionalmente una persona dalle attività di gruppo o dai circoli sociali può portare a sentimenti di solitudine e inadeguatezza); gossip (spargere voci false o distorte su qualcuno per danneggiarne la reputazione e le relazioni sociali); manipolazione delle relazioni (incoraggiare gli altri a interrompere le amicizie con la vittima o a trattarla in modo ostile); cyberbullismo (utilizzare i social media e altre piattaforme online per diffondere contenuti offensivi o per escludere e isolare la vittima).
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Quali sono gli effetti del bullismo indiretto? Le conseguenze possono essere gravi e di lunga durata. Le vittime spesso sperimentano ansia, depressione, bassa autostima e problemi di fiducia. A differenza del bullismo fisico, che può lasciare segni visibili, il bullismo indiretto lascia cicatrici emotive profonde che possono essere difficili da riconoscere e trattare.
Sono diverse le azioni che è possibile promuovere per contrastare questa forma di bullismo. “Educazione e consapevolezza”: le scuole e le comunità possono promuovere una maggiore consapevolezza riguardo al bullismo indiretto, educando studenti, insegnanti e genitori sui suoi segnali e conseguenze. “Sostegno a chi subisce bullismo”: offrire supporto emotivo e psicologico alle vittime è essenziale (consulenze e gruppi di supporto possono aiutare a rafforzare l’autostima e a ricostruire le relazioni sociali). “Promuovere l’inclusività”: creare ambienti scolastici e comunitari dove ogni individuo si sente accettato e valorizzato riduce le opportunità di bullismo indiretto. “Interventi proattivi”: educatori e operatori di comunità devono essere pronti nel monitorare il comportamento sociale e intervenire tempestivamente quando individuano segni di bullismo indiretto.
Insomma, il bullismo indiretto è un nemico silenzioso, ma non per questo meno pericoloso. Affrontarlo richiede uno sforzo collettivo di educazione, informazione e intervento. Soltanto lavorando insieme (insegnanti, educatori, genitori, operatori sociali…) è possibile creare ambienti più accoglienti per tutti e tutte, nei quali ogni individuo può crescere ed esprimersi senza paura di essere isolato o umiliato.
Monica Riccio è operatrice sociale e attivista nella periferia di Napoli
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