In molte scuole fare teatro a scuola sta diventando un’attività importante, spesso grazie alle esperienze delle scuole aperte e partecipate. Un breve e illuminante intervento di Franco Lorenzoni, maestro, e un corso formativo per insegnanti ed educatori

Una delle attività che ho più amato fare con bambine e bambini a scuola è il teatro. Sono felice, infatti, quando siamo presi da grande agitazione perché sentiamo la necessità e l’urgenza di costruire insieme uno spettacolo teatrale. Allora l’aria diventa elettrica e tutti ci scaldiamo e sudiamo, cosa che accade raramente a scuola fuori dalla ricreazione.
Mi piace comporre e costruire tutti insieme, in classe, il canovaccio e il copione che darà senso alla nostra rappresentazione, partendo dalle parole emerse nelle nostre tante conversazioni. Spesso propongo di intrecciare le loro immagini con frammenti di testi classici, perché è bello fare entrare in risonanza pensieri e immagini dei bambini con le parole, meravigliose, che ci possono donare Omero, Shakespeare o Brecht…
Qualche anno fa, un po’ per scherzo e un po’ sul serio, ho proposto in sintesi dieci ragioni per le quali, fosse per me, renderei obbligatoria la pratica del teatro in qualsiasi grado di scuola. Credo infatti sia necessario far teatro:
1. perché non si sta seduti;
2. perché si sta con gli altri e mai da soli;
3. perché il corpo è protagonista della conoscenza tutto intero: devo ascoltare, guardare, stare attento e sentire con tutto me stesso;
4. perché la voce suona e cerca un ritmo, facendoci scoprire il cuore delle narrazioni antiche, in cui tutto era ritmo;
5. perché la voce e il corpo in movimento cercano di creare le condizioni perché chi ascolta stia all’erta;
6. perché si deve stare svegli e attenti tutto il tempo, accorgendoci di ogni cosa accada nello spazio e agli altri;
7. perché si prova a entrare nei panni di un altro, che è l’esperienza di conoscenza emotiva e razionale più bella che si possa fare: somiglia all’amore e vive di eros, che è comunicazione totale;
8. perché nel teatro, quando lo si fa davvero e bene, ciascuno ha un ruolo e le parole ce le si scambia, a differenza della scuola delle lezioni frontali, dove sono sempre gli stessi i padroni della parola;
9. perché è un bellissimo modo per allenarsi ad imparare a memoria testi elaborati insieme o della grande tradizione divertendosi, quasi senza accorgercene;
10. perché il teatro vive nella durata e, per entrare nel gioco e metterci in gioco, dobbiamo ri-petere, cioè domandare, domandare e non smettere mai di domandare.
CORSO DI FORMAZIONE GRATUITO In questi giorni comincia un viaggio tra teatro e scuola. Le iscrizioni sono aperte fino al 13 gennaio: il corso si intitola “Teatro? Parliamone! I linguaggi del teatro a scuola” ed è promosso da INDIRE, A.R.T.I. e AGIS/FEDERVIVO PER INSEGNANTI ED EDUCATORI con la partecipazione di numerosi enti regionali di spettacolo fra cui. Suddiviso in due moduli – il primo on line per conoscere e il secondo in presenza (a cura dei circuiti teatrali regionali) per sperimentare a scuola i linguaggi del teatro – il corso è gratuito dura 25 ore (con crediti formativi). Numerosi i temi trattati – il rapporto scuola-teatro, il teatro per le nuove generazioni e le nuove tecnologie, le possibilità linguistiche, la scuola fra arte e artigianato creativo, il corpo e la danza contemporanea – dai docenti coordinati da Claudia Chellini: Franco Lorenzoni, Giorgio Testa, Tonio De Nitto, Claudio Milani, Teatro Sotterraneo, Cristina Valenti, Chiara Bersani, Alessandra Rossi Ghiglione, Chiara Guidi, Aline Nari. Ci si può iscrivere QUI (in caso di problemi tecnici scrivere a ).
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