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Aprire una stagione di partecipazione

Redazione di Territori Educativi
15 Gennaio 2023

L’approvazione imminente del Regolamento sull’amministrazione condivisa può diventare a Roma un punto di partenza essenziale anche per le scuole aperte. Una mattinata con la rete romana Scuole aperte partecipate

Gli incontri mensili delle rete romana Scuola Aperte Partecipate (Sap) sono spesso un tentativo riuscito di intrecciare piani diversi e per alcuni aspetti opposti come “fare” e “pensare” o “annodare” e “aprire”.

L’ultimo appuntamento, partecipatissimo, sabato 14 gennaio ha mostrato prima di tutto il fare dell’Associazione genitori amici dell’istituto comprensivo La Giustiniana. Il problema del traffico caotico intorno alla scuola hanno scelto di affrontarlo con il Piedibus e con l’iniziativa Disgorghiamoci attraverso la quale diversi genitori ogni giorno si alternano in strada per assicurare un’uscita tranquilla dalla scuola; la mancanza di cura di diversi angoli del quartiere con il progetto Nontiscordardime, per non far mancare pulizia e bellezza; il bisogno di relazioni sociali con la Festa di Natale e la Festa di fine anno scolastico. Intanto in un sottoscala della scuola sta per nascere uno spazio pensato per leggere giocando e le feste diventeranno presto tre: quella di Primavera sarà un’immersione nei “giochi di una volta” che, in realtà, come raccontato nell’inchiesta Fammi giocare non hanno età e sono in grado di trasformare i luoghi che li ospitano.

Naturalmente per le associazioni genitori il “fare” si traduce quasi sempre con il preparare qualcosa di buono da mangiare e alla fine gli incontri, come quello di gennaio, ti sembrano capovolti: le molte chiacchiere in cerchio non interrompono più di tanto gli apprezzati momenti di convivialità.

C’è poi il fare della rete Sap, a cui aderiscono ormai quaranta tra associazioni e comitati: gennaio è un buon mese per immaginare e programmare le attività dei gruppi di lavoro, una possibile giornata – ça va sans dire – di festa sparsa nei quartieri, un eventuale video per raccontare le scuole aperte, momenti di formazione dedicati ai dirigenti scolastici (i virus della gerarchia e della chiusura sono ancora molto contagiosi), incontri tra le esperienze delle scuole aperte partecipate delle superiori (quanto bisogno ci sarebbe, ad esempio, di affrontare i profondi disagi che vivono gli adolescenti), mattinate per confrontarsi sul tema delle “comunità energetiche”, la possibile partecipazione al Good Deeds Day – la giornata delle “buone azioni” per il territorio – promosso in contemporanea in molti paesi (a Roma, al Circo Massimo, da Cvs Lazio), progettazioni comuni per non restare schiacciati dalle competizioni imposte dai bandi. Quello che sarà possibile si farà: si tratta di inventare un fare gratuito, solidale, cooperativo, per imparare a trasformare i rapporti sociali mettendosi in gioco, con i propri corpi e i propri saperi.

“Pensare” da queste parti significa invece ascoltare e ragionare insieme: sabato 14, ad esempio, sono stati invitati ad intervenire Gregorio Arena (per molti anni docente di diritto amministrativo presso l’Università di Trento, fondatore di Labsus) e Andrea Catarci (assessore del Comune di Roma alle Politiche del Personale, al Decentramento, Partecipazione e Servizi al Territorio per la Città dei 15 minuti) per un confronto sul tanto atteso “Regolamento dell’amministrazione condivisa dei beni comuni materiali e immateriali di Roma Capitale”, prossimo all’approvazione in consiglio comunale.


Regolamento sull’Amministrazione condivisaDownload

Regolamenti analoghi sono stati adottati negli ultimi anni in 280 città e hanno favorito l’approvazione di oltre 7.000 patti di collaborazione, con cui gruppi di persone si sono impegnati a prendersi cura del territorio. I punti di forza dei patti sono due: sono sempre aperti alla partecipazioni di tutti e tutte e non riguardano la gestione di soldi. Non poco nel tempo della delega e del dominio del denaro.

Arena ha ricordato come quel prendersi cura dei territori che oggi sembra un’anomalia sia in realtà molto diffuso in altre città italiane (in diversi paesi del Nord, ad esempio, sono ancora i cittadini ad assicurare un primo intervento di soccorso alpino) come tra le comunità indigene delle Ande. Insomma non esiste solo la strada della delega e i cittadini non sono destinati a restare utenti. Le esperienze delle scuole aperte, che non per caso hanno contribuito nei mesi scorsi a raccogliere le firme per un primo testo di Regolamento sull’amministrazione condivisa, possono trovare oggi nel Regolamento un potente e inedito “apposito sostegno” (Gregorio Arena ne parla anche in questo articolo: Un passo decisivo per l’Amministrazione condivisa a Roma).

Secondo Andrea Catarci le scuole possono avere un ruolo fondamentale per non lasciare che Regolamento e patti restino affascinanti pezzi di carta, ma anche per rimettere al centro l’importanza dei quartieri. Serviranno tante e diverse iniziative di informazione e formazione per far conoscere il Regolamento e quello che già si muove sulla gestione condivisa dei beni comuni. Un paio di cose sono certe. La prima: nel momento in cui si impegna a promuovere l’amministrazione condivisa, l’assemblea capitolina si prende una nuova responsabilità. La seconda: per le scuole si apre la possibilità di un salto di qualità enorme, dal momento che l’articolo 15 parla esplicitamente non solo di “scuola aperta” ma di “scuola aperta partecipata”.

Per indicare il contesto in cui si muove l’amministrazione condivisa, Catarci non ha esitato a utilizzare una parola-concetto ambiziosa, intorno alla quale con tanti e tante ha tentato da tempo di costruire, fuori e dentro le amministrazioni di prossimità, molte sfide: autogestione. “Una parte dei miglioramenti della qualità della vita a Roma da molti anni matura grazie all’autogestione… Il Regolamento può essere un punto di partenza importante per cambiamenti sostanziali in quella direzione…”. Un buon modo per proteggere quell’importanza, ha aggiunto l’assessore, è promuovere al tempo stesso reti corte, immaginare e sperimentare la “città dei 15 minuti”, e “reti lunghe”, in risonanza con esperienze di partecipazione dal basso promosse in altri angoli del mondo, a cominciare da città come Barcellona o alcuni territori latinoamericani.

C’è poi il continuo sforzo di “annodare” e “aprire”. Annodare relazioni, tra esperienze di scuole aperte partecipate più robuste e quelle meno, tra persone con ruoli diversi (genitori, studenti, dirigenti scolastici, amministratori locali, soggetti del territorio) e tra nuclei familiari e singoli cittadini sui cui precipitano crisi di tutti i tipi legate alla vita quotidiana. Ma anche aprire: innanzitutto le scuole nei pomeriggi per promuovere attività sociali, sportive, ricreative e culturali e per trasformare le scuole da spazi pubblici in spazi comuni, ma anche aprire relazioni con realtà sociali affini (agli incontri della rete Sap partecipano anche persone che non sono di un’associazione genitori, ma sono comunque interessate a un’idea diversa di partecipazione e di scuola, singoli insegnanti, operatori di associazioni, genitori con incarichi nei consigli di istituti, consiglieri municipali…). Aprire, infine, una stagione di partecipazione, che trova nel Regolamento sull’amministrazione condivisa un punto di partenza e non solo un punto di arrivo per la città e per l’educazione alla cittadinanza attiva.

Sotto la superficie di una Roma soffocata delle mercificazione delle relazioni e degli spazi pubblici, sotto una scuola stanca e troppo spesso chiusa nei suoi edifici, esiste dunque una fitta, eterogenea e diffusa trama di esperienze in azione. Tentano con fatica, ma spesso anche con una certa allegria, di tenere insieme quello che la violenza del produrre e competere lacera e sconvolge.


L’INTERVENTO DI GREGORIO ARENA:
(Registrazione di Roberto Orioli)


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Telefono: 06 6538261
Indirizzo: Via Del Casaletto 400, ROMA

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Un progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il progetto è coordinato da Mo.V.I. - Movimento di Volontariato Italiano
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