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Sindaco di’ qualcosa, reagisci

Francesco Biagi
27 Marzo 2014
 Quelli del Municipio dei Beni Comuni di Pisa hanno riaperto un parco e un’ex caserma abbandonati, hanno riconsegnato le chiavi all’Agenzia del Demanio e aiutato a preparare un’interrogazione parlamentare. E il Comune?

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di Francesco Biagi

“Non siamo un problema di ordine pubblico – dicono dal Municipio dei Beni Comuni di Pisa – ma qualcuno vuole a ogni costo ‘invadere’ il centro cittadino, magari nelle prime ore della mattina, con blindati e poliziotti per sgomberarci. In tal senso, rinnoviamo il nostro invito al sindaco a prendere una posizione pubblica su quanto sta accadendo”. È l’allarme che lancia l’ultimo comunicato dell’ampia rete cittadina che da circa un mese ha occupato gli immobili dell’ex-distretto militare “Curtatone e Montanara”. Giovedì 26 il Municipio dei Beni Comuni ha convocato una conferenza stampa di fronte al Tribunale di Pisa mentre gli avvocati depositavano la memoria in Procura che proverebbe l’inammissibilità dell’urgenza di sgomberare l’occupazione di Via Giordano Bruno.

A Pisa infatti continua un paradosso che sembra quasi insanabile. Da una parte è stata messa in moto la macchina repressiva dopo una sola settimana di occupazione (una richiesta di sgombero di uno spazio demaniale non era mai stata avanzata così velocemente e mai aveva visto avanzamenti così aspri) nell’immobilità totale delle istituzioni (in primis del Comune di Pisa). Anche a Pisa si pensa di rideclinare la medesima repressione poliziesca che a Roma ha portato al sequestro dell’Angelo Mai e allo sgombero di diverse case occupate da famiglie inghiottite nel vortice della crisi. Dall’altra un proficuo dialogo continua con l’Agenzia del demanio che ha ricevuto gli occupanti pisani per la seconda volta – a Roma – quando hanno consegnato la domanda di concessione gratuita degli immobili secondo le recenti disposizioni in materia di federalismo demaniale e – a Livorno – una terza, in cui il Municipio dei beni comuni ha consegnato una copia delle chiavi del Distretto 42, ora che ha ripreso la sua funzione sociale dopo decenni di incuria e abbandono dovuta alla gestione del ministero della Difesa (in particolare per l’area verde, che la stessa cittadinanza ha inaugurato come “Parco Andrea Gallo”).

La consegna di una copia delle chiavi è l’atto simbolico di restituzione a tutti i cittadini e alle istituzioni di un bene che prima era stretto nella morsa del degrado e che ora invece è tornato al servizio di tutta la collettività. “Il Municipio dei Beni Comuni – si legge nella lettera consegnata insieme alle chiavi – riconoscendo la piena titolarità della proprietà dell’immobile al Demanio e ritenendo che le proprie attività e quindi l’uso dello spazio, non siano in alcun modo ostativi ai fini delle attività stesse del Demanio, consegna le chiavi della struttura, confermando il pieno diritto all’accesso alla struttura da parte della stessa Agenzia”.

pisUn’azione concreta, chiara, che si giustappone alla risposta già giunta dal Demanio regionale rispetto alla richiesta di concessione dello spazio di via Giordano Bruno presentata dalle associazioni nei giorni scorsi. Il Demanio in quella comunicazione ha spiegato che, in base alla domanda presenta dal Comune di Pisa per il trasferimento del bene a titolo gratuito, “qualora il complesso non risultasse più necessario alle esigenze del Ministero della Difesa, verrebbe trasferito in proprietà all’Amministrazione comunale”, alla quale l’istanza presentata dal Municipio dei Beni Comuni “potrà nel caso essere utilmente inoltrata”. Una risposta che il ministero della Difesa darà di fatto nei prossimi giorni, per cui entro poche settimane si potrebbe concretamente verificare l’avvio del trasferimento del bene al Comune di Pisa e quindi anche un possibile prossimo trasferimento agli occupanti stessi.

La questione è anche oggetto di un’interrogazione parlamentare a firma degli onorevoli Giulio Marcon, Nicola Fratoianni, Donatella Duranti, Michele Piras rivolta alla Commissione Difesa, nella quale si chiede “quali siano i contatti in essere con il Comune di Pisa e quali siano le procedure in atto per avviare e concludere al più presto, attraverso l’Agenzia del Demanio, l’iter di trasferimento del bene in oggetto al Comune secondo quanto previsto dal c.d. federalismo demaniale”. In quell’atto parlamentare si chiede alla Commissione “se ritenga ancora opportuno, viste le compatibilità delineate dalla spending review, proseguire a Pisa quanto previsto nel protocollo riguardante il “progetto caserme” che prevede la realizzazione di una nuova caserma da 70 milioni di euro nell’area di Ospedaletto”.

La politica, quella autentica organizzata collettivamente in basso, sta dunque facendo il suo corso e le azioni portate in campo negli ultimi giorni dal Municipio dei Beni Comuni ribaltano completamente il teorema della necessità imminente di procedere al sequestro dell’area nel cuore del quartiere San Martino. L’incessante lavoro del Municipio  ha posto le basi affinché il Parco Andrea Gallo e tutto il Distretto 42 restino bene comune ti tutto il tessuto urbano pisano.

Lunedì 24 marzo, per altro, il Municipio dei Beni Comuni ha finalmente incontrato il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi (Pd), al quale ha espressamente chiesto di esprimersi pubblicamente e rapidamente sulla non urgenza dello sgombero dell’esperienza del Distretto 42. La città attende infatti da molto tempo una chiara presa di posizione che possa offrire al Prefetto, alla Questura e alla Procura il peso politico adatto per poter motivare la moratoria che congelerebbe lo sgombero. Di certo, la legittimità del riutilizzo dello spazio di Via Giordano Bruno è ampiamente comprovata; più volte prestigiosi giuristi del panorama nazionale hanno dett di essere disponibili e al servizio del Comune qualora si smettesse di percepire il Municipio dei Beni Comuni come un problema di ordine pubblico. La crisi stessa non permette un recupero a breve termine degli immobili, una situazione invece superata attraverso il lavoro volontario di tante persone che si sono prese cura della “cosa pubblica”. Se da una parte non resta che aspettare uno scatto di reni che legittimi un po’ di più la rappresentanza politica delle istituzioni locali, dall’altra dal Municipio dei Beni Comuni fanno sapere che che il ricatto del blitz non è accettabile e la resistenza è un dovere.

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