Alla fine non chiedono mai scusa. Non stiamo parlando dei carabinieri, ma dei media che dopo i moti di protesta dei giovani di Corvetto, che chiedevano “verità e giustizia”, hanno subito bollato di “strumentalizzazione violenta” quella presa di parola collettiva. Avevano ragione loro, quei ragazzi delle periferie di Milano. Perché accade questo? Scrive Luca Casarini: “Perché la razzializzazione è un fenomeno sistemico: è dentro di noi, incistata nel nostro sistema sociale, e sbuca da tutte le parti… I carabinieri sono centomila in Italia, e certo non sono mica tutti così. Ma in questo paese il problema esiste, e non è dei carabinieri. È nostro, di tutti noi, della piega sempre peggiore che sta prendendo la faccenda, a ogni livello, a cominciare dall’alto delle cariche dello stato, passando per i media, per finire all’ultima ruota del carro, come quei carabinieri appunto….”

Alla fine non chiedono mai scusa. Non stiamo parlando dei carabinieri, visto che il caso è quello dell’omicidio, per dolo eventuale, volontario, o non intenzionale, o per eccesso di zelo, fate voi, di Ramy Elgaml, 19 anni, di Corvetto, Milano, morto in una notte come tante a causa di un inseguimento folle e di uno speronamento da parte di una gazzella dei CC. A non chiedere scusa sono i giornalacci e giornaloni, che dopo i moti di protesta dei giovani di Corvetto, che chiedevano “verità e giustizia”, hanno subito bollato di “strumentalizzazione violenta” quella presa di parola collettiva. Eh sì, perché come prima cosa, in un paese civile veramente, ci sarebbe adesso da scrivere titoli a nove colonne con la parola “Scusate”.
Avevano ragione loro, che hanno rovesciato i cassonetti in mezzo alle strade del quartiere dove sono nati e cresciuti, figli di genitori migranti che dopo vent’anni sono più italiani di Briatore, che la residenza ce l’ha a Montecarlo. Avevano ragione, e per fortuna che con i mezzi che avevano, alimentati da una determinazione che impedisce che la rabbia diventi cieca disperazione, hanno fatto si che quella verità intanto, non venisse insabbiata. Non è detto che ci sia giustizia, non sarebbe la prima volta, ma da quella verità adesso non scappa più nessuno.
Nessuno chiede scusa per un motivo più complesso dell’ipocrisia e della codardia, che pure trasudano dalle parole dei grandi opinion leader: si chiama razializzazione, ovvero, come dicono le migliori enciclopedie, “il processo attraverso cui un gruppo dominante attribuisce caratteristiche razziali, disumanizzanti e inferiorizzanti, a un gruppo dominato, attraverso forme di violenza diretta e/o istituzionale che producono una condizione di sfruttamento ed esclusione materiale e simbolica. La parola razzializzata/o ci consente di vedere come la razza, che non esiste biologicamente, serva a mantenere rapporti di potere”. Giornalacci e giornaloni, su questo, si esercitano in “convergenze parallele”.
I giornalacci non chiederanno scusa ai giovani di Corvetto, perché della razzializzazione fanno il loro credo, non più nascosto né dissimulato: sono proprio convinti che noi “bianchi”, diciamo da Berghem de Hura a poco sotto Viterbo, dobbiamo difendere la nostra “superiorità”, culturale, morale, religiosa, dall’invasione islamica dei migranti: chissenefrega se il padre e la madre di Rami sono qui da vent’anni, lavorano, pagano le tasse, e cercano di tirar su famiglia. Restano e resteranno sempre “stranieri”. E non stranieri come Musk, sudafricano bianco che ci insegna a vivere. Perché nel nostro mondo, chi è ricco o straricco, non è mai straniero. Stranieri perché neri o scuri di pelle, perché venuti dal sud, poveri, ad abitare le “nostre città”. I giornaloni invece, sono più politically correct, o “fact cecking” come dicono i “progressisti”.
Ma non chiederanno mai scusa ai ragazzi di Corvetto, perché alla fine “la via della violenza è sempre sbagliata”. O forse perché, quella presenza così diversa in fondo, dello “straniero”, quando smette i suoi panni di subordinazione e alza la voce, in fondo fa paura anche a loro. C’è sempre della comodità anche a sinistra da difendere, lì nella Ztl.
Questo accade perché la razzializzazione è un fenomeno sistemico, e non è questione di razzisti o no, di buoni o cattivi. È dentro di noi, incistata nel nostro sistema sociale, e sbuca da tutte le parti. Se un gruppo di maschi cretini e ubriachi, molesta sessualmente a Capodanno delle ragazze bianche, non si insiste sul fatto che si tratta di maschi, ma di immigrati, e per giunta dal colore scuro della pelle. Mandano a fanculo la polizia e gli italiani con un video di trenta secondi, ma siccome non sono trapper da milioni di follower e di euro, non si invitano a Sanremo, ma si spiccano i mandati di cattura. E sono islamici. La “guerra di civiltà” è servita. Questa narrazione continua, martellante, è un fenomeno globale: con la bufala degli abitanti di Springfield di origine haitiana che si mangiano i cani e i gatti dei vicini bianchi, si sono vinte delle elezioni negli Usa. E i giovani carabinieri, che decidono di lanciarsi all’inseguimento di uno scooter che fugge appena vede la gazzella – e non c’era stato nessuno Alt come racconta l’amico di Rami che lo guidava – non li leggono i giornalacci e i giornaloni? Probabile più i giornalacci, ma non sono anch’essi cresciuti e addestrati, formati, educati dentro questo sistema razzializzato? Se uno scooter con due giovani a bordo, arrivando dalla piazza di Corvetto, corre via veloce quando li vede, di sicuro saranno “maranza”, migranti di seconda o terza generazione, e di sicuro vanno fermati a ogni costo, perché pericolosi. Adesso che la verità, grazie al casino che hanno fatto i ragazzi di Corvetto, è saltata fuori, il sistema razzializzato alza l’asticella: se si fermavano non succedeva niente. Un’altra bugia, per sostituire quella della tragica fatalità ora inservibile. Se sei un figlio di migranti, non è vero che non ti succede niente. O meglio, può darsi che te la sfanghi, ma è molto probabile che sarai preso a schiaffi, che passerai la notte in una cella, e forse anche peggio. Perché non ti sei fermato viene chiesto al ragazzo sopravvissuto: “Non avevo la patente, ho avuto paura”.
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Alla fine, dal punto di vista “tecnico”, abbiamo un ragazzo morto di 19 anni e uno di 22 quasi morto e che sarà condannato al carcere (con una pena pesante, magari per compensare qualche danno di immagine ai carabinieri), per una infrazione amministrativa. Come è formalmente un reato minore non fermarsi all’Alt, che peraltro non c’è nemmeno stato. Guidando un mezzo super riconoscibile e con una targa. Senza nessuna segnalazione di pericolo ricevuta, anche se hanno tentato di montare la storia della collanina rubata, poi risultata di proprietà del conducente con tanto di scontrino.
I carabinieri sono centomila in Italia, e certo non sono mica tutti così. Ma in questo paese il problema esiste, e non è dei carabinieri. È nostro, di tutti noi, della piega sempre peggiore che sta prendendo la faccenda, ad ogni livello, a cominciare dall’alto delle cariche dello stato, passando per i media, per finire all’ultima ruota del carro, come quei carabinieri appunto. Quelli che dopo aver capito che danno irreparabile avevano fatto, sono andati a minacciare Omar, il testimone, e gli hanno fatto cancellare il video dove si vedeva lo speronamento dell’auto che ha schiacciato lo scooter contro il palo del semaforo.
E qui, oltre alla razzializzazione che è una delle cause sistemiche di queste e altre tragedie, siano esse in mezzo alle nostre città o nelle periferie urbane, in mezzo al Mediterraneo o in un lager libico, c’è una combinazione fatale: la costruzione dell’immaginario della “guerra civile”. Razzializzazione e creazione della guerra civile, insieme, creano un mix letale. Se la costruzione del “nemico esterno”, i migranti, ha una sua funzione di “distrazione di massa” dai problemi veri – tutti quelli di cui non ha parlato la nostra premier influencer durante lo show di inizio anno, per capirci – l’immaginario della guerra interna, civile, è il veicolo per passare dallo stato di diritto allo stato di polizia. Il nuovo decreto sicurezza, ddl 1660, è un buon esempio di questo superamento definitivo delle costituzioni repubblicane novecentesche, troppo ancorate alla cultura dei diritti collettivi e uguali per tutti. L’assunzione del “populismo penale”, con l’aumento dei reati, delle pene, del carcere, ne costituisce un tratto fondamentale. Per questo non passerà nessuna amnistia, come chiesto da papa Francesco per il Giubileo, nemmeno a fronte del mattatoio umano che sono diventate le patrie galere. Descrivere le nostre città come luoghi della guerra civile, serve al potere costituito per legittimare lo stato di polizia, e tentare di governare la sempre più ampia massa di poveri, assoluti o relativi, che le abitano. La guerra infatti, sospende la costituzione: prevede leggi speciali, poteri speciali, e ogni circostanza, anche due ragazzi in scooter che non si fermano, diventa una circostanza speciale. La destra al potere sta soffiando sul fuoco della guerra civile anche in questo caso: il “diritto allo speronamento” potrebbe diventare presto il diritto a sparare.
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… penso che hai ragione, e penso anche che si restringe sempre più il numero di quelli che riescono a sottrarsi al pensiero di giornaloni, giornalacci e televisionacce, ascoltando i commenti sui bus o nelle sale di attesa.
Sono il primo a condannare ogni forma di violenza,le proteste dovrebbero essere pacifiche.Ma qui il problema è ha radici molto più profonde.
A parte i soliti Troll-BOT,amici e simili che tenteranno di inondare i commenti tipo ‘w i carabinieri ecc.ecc.’…
di fatti e numeri riguardo il grosso problema delle polizie militari che hanno giurisdizione civile con le decisive conseguenze politiche per molte nazioni dove queste esistono, insieme con le soluzioni POLITICHE che è urgente adottare:
https://politica348.blogspot.com/2024/03/la-cupola-di-stato-gli-intoccabili_12.html
ABBIAMO CAPITO COSA VUOL DIRE APPROVARE IL DDL “sicurezza?…IL DDL “sicurezza” E’ UNA LEGGE FASCISTA E DEVE ESSERE RITIRATO
IL DDL “sicurezza”che lorsignori vogliono approvare definitivamente venerdi al Senato è UNA LEGGE “FASCISTA” che distrugge lo STATO DI DIRITTO e impone di fatto UNO STATO DI POLIZIA. Non è una “legge bandiera” come dice il manifesto ma una legge con cui si cerca di costruire IL NUOVO REGIME. Sull’onda e sulla scia del TECNO-FASCISMO planetario del miliardario folle MUSQ e del MILIARDARIO DELINQUENTE GOLPISTA TRUMP.Che sta sotto-mettendo tutto il capitalismo delle piattaforme e la Silicon Valley. E che mentre LOS ANGELES BRUCIA e COPERNICUS dice che il 2024 è L’ANNO PIU’ CALDO DI SEMPRE e l’1,5 gradi da raggiungere al massimo a fine secolo secondo l’accordo di PARIGI 2015 è stato già raggiunto quest’anno dimostrando che è in atto una ACCELERAZIONE che FA PAURA E LA CRISI ECOLOGICA E CLIMATICA è centrale e dirompente….disconosce IL RISCALDAMENTO GLOBALE e la fenomenologia che ne deriva e che il capitalismo fossile crea ,cioè disconosce e deride la REALTA’EVIDENTE, e dice che l’incendio non è stato spento dal governatore incapace senza mai nominare il perché della catastrofe in atto. Ma è proprio ora che non bisogna dimenticare che gli USA sono stati e sono i principali responsabili dell’APOCALISSE IN ATTO. Ma il CAPO DELL’IMPERO è questo demente criminale da cui la fascista Meloni è andata a prendere ordini. E là dove bastava una telefonata è nata una sceneggiata per praticare di fatto IL PREMIERATO. Così in queste ore mentre c’è chi giustamente protesta perchè un ragazzo è stato “ucciso” dai carabinieri a Milano ( e tutti l’hanno visto in TV) si caricano i manifestanti e si organizza la manipolazione mediale del senso della realtà. Senza mai dire che RAMY è stato ucciso. Anzi si sta facendo risultare i manifestanti come aggressori della polizia. Per giustificare manipolare far passare silenziare impaurire passivizzare…e procedere sulla strada dell’ORBANIZZAZIONE dell’Italia. E non è certo un caso se lorsignori cercano in tutti i modi di “fideizzare” i corpi armati dello Stato. E’ perché si cerca di trasformarli in “SQUADRISTI DI STATO”. E LE ZONE ROSSE estese in tutte le città? . Trasformando come sempre il disagio sociale diffuso che aumenta proprio in seguito alle loro politiche in colpa e crimine …? E’ la riscoperta e la continuazione di GENOVA 2001. Quando, per difendere IL G8 ( il G7 +PUTIN che allora andava bene all’Occidente… era compagno di bagordi di BERLUSCONI piduista delinquente di Arcore …) lorsignori organizzarono, per DIFENDERE LA ZONA ROSSA DEI “POTENTI” il massacro per le strade e le torture a BOLZANETO e alla DIAZ per fermare frenare il movimento anti-globalizzazione liberista.Da ricordare è che fu ucciso CARLO GIULIANI e che FASSINO segretario di partito la sera prima del grande corteo di protesta del giorno dopo uscì in TV e invitò i “suoi compagni” a non-partecipare al corteo… e che tutti i coinvolti nel massacro hanno fatto “carriera”. Allora in questura c’era il “fascista” FINI appena “sdoganato” e al governo a dirigere le operazioni, ora al governo c’è la “FASCISTA” MELONI. Molti non sanno…ma i ragazzi di PISA che protestavano per il genocidio in Palestina, armato e appoggiato da tutto l’occidente e dal governo in carica, sono stati imbottigliati e massacrati e sono stati vittime di un questore che dirigeva le operazioni che era vice-questore a Genova. La situazione del paese è grave perché manca un punto di riferimento politico e culturale credibile e l’opposizione “istituzionale, PD CONTE FRATOIANNI (per abbreviare), non sono all’altezza della situazione perchè sono distanti dai movimenti non hanno “radici” e memoria storica e non hanno una visione e uno sguardo aderente alla realtà e nello stesso tempo prospettico. E’ quindi necessario fare della PIAZZA DI ROMA DEL 14 DICEMBRE un nuovo soggetto politico. Che sorge dal basso e non è un partito e si organizza nelle città come assemblea dei movimenti della cultura e della società civile. Cominciando da VENERDI con UNA INSORGENZA NAZIONALE diffusa e plurale creativa e non violenta. RESISTENZA! Facendo della disobbedienza civile del boicottaggio del sabotaggio e della pratica di UN NUOVO STILE DI VITA l’asse portante di una RIFONDAZIONE della politica e della difesa della Costituzione e della DEMOCRAZIA.
Gaetano Stella – lago di Chiusi-14-01-25
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