La nostra vita dipende da loro, segnano le nostre emozioni ma anche i nostri giardini, i nostri balconi e i nostri paesaggi. Per questo dobbiamo prendercene cura ogni giorno, dobbiamo smettere di considerarle macchine o comunque una nostra invenzione. Ventinove brevi tesi sulle piante da leggere, approfondire e discutere per ripensare l’idea di ambiente naturale, noi stessi e il mondo
Nella piena conoscenza che ogni essere vivente ha un’origine comune, considerando che le piante nella loro diversità costituiranno sempre un segreto per noi, nell’intento di esaminare più profondamente l’essere della pianta e di proteggerla nella sua unicità, formuliamo le seguenti tesi volte a portare a conoscenza le intime volontà della pianta e a far valere i suoi diritti.
La pianta
1. Le piante sono esseri viventi.
2. Le piante sono imparentate con animali ed esseri umani. Tutti noi abbiamo la nostra origine da un essere unicellulare, il quale in un’evoluzione continua nell’arco di 3 miliardi di anni si è differenziato in una straordinaria biodiversitá.
3. La storia comune comporta molte similitudini a livello cellulare.
4. Eppure le piante sono allo stesso tempo diverse da animali ed esseri umani. Per esempio sono legate ad un luogo specifico ed esercitano la fotosintesi. Sono la base nutritiva di animali e esseri umani.
5. Non dobbiamo cadere nella tentazione di trattarle come esseri umani. Le piante non sono neppure degli animali “più lenti” o “inferiori”, bensì una forma di vita indipendente.
6. Come ogni essere vivente le piante reagiscono al loro ambiente in continuo mutamento. Loro comunicano tra di loro e pure con altre forme di vita, sopra e sotto la terra, impiegando profumi ed altri molteplici segnali. La loro crescita e le loro reazioni all’ambiente circostante non sono solo dei riflessi genetici prefissati. Le piante si adattano individualmente.
7. Sulla sensibilità delle piante sappiamo ancora molto poco. La biologia delle cellule e quella molecolare forniscono degli indizi di tali capacità; tuttavia manca una catena completa indiziaria. Stabilire che le piante non avrebbero alcuna sensibilità e non potrebbero sentire dolore è tanto speculativo come sostenere la tesi contraria.
8. Proprio perché non sappiamo se le piante sentano dolore, il nostro comportamento nei loro confronti deve essere rispettoso.
9. Anche le piante sono individui.
10. Le piante vivono il pianeta a modo loro. Hanno un proprio essere. Vivono il proprio sé. Questo sé per noi è difficile da comprendere. Eppure scopriamo che ciò esiste.Se le piante vengono osservate e trattate esclusivamente come oggetti a nostra completa disposizione non rendiamo loro giustizia.
Piante e ambiente
11. Le piante sono legate al luogo. Per questa ragione hanno un rapporto ben diverso da animali ed esseri umani con il loro ambiente. Possono eludere il loro ambiente solo molto limitatamente, non possono scappar via.
12. Le piante hanno una grande capacità di adattamento. Stanno in un continuo scambio con l’ambiente che le circonda. Vivono in una rete dinamica di rapporti e effetti di scambio, che loro stesse possono influenzare molto di più per esempio degli animali.
13. Ovviamente le piante si caratterizzano da un alternarsi tra uno sbocciare nell’ambiente ed un ritiro su se stesse così come attraverso pulsazioni ritmiche a seconda delle stagioni e altre fasi temporali. E ancora attraverso possibilità uniche di diffusione, che sono in grado di superare grandi distanze e lunghi periodi.
14. Per questo è un nostro dovere, prenderci cura dell’ambiente, dal quale le piante sono così dipendenti e regolate.
15. In questo processo bisogna tener presente, che il rapporto tra geni e ambiente non è unidirezionale. Fattori ambientali possono avere una tale influenza sulle espressioni genetiche, che nuove caratteristiche possono essere ereditate stabilmente, senza modificare le sequenze di DNA. Un punto di vista riduttivo, che si concentra esclusivamente sulla genetica, è dubbio. Ciò ammonisce all’attenzione nelle manipolazioni di riproduzione.
Piante e esseri umani
16. L’esistenza umana dipende direttamente dalle piante. Molte piante possono invece vivere molto bene senza l’essere umano.
17. Il rapporto tra piante e uomo/donna è impregnato culturalmente e storicamente e perciò come tutta la Cultura, aperto a trasformazioni.
18. Le piante sono la base del nostro nutrimento. Ragion per cui la nostra cultura non può essere separata dalle piante. Per questa ragione le piante hanno diritto alla nostra attenzione.
19. Le piante sono importanti per la vita emozionale dell’essere umano. Il loro profumo, la loro bellezza, il loro nutrimento e la loro cura ci stanno a cuore. Loro caratterizzano i nostri giardini e i nostri paesaggi.
20. Dobbiamo imparare a comprendere ex nuovo queste molteplici dipendenze e legami tra l’essere umano ed il mondo delle piante. Nel quotidiano e nell’arte questo processo é già iniziato. Sul piano scientifico c’é ancora molto da recuperare.
21. Il nostro relazionarci con le piante, ha un significato per il nostro stesso stile di vita. Come noi ci rapportiamo con le piante riflette il nostro comportamento con altri esseri viventi e con noi stessi. Il valore, che diamo alle piante, dipende dal nostro progetto di vita.
22. Se percepiamo le piante come dei macchinari, questa scelta dice qualcosa su di noi, osservatori, non sull’essere della pianta. Questa visione di macchina investe tutti gli esseri viventi – anche l’essere umano.
23. Al contrario che con l’essere umano, nel rapporto con le piante mancano spesso riserve di natura morale.
24. Noi non possiamo cogliere in maniera scientifica l’essenza completa delle piante. Ci sono frontiere nella conoscenza teorica. Stiamo difronte alle piante come dei ricercatori dell‘immenso.
25. Se noi ci rapportiamo alla pianta come se essa sia un essere a sè stante e accettiamo questa visione, sviluppiamo sensibilità e capacità, che ci permettono, di comprenderla profondamente nella sua essenza. In lei e attraverso lei vivremo la completezza.
26. Il nostro atteggiamento con le piante non dovrebbe essere solo guidato da argomentazioni scientifiche. Le scienze naturali sono solo una via di conoscenza tra molte altre, nonostante il loro significato per le società moderne. La scienza non è a priori più importante di altre metodologie di conoscenza.
27. I nostri rapporti con le piante si sviluppano su diversi livelli: scientifici, umanistici, artistici, intuitivi, religiosi, emozionali, estetici e naturalmente pure sul piano nutritivo. Difronte a queste ed altre vie di sapere è necessario essere aperti.
28. La nuova conoscenza della pianta esige, che tutte queste metodi di conoscenza siano riconosciute ed utilizzate.
29. Le piante hanno un’enorme flessibilità e si possono adeguare a molti tipi di manipolazione. A prima vista non ci comunicano segnali evidenti, di quali siano i limiti della loro vulnerabilità. E per questa ragione è ancora più importante che noi troviamo questi margini insieme. Il non-sapere obbliga.
Supportati da queste tesi, giungiamo per ora alla stesura dei seguenti diritti delle piante.
Se accettiamo i diritti fondamentali delle piante, questo non significa, che non possiamo più mangiarle né utilizzarle in altra maniera. Così come i diritti acquisiti dagli animali non significano che questi ultimi si debbano assolutamente eliminare dalla catena alimentare. Invece vuol dire che dobbiamo ancor più rispettare il loro essere e che pure nei rapporti con le piante esistono limiti.
I. Diritto alla riproduzione
Metodi e strategie, che causano sterilità, necessitano giustificazioni etiche e morali.
La tecnologia terminatore e altri metodi per la creazione di sterilità che hanno come unico scopo l‘utilizzo delle piante per massimizzare il guadagno economico, violano questo diritto.
II. Diritto di autonomia
Le piante non sono cose. Non devono essere strumentalizzate e controllate a piacere. Il proprio diritto di autonomia va tenuto in considerazione.
III. Diritto all’evoluzione
L‘evoluzione, in special modo la capacità di adeguamento delle piante ad un ambiente in via di cambiamento, si basa su molteplicità genetiche. Se questa viene limitata, ciò influenza anche la capacità di sviluppo. Per questa ragione oggi accanto alla protezione della diversità delle specie anche la protezione della diversitá genetica é diventata un obbligo.
IV. Diritto alla sopravvivenza della propria specie
La protezione della diversità di specie esistenti e di conseguenza il diritto di tutti i tipi di pianta alla sopravvivenza risultano dal valore della biodiversità.
V. Diritto alla ricerca e sviluppo rispettosi
Questo diritto richiede che la ricerca e l’industria debbano essere nella posizione di prendere in considerazione la pianta in quanto essere e rapportarcisi con rispetto. Questo richiede l’utilizzo di tecniche di elaborazione aperte ed interdisciplinari. Si esclude che le piante vengano considerate delle cose illimitatamente a disposizione.
VI. Diritto al non essere brevettati
Le piante non sono un’invenzione. Nessuna pianta deve la sua esistenza a un intervento umano. I brevetti sulle piante sono da rifiutare, non solo per ragioni socio-economiche, bensì pure per lo stesso essere della pianta stessa.
I diritti qui elencati sono stati formulati da esseri umani. Per questa ragione sono validi solo fin dove possano essere rispettati dal fare umano oppure quando vengono lesi attraverso esso. Dato che nessuno può essere obbligato a fare qualcosa che non sia nelle sue facoltà.
Autrici e autori
Florianne Koechlin, iniziatrice del progetto, biologa, Istituto Blauen di Basilea, autrice di Chiacchiere di piante
Daniel Amman, PD Dr., amministratore delegato del gruppo svizzero di tecnologia genetica SAG
Eva Gelinky, Dr., collaboratrice scientifica di ProSpecieRara
Benny Haerlin, Direttore degli uffici di Berlino della Fondazione Zukunftstiftung Landwirtschaft e della Campagna “Save our Seeds”
Martin Ott, Mastro agricoltore, Gut Rheinau (CH), Presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione FiBL (Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica, Frick)
Beat Sitter-Liver, docente di filosofia pratica, Universitá di Freiburg (CH)
Werner Stumpf, Dipl.-Ing., Istituto di Giardinaggio, Frutticoltura e Viticoltura dell’Universitá delle Riserose Naturali di Vienna (BOKU)
Edgar Wagner, Fisiologia delle Piante, prof. em., Albert-Ludwig-Universität di Freiburg im Breisgau (D)
Amadeus Zschunke, Dipl.-Ing. (Scuola tecnica) Giardinaggio, Amministratore delegato della Sativa Rheinau AG – piante e semenze biologiche (CH)
E con la collaborazione di
Günter Altner, prof. Dr. Dr, Dr. h.c., Biologia e Teologia, Berlino (D)
Nikolai Fuchs, Direttore del settore per l’Agricoltura, Libera Università delle Scienze Umane am Goetheanum, Dornach (CH)
Andrea Heistinger, Dipl.-Ing., Ufficio Semina Concetti di piante colturali, Schiltern (A)
Christian Hiss, Mastro giardiniere, Eichstetten am Kaiserstuhl (D)
Markus Ritter, Biologo, Socio Life Scíence AG, Basilea (CH)
Jürg Stöcklin, Prof. Dr., Istituto Botanico dell’Universitá di Basilea (CH)
Traduzione in italiano dal testo in lingua tedesca del 2008:
D. Di Bartolo e W. Rauch, Aprile 2018
Titolo originale completo: Le tesi di Rheinau sui diritti delle piante. Scoprire le piante ex novo
Scelto e tradotto da Daniela Di Bartolo, che scrive: “Dopo aver letto uno dei tanti bei libri (Pflanzenpalaver, di Florianne Koechlin) che hanno segnato il mio cammino in armonia con la Natura sono venuta a conoscenza di queste tesi. Ho contattato due dei firmatari e ho chiesto loro se avessero una traduzione in italiano e quindi il permesso di occuparmene. Perché? Perché ci credo e perché sono convinta che debbano essere divulgate, pure per far sentire tutt* coloro che la pensano come noi … un po’ meno soli e piú forti nel loro Amore verso Madre Natura. Grazie”. Di Daniela Di Bartolo leggi anche Salviamo i semi.
Luca Conte dice
Bellissimo!
Grazie infinte per avere condiviso con noi questi bei pensieri.
Mariasole dice
necessario per adulti e piccini…pensieri profondi da diffondere come il vento per salvare la natura, complimenti e grazie …