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Il più grande comune agricolo Ue

Monica Di Sisto
24 Aprile 2012

Pubblichiamo alcuni stralci di un documento per la salvaguardia dell’agro romano diffuso da un gruppo di cittadini e contadini, ma anche cooperative e organizzazioni sociali. Il documento nasce dall’idea di alcuni agricoltori e dalla volontà di giovani disoccupati di ritornare all’agricoltura, e dall’impossibilità pratica di accedere alla terra per mancanza di credito che per gli scarsi finanziamenti erogati all’agricoltura. Il documenta e la campagna che è nata subito dopo sono il risultato del presidio che si è svolto nel gennaio 2012, nel comprensorio agricolo di Tor Marancia (circa 200 ettari di superficie, nel Municpio XI, all’interno del Parco dell’Appia Antica), terreno che è in corso di acquisizione da parte del Comune. Il presidio è stato promosso dalla cooperativa Carlo Pisacane, dalla società agricola Co.R.Ag.Gio, dalle cooperative Agricoltura nuova e Co.Br.Ag.Or insieme a TerritorioRoma, alla C.I.A. (Confederazione Italiana Agricoltori) Roma e Aiab.

Centrale nella vertenza è che Roma rimanga il Comune agricolo più grande d’Europa e questo grazie all’attività degli agricoltori, la cui sopravvivenza è costantemente minacciata dall’espansione urbanistica e dall’assenza di ricambio generazionale. Nonostante si riscontri un interesse crescente per il ritorno alla terra e una rinnovata attenzione dei consumatori per le produzioni locali, la campagna dell’Agro Romano, ricca di storia e cultura e che, per tanta parte della storia della capitale ne ha determinato la ricchezza e i rapporti di potere, vive in attesa del cambio di destinazione d’uso tramite variante urbanistica… Allo stesso tempo, in città, l’agricoltura e la vita rurale riemergono negli spazi interstiziali, sugli argini dei fiumi, riqualificano le periferie degradate. Uno scenario pasoliniano fatto di palazzi e campagna, ruderi antichi e moderni centri commerciali, strade veloci e pascoli lenti, in un eterno contrasto tra la città che tracima dai propri confini e, dall’altra, una campagna che si insinua di fatto nel consolidato: una lotta di reciproche espansioni come olio nell’acqua.

Immaginiamo l’Agro Romano e i terreni agricoli urbani gestiti con la creatività, la vitalità economica e la dedizione degli agricoltori. Nonostante il risultato delle politiche agricole sia la tendenza all’accentramento delle terre in mano a chi con esse non ha un diretto rapporto di produzione e cura, sono proprio le aziende a svolgere una importante funzione di salvaguardia del territorio e ad aver rilanciato i mercati locali con la creazione di nuovi circuiti di produzione e consumo a livello territoriale, con il recupero e la valorizzazione dei prodotti tradizionali e della biodiversità agricola.

Per quanto concerne il Comune di Roma, si susseguono assegnazioni di immobili su terreni agricoli con procedure non trasparenti, a soggetti che nulla hanno a che vedere con l’agricoltura, o progetti di utilizzazione inadeguati alla vocazione e alla storia di quelle aree. Al contrario, è evidente che nell’Agro Romano vi sono aziende agricole ben strutturate, professionali e forti di esperienze pluriennali di lavoro e di rapporti che possano sostenere l’insediamento dei giovani e costituire nuovi esempi di spazi agricoli produttivi e multifunzionali. Per questo riteniamo intollerabile lo stato di degrado in cui versano ad oggi molte di queste aree e il grave ritardo con il quale l’Amministrazione di Roma Capitale sta portando a compimento le procedure di acquisizione previste dalle compensazioni urbanistiche, alcune delle quali derivano da vertenze “storiche” sostenute dal tessuto associativo locale.

Quindi si chiede alle Autorità competenti attenzione e risposte, atti politici e azioni conseguenti alle seguenti richieste:

1) Contrastare le politiche urbanistiche di ulteriore espansione edilizia a danno dell’agro romano e perseguire una riorganizzazione dell’area metropolitana fondata sulla “discontinuità ambientale” intesa come elemento di connessione e di identità degli insediamenti urbani esistenti. Pertanto è necessario annullare il bando per la trasformazione urbanistica delle aree agricole approvato con la delibera di giunta comunale 315/2008, intervenire sui toponimi attraverso programmi urbanistici dove la rettifica dei perimetri risponda solo ad effettive esigenze di riqualificazione e non a logiche meramente immobiliari, escludere le aree agricole dagli accordi di programma in deroga consentendo solo quanto previsto dalla normativa regionale vigente.

2) Portare rapidamente a compimento tutte le procedure tecniche e amministrative per l’acquisizione pubblica delle aree interessate.

3) Definire una strategia di utilizzo dell’intero sistema delle aree agricole di pregio già patrimonio pubblico, acquisite ed in corso di acquisizione da parte del Comune di Roma partendo dalla necessità del loro utilizzo agricolo. Evitare dunque che esse vengano trattate come aree verdi standard, dotate di spazi e attrezzature per un’utenza di tipo generico, quando sono, per vocazione e storia, parte integrante del patrimonio produttivo dell’Agro Romano e hanno, insite, valori storici, ambientali e paesaggistici molto elevati. Si richiede, inoltre, un’attenta vigilanza affinché le risorse economiche previste dalle compensazioni siano utilizzate in modo coerente al raggiungimento di questo obiettivo.

4) Individuare, censire e fare una ricognizione dei terreni e dei territori che possono essere definiti parchi agricoli come previsto dal nuovo Piano regolatore generale del Comune di Roma ed eventualmente inserirle in un catasto agricolo dell’amministrazione.

5) Predisporre un adeguato strumento pubblico trasparente per l’assegnazione con contratti agrari dei terreni con vocazione agricola nella disponibilità di Roma Capitale, della Provincia di Roma, della Regione Lazio, dell’Agenzia del Demanio e di altri Enti ad aziende agricole che favoriscano anche l’occupazione l’imprenditoria giovanile sulla base della valutazione del progetto aziendale, dell’integrazione con forme di gestione della fruizione, della manutenzione dei territori e servizi per la cittadinanza e della tutela delle aree interessate.

6) Creare normative, forme di sostegno e di credito a favore delle realtà che investono su questo percorso, preferendo, laddove sono presenti quelle di giovani, di lavoratori sociali, soggetti espulsi dal mondo del lavoro e donne, riproponendo l’aiuto del Piano di Sviluppo Rurale e delle Politiche Comunitarie anche a sostegno dell’area AgroRomano.

[Per adesione: info@territorioroma.i]t

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