Un concreto esempio di collaborazione tra scuola, università e territorio, per legare ricerca, didattica e percorsi di cittadinanza: l’uscita del volume Non vollero, dedicato alla storia degli Internati Militari Italiani (dopo l’Armistizio del 1943 soldati e ufficiali italiani vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di detenzione in Germania, solo il 10 per cento accettò l’arruolamento), rende conto di un processo di co-progettazione che è nato dall’impegno delle docenti Chiara Cecchi e Veronica Cecconi dell’Istituto tecnico Marchi Forti (con sede a Pescia e Monsummano/Pistoia) in collaborazione con il Dipartimento Forlilpsi dell’Università di Firenze.
La famiglia Biagioni-Ciottoli ha infatti recuperato e conservato il diario inedito del loro parente, Attilio Biagioni, militare italiano che aveva combattuto nella disastrosa campagna italiana in Russia e che, dopo l’8 settembre 1943, si rifiutò di proseguire la guerra a fianco dei nazisti; per questo fu imprigionato come Internato Militare Italiano nello Stalag III D. Il diario inedito è diventato immediatamente strumento di approfondimento a scuola, grazie a un pronipote di Biagioni (attualmente studente al Marchi-Forti) e alla sua famiglia.
Sul diario inedito hanno lavorato più classi dell’istituto, attraverso esercizi, elaborazioni didattiche, approfondimenti storici che hanno impegnato la scuola per un intero anno. Il diario di Attilio Biagioni è adesso pubblicato, ma il volume non è solo il recupero di una fonte storica, perché propone un percorso di conoscenza e formazione nel quale le pagine scritte ottant’anni fa da un testimone diretto, sono costantemente accompagnate da semplici e utili riflessioni, cartine, esercizi, sguardi sulle guerre nel presente che sperano di essere di supporto a studenti e docenti di oggi.
Nel volume non si trova nessun approccio eroico rispetto alle vicende raccontate, ma l’analisi di un periodo che vuole far conoscere cosa furono la violenta propaganda fascista, la guerra di aggressione, come pure la scelta consapevole di operare una specifica forma di resistenza senz’armi contro fascismo e nazismo.
Luca Bravi è docente di Storia della pedagogia all’Università di Firenze
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