Simona e Lucia sono due studentesse del liceo Danilo Dolci di Palermo. In un articolo inviato a Territori Educativi, tra l’altro, scrivono: «Abbiamo avuto la splendida opportunità di partecipare in prima persona alle riprese del docufilm Il profumo delle zagare di Paolo Bianchini… Quest’esperienza è stata indubbiamente formativa ed emozionante… Si è aperto un mondo nuovo. Danilo ci ha insegnato a noi giovani che bisogna amare la nostra terra, vivere il bene comune, rischiare in prima persona quando ”gli altri” non ti ascoltano… Quante volte ci siamo sentiti dire che a Brancaccio le cose non cambieranno mai… Noi abbiamo capito che dobbiamo fare la nostra parte…»

Siamo Simona e Lucia, due alunne della 3B del liceo Danilo Dolci di Palermo, una scuola ubicata in un quartiere particolare: Brancaccio. Una realtà dove non mancano difficoltà e criticità. Ma Brancaccio è anche altro. Infatti abbiamo avuto la splendida opportunità, grazie al preside Matteo Croce e al professore Luigi Barbieri, di partecipare in prima persona alle riprese del docufilm Il profumo delle zagare di Paolo Bianchini e la troupe di Alveare Cinema. Quest’esperienza è stata indubbiamente formativa ed emozionante in quanto noi studenti della 3B del liceo Dolci siamo stati protagonisti attivi e consapevoli partecipando alle riprese del film.
Entrare a contatto con il regista e tutti i tecnici è stata fonte di ispirazione e, al contrario di come si può essere portati a pensare, non c’è mai stato un momento di disagio. Quest’esperienza ci ha permesso di prendere più consapevolezza sulla grandissima figura che dà il nome alla nostra scuola. Danilo Dolci è tanto importante quanto sconosciuto. Proprio come viene detto anche nel film, noi stessi l’abbiamo conosciuto attraverso una ricerca per i dolci di Pasqua… Non neghiamo che pur appartenendo a una scuola che prende il suo nome e avendo lavorato al biennio con il professore Barbieri su temi legati al sociologo triestino a noi e a tutti i compagni “si è aperto un mondo nuovo”.
LEGGI ANCHE:
Un uomo rimasto per troppo tempo nell’ombra, di cui invece bisognerebbe parlare e ricordare le battaglie e i valori che lo hanno accompagnato. Dal digiuno come forma di protesta, allo sciopero alla rovescia per sensibilizzare la politica sul bisogno di lavorare, le battaglie sulla disobbedienza civile, la lotta alla pace, la ricerca della vera giustizia, la lotta contro la mafia e l’attenzione verso quelli che lui definisce poveri cristi, ossia la gente comune. Un uomo che ci ha insegnato la solidarietà e che non si può rimanere indifferenti davanti al male e alle ingiustizie.
Vederci in televisione è stato emozionante e poiché le riprese sono iniziate nella nostra scuola e con delle nostre testimonianze non possiamo non dire che per noi è stato un momento toccante. Per questo vogliamo ringraziare il regista Paolo Bianchini e tutta la troupe che ci ha coinvolto come fossimo devi veri piccoli attori. È stato bello anche lavorare a stretto contatto con Amico Dolci, uno dei figli di Danilo Dolci e conoscere dal vivo uno dei suoi migliori amici, Benedetto Zenone, che con grande commozione ci ha raccontato gli ultimi giorni di vita di Danilo Dolci. A Benedetto, il sociologo triestino ha lasciato un testamento spirituale importante: “Continua a valorizzare tutto ciò che abbiamo fatto in questi quarant’anni di amicizia”. Benedetto ci ricorda, attraverso le parole di Dolci che dobbiamo combattere per valorizzare questo mondo spesso distrutto dalla malvagità umana.


Per quanto riguarda la nostra classe avevamo già fatta un cortometraggio di impegno civile Basterebbe Poco dove mostravamo l’impegno della nostra scuola nel reinventarsi dal nulla una scuola piena di problematiche, essendo un bene confiscato alla mafia, ma mostrando anche con onestà le ancora presenti difficoltà. Danilo Dolci di certo ha dovuto affrontare molti ostacoli, primo fra tutti l’indifferenza dello Stato davanti alle criticità del Sud, ma nonostante questo è riuscito nel suo intento. Le sue parole in un mondo dove regnano guerre, ingiustizie, miserie e povertà sono ancora attuali. Danilo ci ha insegnato a noi giovani che bisogna amare la nostra terra, vivere il bene comune, rischiare in prima persona quando ”gli altri” non ti ascoltano.

Adesso sappiamo veramente chi è stato Danilo Dolci e dobbiamo ritenerci fortunati per essere in una scuola che porta il suo nome, il nostro compito quindi è quello di farlo conoscere il più possibile.
Spesso si parla di noi giovani come una generazione indifferente, cinica, egoista e nichilista. Noi vogliamo mostrare la parte migliore di noi stessi. Ragazze e ragazzi consapevoli che vogliono vivere con impegno la propria esistenza. E come ci ha insegnato Danilo Dolci anche in luoghi difficili “si può fare molto”. Quante volte ci siamo sentiti dire che a Brancaccio le cose non cambieranno mai, che chi nasce qui è segnato negativamente. Noi grazie a questo lavoro e al cammino di legalità svolto nel nostro liceo abbiamo capito che dobbiamo fare la nostra parte. E che Brancaccio vuole risvegliarsi da un marchio negativo avuto da troppi anni.