Fare la colonia vuol dire, tra le altre cose, avere un discreto campione statistico da poter osservare ventiquattro ore al giorno per due settimane. In un’estate quasi quattrocento bambine e bambini provenienti da tutta Italia (divisi in gruppi da novanta), dagli otto ai dodici anni, con prevalenza undici e dodici anni, le età dei ragazzini/e con i quali lavoro a scuola quasi tutti i giorni.
I pupazzetti per dormire
La mattina, quando la camerata è pulita e i letti rifatti, compaiono sul cuscino decine di peluche… dei maschi e delle femmine, peluche di ogni tipo che i bambini hanno portato per dormire. Ecco, nel 2019 non era così, se non in misura completamente diversa.
L’insonnia e le crisi di panico
Abbiamo avuto più episodi di insonnia e attacchi di ansia in questa estate che nelle 12 precedenti messe insieme… e diversi bambini ci hanno raccontato di essere seguiti da uno psicologo.
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L’intolleranza alla frustrazione
I bambini che vanno in crisi di fronte a un rimprovero o un divieto sono raddoppiati, e lo manifestano con capricci e attacchi di pianto propri di una età leggermente diversa di quella che hanno realmente.
La nostalgia di casa
Siamo abituati che nei primi tre giorni i bambini più piccoli manifestino il desiderio di tornare a casa, ma quest’anno questa cosa è successa anche dopo 5, 7, 9 giorni… come se nonostante stessero facendo una bella esperienza a un certo punto crollassero.
La preadolescenza
I disagi più evidenti, soprattutto di ansia e di nostalgia, li hanno vissuti i bambini di undici-dodici anni, e non i più piccoli come avveniva fino al 2019… È come se non fossero pronti a essere preadolescenti. “Senza mamma non ce la faccio” fa molto effetto se te lo dice in un mare di lacrime una ragazza di dodici anni che fisicamente ne dimostra sedici… Ecco, in generale mi sembra che siano molto aumentate la loro fragilità e le loro paure.
Questo non riguarda la maggioranza, che apparentemente si è vissuta una colonia piena e felice, ma riguarda una minoranza che però rispetto al passato ha numeri completamente diversi. A scuola, in famiglia, nei luoghi di aggregazione, dovremmo essere attenti a non avere verso tutti le stesse aspettative pre-covid, perché più o meno in modo silenzioso, tanti ne stanno pagando le conseguenze, anche fra i bambini, e no, non è affatto tutto come prima.
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Rispetto moltissimo il lavoro degli insegnanti, ma resto sempre perplesso quando, anche i più preparati e sensibili, hanno nei confronti degli alunni le stesse aspettative, in termini di attenzione, performance, comportamento, che avevano prima del 2019. Mi sembra che ci sia una urgenza, tutta adulta, di rimuovere la straordinarietà di quello che abbiamo vissuto in questi due anni e mezzo. Tornare a scuola con la certezza di dover cambiare il punto di vista è una necessità inderogabile, non può essere nelle corde del singolo adulto più attento degli altri. Ora più che mai è importante trovare significato condivisibili nel tempo presente, non fare lo sforzo per riprodurre il passato, neanche e soprattutto quello più recente.
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Loris Antonelli si occupa da molti anni di educazione con ragazzi e adulti.