Un muretto, una scalinata, un albero oppure una panchina. Perché quei luoghi di incontro sono stati importanti e in qualche caso lo sono ancora? Come possiamo trasformare gli spazi pubblici, nel tempo dell’ossessione del controllo, quella che fa vietare il gioco e gli schiamazzi dei cortili e nei giardini o stendere un asciugamano in tante spiagge, in luoghi delle relazioni, del piacere, dell’ovvio e dell’inatteso?