
Si è conclusa la seconda edizione del Rosarnofilmfestival Fuori dal Ghetto, promosso da Mediterranean Hope. Domenica 29 ottobre sono stati proiettati i film in concorso sul tema della resistenza ecosociale, cioè delle lotte ambientali che intrecciano lavoro, diritti e ambiente in difesa delle terre avvelenate. Undici i corti visionati. La giuria è stata composta da alcuni studenti e studentesse del Liceo scientifico Piria di Rosarno, alcuni lavoratori braccianti di San Ferdinando e alcune volontarie. Il premio come lo scorso anno non sarà in denaro ma come scritto sul bando di concorso sarà in una cassa di agrumi e prodotti della terra offerti da Sos Rosarno.
Il Primo Premio è stato attribuito a Aguas de oro (durata 16′) di Simona Carnino (Torino). Racconta la storia di Maxima Acuña Chaufe, una donna peruviana che cerca di difendere la propria terra dall’aggressione di Yanacocha. Scrive la giuria nella Motivazione: “Quello che ci ha colpito è la forza di questa donna che lotta non solo per difendere la sua terra ma tutto il suo popolo. Il corto rappresenta a pieno gli abusi di potere global che stanno distruggendo noi e le nostre terre. Tutto questo in nome del profitto e delle multinazionali. L’esempio di questa donna ci trasmette forza e speranza e con la scelta di questo corto vogliamo trasmettere la nostra vicinanza perché insieme siamo più forti”.
Spiega Simona Carnino: “Aguas de oro è un piccolo grande documentario che racconta la storia di una piccola grande donna. Conoscerla, così come fare Aguas de oro pezzo per pezzo, è stato uno dei momenti più emozionanti e significativi della mia vita. Non avevo mai acceso una telecamera prima d’allora. L’ho fatto perché volevo far sentire la sua voce. Scrivere non bastava…”.

Una Menzione Speciale è andata invece a Gladiatores (durata 9’27”) di Maryam Rahimi (Spagna): il racconto di un degrado di una periferia nella quale per vivere bisogna combattere. Il corto racconta in particolare la storia di alcuni ragazzini vengono reclutati dal gioco brutale degli scommettitori. La motivazione merita molte attenzioni: “Belle le riprese immagini semplici che toccano la nostra sensibilità. Sorprendente vedere come i bambini possano insegnarci che la tenerezza, l’integrità e l’innocenza possano vincere sulla vulnerabilità e sul potere del denaro. Spesso è proprio dagli ultimi che provengono le azioni di solidarietà e resistenza più forti e indelebili”.

Altra Menzione speciale a Solo (durata 6’30’’) di Francesca Ronca (Vietri Campania). Si tratta del racconto di una solitudine che avvelena, distrugge, logora e tormenta gli individui. Un uomo distrutto dalla violenza e dalla intolleranza della società è impaurito, consumato, straziato e protrae la sua esistenza nella disperata ricerca di qualcuno con cui parlare. Il corto è ispirato al libro La notte poco prima della foresta di Bernard-Marie Koltès del 1977.
La motivazione ragiona sul significato del migrare: “Il corto provoca una empatia che riesce a rinviare agli spettatori. Una condizione nella quale ognuno di noi può rispecchiarsi in determinati momenti difficili delle nostre vite soprattutto quando dobbiamo emigrare per cercare un presente e un futuro più adatti ai nostri sogni. Un grido che poche persone ascoltano”.

[Recosol, Rete delle comunità solidali]