L’abbandono del luogo d’origine, motivato da diverse ragioni, non è mai soltanto fisico: ci si allontana dalla vita di ogni giorno, affetti, consuetudini, saperi, spesso da oppressioni. D’altra parte l’accoglienza in un luogo non può mai essere legata soltanto ai bisogni primari di protezione: c’è bisogno di riconoscimento, partecipazione, responsabilità, scambio. La Giornata mondiale del rifugiato (20 giugno) per l’ong GUS è stata vissuta attraverso tante iniziative (ad Alghero, Lecce, Uggiano la Chiesa, San Cesario, Andrano) per cercare di oltre il ricordo della Convenzione di Ginevra sui rifugiati: giornate di quel tipo, spiegano al GUS, hanno senso se sono prima di tutto un’occasione per rafforzare i legami sociali di donne e uomini di origine diversa con i territori nei quali vivono.
La loro GMR 2024 è cominciata lunedì 17 giugno a Lecce con una conferenza stampa che ha presentato “NOI”, una campagna di informazione di grande impatto (curata insieme ad Andrea Gabellone, fotografo): in questi giorni alcuni manifesti delle strade di Lecce e del comune salentino di Andrano raccolgono storie di rifugiati ospiti delle strutture di accoglienza gestite dal GUS e raccontano, al contempo, gli stereotipi e le discriminazioni che inquinano lo spazio pubblico, a cominciare dai social, quando si parla di migrazioni.
Tutte le foto e un articolo sono nel sito del GUS.
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