Quali trasformazioni hanno oggi un impatto importante nelle dinamiche dell’educazione? L’introduzione del libro Cambiamenti. Sfide e compiti educativi (FrancoAngeli)
Ci sono parole che, nell’uso, perdono spessore e rischiano di diventare opache o forse sbiadite, al punto da apparire persino scontate, prive di rilievo, inconsistenti o comunque prive di forza attrattiva. Parlare di cambiamento in una stagione segnata da trasformazioni continue e da transizioni sovente difficili, può risultare pleonastico, e invece proprio in questa direzione punta la nostra ricerca, per studiare alcuni cambiamenti che impattano con l’esperienza educativa e con il discorso pedagogico, richiedendo revisioni, ripensamenti, aggiustamenti o anche svolte più decise. Tutti i cambiamenti sono di fatto una sfida, contro la stereotipia, contro le false sicurezze dell’abitudine che non aiutano a guardare in profondità e che tolgono freschezza al comportamento. E, qualche volta, dinanzi al disagio indotto dai cambiamenti, la tentazione è quella di lasciarsi guidare dalla logica dell’abbiamo fatto sempre così.
L’analisi pedagogica permette di capire se e sino a che punto valga la pena affidarsi alla consuetudine o se invece non convenga trovare nuovi criteri, nuove regole, nuovi percorsi e, soprattutto, nuove prospettive e nuovi traguardi.
Il taglio pedagogico di queste pagine prende consistenza da un parametro di fondo: la costante attenzione verso il vantaggio che certe opzioni possono recare all’identità personale e sociale, premura ancor più apprezzabile – riteniamo – in un tempo in cui diversi segnali attestano il disagio della persona quando è chiamata ad agire in situazioni nuove, impreviste, emergenziali, sconosciute.
Il metodo di ricerca adottato, nel solco di quello argomentativo-critico, si caratterizza per intendere il rapporto tra teoria e prassi in senso ricorsivo, a spirale: per ciascun capitolo, infatti, allo scavo ermeneutico si affianca l’elaborazione e l’offerta di alcuni criteri di intervento operativo, utili nella pratica educativa, didattica e formativa per promuovere cambiamenti nei luoghi dell’educazione come nella più ampia esperienza sociale.
Ogni capitolo guarda al cambiamento come ad una sfida educativa che interessa precise variabili: l’identità, la tecnologia, la sostenibilità, il futuro.
Il primo capitolo definisce il concetto di cambiamento e le sue manifestazioni fenomenologiche nella vita individuale e sociale offrendo una criteriologia che si dispone quasi a forma di esagono, i cui vertici sono rappresentati dai costrutti di esperienza, di trasformazione, di gioco, di riflessione, di motivazione e di creatività. In questa sezione del lavoro trovano spazio l’analisi della pratica narrativa intesa quale vettore di cambiamenti e la considerazione delle eventuali resistenze che il processo può incontrare in presenza di stereotipie comportamentali tipiche delle situazioni esistenziali e formative connotate da marginalità sociale, con relativa offerta di criteri di intervento.
Nel secondo capitolo ci si sofferma sul costrutto di identità personale e sociale in ragione delle dimensioni del contesto da cui proviene la sfida identitaria: la sua natura processuale e dinamica, il suo strutturarsi in stretto rapporto rispetto all’alterità e alla diversità, con particolare attenzione al processo di elaborazione dell’identità personale e sociale da parte dell’universo giovanile, nell’ambito del primo approccio al mondo del lavoro, e dell’esperienza migratoria. In riferimento all’identità, ogni cambiamento si configura come una sfida che presuppone iniziativa personale, progettualità e capacità di scelta.
Il terzo capitolo offre una incursione nel mondo della didattica, per comprendere quanto, come e perché nella scuola vengono accolti i cambiamenti dettati dalla sfida tecnologica, anche alla luce dell’esperienza pandemica vissuta negli ultimi due anni. Lo si fa, tra gli altri aspetti, dando voce ai futuri docenti di sostegno per gli alunni con disabilità, intervistati, nell’ambito di percorsi di specializzazione accademica loro destinati, mediante uno studio esplorativo biennale realizzato durante i periodi di lockdown. In questa parte del volume, la ricerca è stata rivolta anche a indagare il rapporto tra l’infanzia ed i media digitali, per mettere al centro della sfida tecnologica i genitori, gli educatori e gli insegnanti sostenendoli nel delicato compito di mediazione e di accompagnamento educativo nelle pratiche di fruizione dei più piccoli, i quali, talvolta, risultano non opportunamente considerati nella loro veste di frequentatori assidui della tecnologia digitale.
Il quarto capitolo è rivolto all’analisi del cambiamento mediante la sfida della sostenibilità ambientale. A partire dalla pandemia, l’auspicio è di poter ottenere occasioni di crescita, di sviluppo, di benessere individuale e sociale, di promozione di un maggiore equilibrio nel rapporto tra l’uomo e l’ambiente naturale in quanto viatici per garantire anche maggiore equità sociale, giustizia, riduzione della povertà educativa e un generale processo di rinascita socio-culturale, come viene anche richiesto dall’Agenda 2030, che propone una serie di orientamenti da seguire e di obiettivi da raggiungere. Nel capitolo si propone l’idea di competenza ecologica, quale competenza attenta alle sorti dell’ambiente vicino e lontano, da promuovere a scuola e in famiglia, mediante opportuni accorgimenti educativi, fin dalle prime fasi dello sviluppo umano.
Il quinto ed ultimo capitolo si fa promotore dell’istanza di futuro nella convinzione che il domani non vada temuto e che i cambiamenti non vadano subiti, pur in presenza di diversi segnali di criticità nella vita sociale e negli stili comportamentali.
Le direttrici del futuro, lungo le quali giova sin da subito orientarsi, sono l’educazione alla responsabilità e l’educazione alla solidarietà ed entrambe si radicano nella speranza, che è intrinseca al desiderio di cambiamento. Nella scoperta del legame tra speranza e progettualità esistenziale, l’uomo contemporaneo può trovare motivi di fiducia, di impegno e di rivalutazione della memoria per edificare un domani migliore, in cui ristabilire nuove condizioni di benessere globale e di pace.