
Con il progetto Scu.Ter (Scuole e Territorio) Acmos viene accolta in diverse scuole superiori di Torino tra esperienze di costruzione del gruppo classe e mediazione dei conflitti, ma anche incontri tematici (su disagio e benessere, antimafia sociale, giustizia climatica…). In questa esperienza di scuola aperta partecipata, nella quale i protagonisti sono i ragazzi e le ragzze, Acmos da diversi anni propone anche momenti di scambio e approfondimento in luoghi molti significati: i beni confiscati.
LEGGI ANCHE QUESTO ARTICOLO:
Si tratta, spiegano, di momenti pensati per comprendere meglio “un fenomeno che purtroppo incide, e non poco, nella vita di tutti: quello della criminalità organizzata”. Non si tratta di una gita qualsiasi: “è un’opportunità unica per gli studenti e le studentesse di comprendere il fenomeno mafioso e ragionare insieme sugli strumenti concreti di cui ci si può servire per contrastarlo”.
L’esperienza in Cascina Caccia (bene confiscato alla ‘ndrangheta dove dal oltre dieci anni vengono proposte attività di agricoltura e di educazione) e in Cascina Arzilla (confiscato nel 2004 oggi ospita iniziative di educazione sui temi dell’antimafia e campi estivi di volontariato di Libera) permette di comprendere come la mafia influenza le comunità territoriali, incontrare esperti che raccontano la storia dietro questi luoghi, scoprire come questi spazi siano stati trasformati in risorse per il bene comune.
Le iscrizioni sono aperte e riguardano anche le scuole medie e le elementari. “Speriamo siamo in tanti e tante a unirsi a noi in questa missione – scrive Acmos – per educare e ispirare le nuove generazioni, provando a fare la nostra parte nel contrastare la criminalità organizzata”.
