Il vangelo del consumo, nel quale sono imbrigliati ampi strati della popolazione messicana, continua a essere in vigore, ma si diffondono resistenze di indole molto diversa. In questo periodo si è resa evidente la profonda immoralità e irresponsabilità di capitalisti e funzionari e delle istituzioni al loro servizio. La cognizione di questo comincia a far parte di una consapevolezza abbastanza generale. Le reazioni nelle élites si fanno sempre più ansiose e pericolose, a cominciare da alcune espressioni paradossali quanto violente della destra politica. La cosiddetta sinistra brilla per la sua assenza o contribuisce ad aggravare la situazione. In questo contesto, diventa particolarmente difficile praticare con giudizio e senza violenza una disobbedienza sensata e responsabile di fronte a politiche incapaci di incanalare l’impegno collettivo per affrontare le sfide attuali. Assieme al crescente autoritarismo, si accentua il caos, di cui nel Chiapas continuano ad approfittare i paramilitari. Nella base sociale lo sconcerto e anche la disperazione spingono la gente in direzioni molto diverse. Resta disattesa la principale priorità: il cibo. Invece di cercare di assicurare un’alimentazione sana per tutti, la cosa più importante di fronte alla pandemia, non si presta attenzione alle situazioni di insufficienza alimentare estremamente gravi nelle quali si trova un quinto della popolazione. Sforzi notevoli che a livello di base rigenerano pratiche tradizionali e moltiplicano gli orti urbani, organizzando nello stesso tempo solidarietà e condivisione, vengono spesso realizzati in contrasto con le autorità

Tanto travisamento induce alla risata; ci sono gesti e atti realmente ridicoli. Però le distorsioni devono preoccuparci: la deformazione e la disarticolazione che dilagano. Gli estremi a cui certe forze classificate di destra sono giunte hanno due facce. Da una parte, le squalificano ed evidenziano sia la loro bassezza d’animo che la loro mancanza d’immaginazione e talento. Dall’altra, causano grandissima preoccupazione: polarizzano sempre più ampi settori della società, li caricano di violenza e conducono a confronti rischiosi.
Non siamo di fronte a una corrente ideologica consistente, con un corpo dottrinale definito, che riesca con le sue idee a persuadere la gente. Non si tratta ormai neppure delle maschere dietro le quali si nascose il capitalismo per rendersi allettante e sedurre la gente, al fine di sottometterla alla schiavitù del consumo e del lavoro. Tutto questo persiste e ci sono ancora intellettuali organici al sistema dominante che sbandierano le sue virtù, però abbiamo di fronte qualcosa di più pericoloso. Tempo fa lo chiamavamo, in maniera erronea, fascismo. Possiamo riconoscere le sue radici in quella tradizione, propria di un luogo e di un’epoca, però dobbiamo indicare anche le differenze.
Continua ad essere in vigore il vangelo del consumo, nel quale sono imbrigliati ampi strati della popolazione, ma si diffondono resistenze di indole molto diversa. Consumatori organizzati sono riusciti a generare leggi, disposizioni e, soprattutto, comportamenti che hanno tolto al consumo la sua sembianza non solo innocente, ma anche benefica. Mesi di confinamento e di perdita del lavoro e delle entrate hanno consentito di riconsiderare i modelli imposti e creare alternative; molta gente è riuscita a evadere dal mercato, anche se solo parzialmente.
In questo periodo si è resa evidente la profonda immoralità e irresponsabilità di capitalisti e funzionari e di istituzioni al loro servizio. La cognizione di tutto questo ha cominciato a far parte di una consapevolezza abbastanza generale. Manca ancora molto perché la maggioranza riesca a liberarsi di tutto il consumismo in cui continua ad essere intrappolata, però c’è uno stato d’animo nuovo che stimola iniziative di immenso valore.
Tutti questi fatti producono reazioni ansiose nelle élites, conducendole a follie sempre più pericolose. Nella base sociale si diffondono comportamenti violenti e irresponsabili di individui, gruppi e organizzazioni che si sentono minacciate dalla situazione, come è particolarmente evidente in alcuni paesi e in alcune circostanze. Negli Stati Uniti, ad esempio, le elezioni hanno causato una situazione senza precedenti, eccezionalmente delicata.

La cosiddetta sinistra è legata ai propri travisamenti, e per azione o per omissione contribuisce ad aggravare la situazione, quando non brilla per la sua assenza. Neppure la classificazione alternativa di ‘chi sta in alto’ e ‘chi sta in basso’ può essere mantenuta, perché nella base sociale crescono profonde contraddizioni. Oltre alla confusione provocata dalla disinformazione sistematica alimentata da governi, corporation e media, entrano in acuta contraddizione interessi molto diversi. Come si manifesta chiaramente nell’Istmo,[1] sulla posizione da assumere nei confronti delle grandi imprese e dei megaprogetti c’è contrasto fra coloro che lottano solo per mantenere o aumentare posti di lavoro e servizi pubblici e coloro che sono decisi a difendere i propri territori e modi di vita.
In questo contesto diventa particolarmente difficile praticare con giudizio e senza violenza una disobbedienza sensata e responsabile di fronte a politiche incapaci di incanalare l’impegno collettivo per affrontare le sfide attuali. Le stesse autorità riconoscono che almeno metà della popolazione non può adattarsi al confinamento estremo (La Jornada, 14/10/20). Tuttavia scommettono su rimedi estremi che non lo sono, come i vaccini, che potrebbero risultare più nocivi del virus, come ha illustrato lucidamente Silvia Ribeiro .
Continua ad essere disattesa la principale priorità: il cibo. Invece di cercare di assicurare un’alimentazione sana per tutti, che sarebbe la cosa più importante di fronte alla pandemia, non si presta la dovuta attenzione alle situazioni di insufficienza alimentare estremamente gravi nelle quali si trova un quinto della popolazione. Sforzi notevoli che a livello di base rigenerano la milpa[2] e moltiplicano gli orti urbani, organizzando nello stesso tempo solidarietà e condivisione, spesso vengono realizzati in contrasto con le autorità.
Assieme al crescente autoritarismo, si accentua il caos. Nella base sociale lo sconcerto e anche la disperazione spingono la gente in direzioni molto diverse. Nelle élites regna la contraddizione continua. Insieme all’allarme per il disastro imminente e alla denuncia di errori di ogni genere, si festeggiano grandi accordi salvifici fra gli imprenditori e le autorità, e si fa una gran quantità di promesse di ripresa. Per il governo tutto va bene, presto staremo meglio che mai e tutte le critiche o proteste sono ideologiche o distorte e non devono essere tenute in considerazione, mentre la pratica costituzionale continua ad agire nel senso dell’individualizzazione. È un altro modo per favorire la violenza e la disarticolazione che caratterizzano l’attuale circostanza.
Fonte: “Desfiguros y desfiguraciones”, in La Jornada, 19/10/2020.
Traduzione a cura di Camminardomandando
[1] Ndt – Allusione al megaprogetto di un corridoio multimodale fra il Pacifico e l’Atlantico.
[2] Ndt – L’associazione millenaria di tre piante (il mais, il fagiolo nero e la zucca) che crescono bene insieme.
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