La storia delle epidemie dimostra che quanto più si superano i limiti della disponibilità di risorse del territorio, quanto più si altera l’ambiente di vita, tanto più facilmente si verificano epidemie e pandemie. Per questo c’è chi da tempo avvertiva del rischio di nuovi virus. “Il Covid-19 è una reazione, tra le altre, allo stato di stress che abbiamo causato al pianeta – spiega Gianni Tamino – Per prevenire nuovi eventi simili dobbiamo ridurre le alterazioni dell’ambiente, come la perdita di biodiversità, l’alterazione degli habitat e i cambiamenti climatici, favorendo processi produttivi industriali e agricoli basati sull’economia circolare, sostenibili, con ricorso a fonti energetiche rinnovabili”

Il Pianeta, le forme viventi, gli uomini
L’obiettivo evolutivo di tutte le forme viventi è la propria riproduzione, per colonizzare l’ambiente di vita, obiettivo che entra in relazione, talora conflittuale, con lo stesso obiettivo riproduttivo di tutti gli altri organismi: da queste relazioni si sviluppano gli equilibri che caratterizzano gli ecosistemi e che pongono limiti alla crescita delle popolazioni e dei consumi di ciascuna specie. In ecologia si parla di carrying capacity (o capacità di carico) per spiegare che, sulla base delle caratteristiche di un ecosistema, gli individui di una popolazione non possono superare i limiti imposti dalle risorse disponibili. Un classico esempio per spiegare questo fenomeno è quello della relazione tra preda e predatore: alla crescita del numero di predatori corrisponde una diminuzione significativa del numero delle prede, che innesca – per scarsità di cibo – un conseguente calo anche dei predatori.
Nel caso della popolazione umana si utilizzano concetti simili a quelli di carrying capacity ma con terminologie e metodi di valutazione un po’ diversi. Si parla di “impronta ecologica”, cioè la misura del territorio bioproduttivo espresso in ettari necessario per produrre ciò che un uomo o una popolazione consumano. Questa analisi facilita il confronto tra nazioni, rivelando l’impatto ecologico delle diverse strutture sociali e tecnologiche e dei diversi livelli di reddito. Così l’impronta media di ogni residente delle città ricche degli Usa o dell’Europa è enormemente superiore a quella di un agricoltore di un Paese non industrializzato, per cui sul pianeta un solo statunitense “pesa” mediamente più di dieci afghani.
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L’Overshoot Day è, invece, il giorno in cui il consumo di risorse naturali da parte dell’umanità inizia a superare la produzione che la Terra è in grado di mettere a disposizione per quell’anno: nel 2019 questo giorno è stato il 29 luglio. Dunque in circa sette mesi, abbiamo usato una quantità di prodotti naturali pari a quella che il pianeta rigenera in un anno. Il nostro deficit ecologico, pari a cinque mesi, provoca, da una parte, l’esaurimento delle risorse biologiche (pesci, alberi ecc.) e, dall’altra, l’accumulo di rifiuti e l’inquinamento, responsabile anche dell’effetto serra. Le attività umane stanno, dunque, cambiando l’ambiente del nostro pianeta in modo profondo e in alcuni casi irreversibile. Stiamo dunque superando, anzi abbiamo già superato i limiti delle capacità del pianeta di sostenere la popolazione umana e mettiamo a rischio la sopravvivenza di molte altre specie. L’attuale sistema produttivo industriale e agricolo sta gravemente compromettendo anche la biodiversità del pianeta. Molte specie di animali e di piante sono ridotte a pochissimi esemplari e, quindi sono in pericolo o, addirittura, in via di estinzione.
Le dimensioni e i consumi delle popolazioni umane sono variati moltissimo nel corso dei millenni, ma ogni volta che le risorse disponibili diventavano insufficienti, le popolazioni venivano ridimensionate, attraverso sistemi di autoregolazione.
Fino a 12 mila anni fa la popolazione umana di raccoglitori e cacciatori, già presente in tutto il pianeta, per motivi di sostenibilità, cioè disponibilità di cibo, non superava probabilmente 1-2 milioni di abitanti, dato che ogni tribù doveva avere un ampio territorio di raccolta e di caccia e quel cibo costituiva il limite alla crescita. Si trattava di un sistema ben autoregolato e in equilibrio con il proprio ambiente; in qualche modo le società di allora potevano essere felici, perché utilizzavano quanto la natura offriva loro, senza un lavoro che occupava tutto il tempo di vita e quindi con tempi adeguati per le relazioni e per il riposo, come il mitico periodo dell’Eden.
In seguito, in varie zone del pianeta, come nella Mezzaluna fertile, in Medio oriente, un importante cambiamento climatico, con riscaldamento globale, diffusione di animali e piante nelle regioni in cui il clima divenne più caldo e umido, favorì la cosiddetta rivoluzione neolitica, cioè l’agricoltura e l’allevamento. In tal modo i limiti della crescita demografica cambiarono perché, seminando piante e allevando animali, sullo stesso territorio si potevano sfamare fino a mille persone anziché 40-50, portando la popolazione ben oltre la dimensione di un paio di milioni. Tuttavia quando l’annata dava raccolti scarsi o quando la popolazione cresceva troppo, non restava altra via che la migrazione verso nuove terre da coltivare. Così pian piano questa nuova cultura si estese, a partire dall’Anatolia, a tutta l’Europa e, partendo da altre zone, a gran parte dell’Asia e parte dell’Africa. In tal modo la popolazione mondiale arrivò prima a decine, poi a centinaia di milioni di abitanti, già alcuni secoli avanti Cristo. Si stima che nell’Impero Romano, tra il 300 e il 400 d.C., vivessero tra 60 e 120 milioni di abitanti; ma tale popolazione fu duramente colpita dalla cosiddetta Peste di Giustiniano, che portò a decine di milioni di decessi.
I fattori di equilibrio della popolazione: le pandemie
In pratica quando, in base alle caratteristiche ambientali, climatiche, politiche e tecnologiche (capacità di produrre cibo), si superava il limite demografico per quel territorio, intervenivano fattori ambientali e sociali che riportavano la popolazione sotto il limite. Analogamente tra il ‘300 e il ‘600 scoppiarono varie epidemie, associate a carestie e guerre, come la peste descritta dal Manzoni ne I promessi sposi, e la popolazione europea subì periodiche drastiche riduzioni. Anche l’emigrazione ha costituito un elemento equilibratore dell’incremento demografico. La popolazione europea ha trovato, dopo la scoperta dell’America, nuove terre da coltivare, spazi da abitare, ricchezze da sfruttare, sottraendoli ai nativi che, oltre a essere massacrati, venivano debilitati da epidemie di malattie portate dai conquistatori.
Oltre alle epidemie di peste già ricordate, nel corso della storia umana, anche recente, si sono succedute molte altre epidemie/pandemie, alcune collegate a guerre e carestie. Tra le molte succedutesi, vanno ricordate le ricorrenti epidemie di tubercolosi, malaria, colera, dissenteria, AIDS, Ebola e soprattutto le recenti pandemie di influenza (spagnola, asiatica, Hong Kong, suina e aviaria), oltre ad altri tipi di coronavirus come il SARS e MERS, precedenti il Covid-19. Ma non va dimenticata la comune influenza stagionale, che, pur con un tasso di letalità inferiore a 0,1 (cioè meno di un decesso per mille malati), causa ogni anno, secondo l’OMS, circa mezzo milione di morti in tutto il mondo e secondo Epicentro (www.epicentro.iss.it), considerando decessi diretti e per complicanze a malattie pregresse, si arriva a circa 8 mila morti all’anno in Italia.
Certamente il più rilevante e interessante caso recente di pandemia è quello dell’influenza spagnola (1918-20), forse la peggiore pandemia della storia dell’umanità per numero di contagiati e di morti. Tra il 1918 e il 1920 contagiò circa un terzo della popolazione mondiale, mietendo molte decine di milioni di morti, dal momento che aveva una letalità superiore al 2,5%. Mentre normalmente i tipi nuovi di virus attaccano soprattutto anziani e persone debilitate, questo tipo di virus fu particolarmente letale nei soggetti tra i 15 e i 44 anni. Venne chiamata “spagnola” perché fu comunicata per la prima volta dai giornali spagnoli, ma l’origine venne poi identificata in un ospedale militare francese, a Etaples, sovraffollato, impegnato a curare migliaia di soldati vittime di attacchi chimici e di ferite di guerra: era un luogo ideale per la diffusione di un virus respiratorio. Questa pandemia, sorta sul finire della prima guerra mondiale, mette in evidenza la relazione tra le limitate risorse, la malnutrizione (carestia), la scarsa igiene e una popolazione, soprattutto giovani militari ammassati al fronte, debilitata dalla guerra.
Come abbiamo visto, epidemie e pandemie sono uno dei possibili meccanismi di controllo delle popolazioni, insieme a carestie, guerre e migrazioni: quanto più si superano i limiti della disponibilità di risorse del territorio, quanto più si altera l’ambiente di vita, tanto più facilmente uno o tutti insieme questi meccanismi entrano in funzione. La crescita della popolazione umana fino a più di 7 miliardi di abitanti, è stata resa possibile dalla rivoluzione industriale, che ha utilizzato enormi quantità di energia di origine fossile per attività impensabili in precedenza, non solo nell’industria, ma anche in agricoltura, con la cosiddetta rivoluzione verde (insostenibile, appunto, per la grande quantità di energia fossile richiesta). Tuttavia il cibo ottenuto potrebbe sfamare anche più di 7 miliardi di persone se venisse equamente distribuito e prodotto in modo sostenibile, ma una iniqua utilizzazione delle risorse, una crescente disparità tra pochi ricchi e molti poveri, una riduzione delle terre coltivabili a causa della cementificazione, la perdita di fertilità dovuta alle monocolture gestite chimicamente, l’inquinamento ambientale, l’alterazione del clima, danno origine a frequenti casi di carestie e di malnutrizione in ampie fasce della popolazione, soprattutto al sud del mondo.
A partire dalla rivoluzione industriale abbiamo imposto un’economia lineare (risorse naturali → prodotti → rifiuti a perdere) su un pianeta il cui sistema produttivo funziona invece in modo circolare e sostanzialmente basato sull’energia del Sole. La conseguenza è una continua crescita dell’inquinamento e un cambiamento climatico sempre più minaccioso per il mantenimento degli ecosistemi e della biodiversità. Tutto ciò comporta la morte prematura di molti milioni di persone, ma anche un incremento di malattie cronico degenerative, con conseguente indebolimento di tutta la popolazione, che risulta meno idonea a difendersi da altre malattie come quelle infettive.
I cambiamenti climatici e la riduzione delle foreste con l’alterazione degli habitat di molte specie animali, mette sempre più facilmente a contatto animali selvatici con esseri umani, un contatto ancora più stretto quando questi animali vengono catturati per essere venduti in mercati affollati, rendendo più facile il salto di specie per i loro patogeni (si pensi al virus di Ebola). Inoltre gli allevamenti, in particolare di polli e suini, con concentrazioni di molti capi in spazi ridotti, alimentati con mangimi contenenti antibiotici, favoriscono una forte pressione selettiva sui loro virus e batteri, che mutano velocemente verso ceppi e tipi più aggressivi anche verso la specie umana, come è avvenuto per l’influenza aviaria e suina.
Un’ulteriore contributo alla diffusione di agenti patogeni è dato poi dalla globalizzazione, che, grazie al frenetico trasferimento in ogni parte del pianeta di persone e merci, favorisce il passaggio da epidemie a pandemie.
La pandemia da Covid-19
Dunque la nuova pandemia del virus Covid-19 era prevedibile e ampiamente prevista, se non proprio nei termini e nei tempi precisi, sicuramente come evento probabile.
Già nel 1972, nel rapporto del MIT per il Club di Roma, dal titolo I limiti dello sviluppo si affermava che, se la popolazione mondiale continuava a crescere al ritmo di quegli anni, la crescente richiesta di alimenti avrebbe impoverito la fertilità dei suoli, la crescente produzione di merci avrebbe fatto crescere l’inquinamento dell’ambiente, l’impoverimento delle riserve di risorse naturali (acqua, foreste, minerali, fonti di energia) avrebbe provocato conflitti per la loro conquista; malattie, epidemie, fame, conflitti avrebbero frenato la crescita della popolazione.
Vi è poi il libro Spillover di David Quammen; egli stesso spiega in una recente intervista: «Nel 2012, quando il libro è stato pubblicato, ho previsto che si sarebbe verificata una pandemia causata da: 1) un nuovo virus 2) con molta probabilità un coronavirus, perché i coronavirus si evolvono e si adattano rapidamente, 3) sarebbe stato trasmesso da un animale, 4) verosimilmente un pipistrello, 5) in una situazione in cui gli esseri umani entrano in stretto contatto con gli animali selvatici, come un mercato di animali vivi, 6) in un luogo come la Cina. Non ho previsto tutto questo perché sono una specie di veggente, ma perché ho ascoltato le parole di diversi esperti che avevano descritto fattori simili».
Questa pandemia, oltre a quanto già previsto da Quammen, è caratterizzata da un nuovo virus, che risulta molto contagioso, con letalità non molto elevata (circa 2-3%, comunque ben più alta della letalità della normale influenza che è intorno a 0,1%), perciò difficile da contenere e prevenire, tanto più che la maggior parte dei contagiati è asintomatica o con sintomi poco diversi dalla solita influenza. Avendo fatto da poco il salto di specie, il virus non trova ostacoli nella popolazione, senza difese anticorpali. Se si riuscirà a contenere la sua avanzata, come sembra sia avvenuto in Cina e nella Corea del Sud, grazie ad efficaci metodi di riduzione dei contatti tra le persone, ci sarà comunque un significativo numero di decessi tra la popolazione più anziana e soprattutto con patologie pregresse. Dobbiamo poi sperare che, come succede per altre infezioni da raffreddamento, con la stagione più calda si possa avere un’attenuazione della diffusione, ma di questa ipotesi non c’è alcuna certezza e l’evoluzione della pandemia è ancora tutta da scoprire.
In ogni caso il pericolo maggiore sta nella rapida crescita dei contagiati, con un numero significativo di ospedalizzati e circa l’8% dei positivi che ha bisogno di un trattamento di terapia intensiva. Se il numero dei positivi con sintomi significativi dovesse crescere ancora molto, entrerebbe in crisi il sistema sanitario, non solo perché non ci sarebbero posti per tutti nella terapia intensiva, ma perché si sottrarrebbero posti letto per gli altri malati, anche molto gravi (traumatizzati, oncologici ecc.).
Per queste ragioni è fondamentale contenere la diffusione con ogni intervento che riduca i contatti personali e risulta incredibile la proposta fatta in Gran Bretagna da Boris Johnson, di lasciare che l’epidemia si diffonda nel Paese fino a un contagio del 60-70% della popolazione, per ottenere l’“immunità di gregge”: questa ipotesi significherebbe che circa 40 milioni di inglesi verrebbe contagiata e che, con i dati attuali di letalità (confermati anche dall’OMS), ci sarebbero circa un milione di decessi provocati o direttamente dal virus o dall’interazione tra virus e precedenti malattie. Inoltre non c’è alcuna certezza di una adeguata immunità di gregge(*) sia perché per certe epidemie virali serve superare l’85% della popolazione infetta, sia perché sembra che possano esserci delle ricadute, anche in persone già guarite, data la probabile mutabilità del virus.
Come evitare pandemie future
Questa pandemia può costituire un utile avvertimento, per evitare nuove e più gravi pandemie, sicuramente probabili. Il Covid-19 è una reazione (tra le altre) allo stato di stress che abbiamo causato al pianeta e quindi per prevenire nuovi eventi simili dobbiamo ridurre le alterazioni dell’ambiente, come la perdita di biodiversità, l’alterazione degli habitat e i cambiamenti climatici, favorendo processi produttivi industriali e agricoli basati sull’economia circolare, sostenibili, con ricorso a fonti energetiche rinnovabili.
Già pochi mesi di blocco dei movimenti delle persone e di parziale riduzione di attività produttive hanno portato a un netto miglioramento della qualità dell’aria per quanto riguarda le concentrazioni di NO2 (l’ossido di azoto é considerato un indicatore dell’inquinamento atmosferico), sia in Cina che in Italia (soprattutto nel Veneto): questo dato va colto non come futura necessità di impedire la circolazione delle persone e delle merci o di non produrre beni necessari, bensì di ripensare i trasporti e le produzioni industriali e agricole, in particolare ridurre gli allevamenti animali: attualmente vi sono nel mondo 1,5 miliardi di bovini, 1 miliardo di suini, oltre 1,5 miliardi di ovini e caprini e circa 50 miliardi di volatili. La massa degli animali allevati è ben maggiore di quella di tutti gli esseri umani, con un pessimo uso di enormi superfici del pianeta (destinate a produrre mangime per gli animali piuttosto che a nutrire direttamente gli uomini), forte inquinamento e forte aumento di virus e batteri che possono fare il salto di specie. Inoltre l’abuso in zootecnia di antibiotici è responsabile anche dell’aumento di batteri resistenti agli antibiotici, vanificando uno degli strumenti a nostra difesa da queste infezioni.
Oltre a nuove pandemie virali, il futuro potrebbe riservarci una diffusione pandemica di nuovi batteri resistenti ad ogni trattamento farmacologico.
Non possiamo dimenticare, nell’ottica di “carestie, pandemie, guerre”, che stiamo assistendo a continue guerre locali, come quella in Siria, ma se la guerra diventasse globale, rischiamo la catastrofe conseguente a un possibile uso di armi nucleari.
Secondo l’OCSE (rapporto del 2018 sulla fragilità degli Stati) entro il 2030, fino a 620 milioni di persone, circa l’80% della popolazione più povera nel mondo, vivrà all’interno di Stati fragili, che attraversano situazioni di emergenza, esposti a conflitti, epidemie, povertà estrema, come effetti dei cambiamenti climatici. Queste popolazioni, così fragili e indebolite, sono “terreno fertile” per la diffusione di epidemie, che, attraverso le inevitabili migrazioni, diverranno gravi pandemie: dobbiamo porre un freno a questo suicidio di massa, non solo cambiando il modo di produrre, di utilizzare le risorse naturali, ma cambiando completamente il paradigma culturale, economico, sociale e politico che ci ha portato a questo punto, che rischia di essere “un punto di non ritorno”.
Ma la pandemia ha anche messo in evidenza carenze dei sistemi sanitari nazionali, soprattutto di quei Paesi dove si è scelto di smantellare il sistema pubblico: invertire questa tendenza e finanziare adeguatamente le strutture sanitarie pubbliche, insieme alle politiche di prevenzione, sarà un fondamentale argine a future pandemie.
(*) Si ha immunità di gregge quando nella popolazione un gran numero di individui sono immunizzati, grazie alla produzione di anticorpi o per aver contratto la malattia o per essere stati vaccinati. Quando l’agente infettivo trova soprattutto individui immunizzati, non si manifesta la malattia (e in questo caso non si riproduce il virus) e si interrompe il contagio.
L’articolo è pubblicato su volerelaluna.it e anche su lasinistrainzona.it e listacivicaitaliana.org.
Gianni Tamino, per molti anni docente universitario di biologia, si è sempre occupato soprattutto di energie rinnovabili e inquinanti ambientali.
Molto interessato a conoscere, via mail o telefono, l’autore Gianni Tamino, avendo non solo apprezzato l’articolo, peraltro condiviso dalla mia particolare cooperativa ed impresa sociale, ma ipotizzando possibili collaborazioni.
Il mio cellulare 3472128377
Molto interessante e completo. Grazie Gianni Tamino. Sto facendo circolare l’articolo ovunque
Sempre eccezionale e chiaro il prof. Tamino, ospite sempre gradito a Udine per il Comitato StopTtip. In questo momenti di fake news, Tamino ci aiuta a ristabilire i giusti nessi tra cause e conseguenze nell’ambito delle grandi e ricorrenti epidemie. Grazie, Gianni
FACCIAMO DIVENTARE INFORMAZIONE DI MASSA QUELLO CHE QUI E’ IMPECCABILMENTE SPIEGATO PER ROMPERE IL CLIMA CHE LORSIGNORI STANNO CERCANDO DI IMPORRE;;;PERCHE’ NON C’ E’ PIU’ TEMPO:::IL COLLASSO E’ IN ATTO…
TRUMP JOHNSON BOLSONARO MACRON MODI…IL MONDO NELLE MANI DI UN BRANCO DI DEMENTI CRIMINALI E ASSASSINI.
CONTINUIAMO A STARE IN CASA -GRIDIAMO CHIUDERE TUTTO DAPPERTUTTO E ALLE FINESTRE METTIAMO LA BANDIERA DELLA “PACE”- CONTRO “TUTTE” LE GUERRE-
Da gennaio si sapeva della diffusione del CORONAVIRUS. Forse la CINA ha “mentito” sul numero dei morti. Ma ha mostrato al mondo quello che succedeva a WUHAN. E l’OMS ha diffuso l’avviso del virus in arrivo. TUTTI SAPEVANO ma nessuno ha organizzato subito la “prevenzione”. Neanche noi. Neanche il nostro paese. Il comportamento di tutti ne ha favorito la diffusione. LORSIGNORI tutti sono dei DEMENTI e dei CRIMINALI. Hanno messo tutti al primo posto, e continuano a farlo, L’ECONOMIA LA CRESCITA I MERCATI IL PROFITTO. Che vengono prima della VITA DELLE PERSONE. – LORSIGNORI NON VOGLIONO CAPIRE CHE SE L’ECONOMIA PRESCINDE DALL’ECOLOGIA E’ FOLLIA- Si sapeva che IL CONTAGIO era la cosa da fermare perché la Cina ce l’aveva insegnato. Quindi l’unica decisione era CHIUDERE TUTTO E SUBITO. Tranne le filiere del cibo e delle medicine. Non si è fatto. Così siamo andati, dove più dove meno al COLLASSO degli ospedali. Ed ora al COLLASSO economico sociale. Allo stato attuale non si sa se siamo sulla strada di UN COLLASSO IRREVERSIBILE. Ma dall’atteggiamento del POTERE ECONOMICO E POLITICO, che non vedono l’ora insieme di fare “come prima” (lo chiamano ritorno alla NORMALITA’…cioè tutto quello che ci ha portato alla CATASTROFE IN ATTO…) IL COLLASSO DI SISTEMA è all’orizzonte. Anche perché non c’è nessun dibattito sul PERCHE’ di questa epidemia, che viene dopo altre “simili”, sulle cause strutturali che l’hanno generata. Si tratterebbe di rimettere in discussione IL PARADIGMA culturale di fondo :il “modo di abitare la TERRA” il rapporto uomo-donna-natura ambiente, l’estrattivismo i fossili le deforestazioni l’agricoltura e gli allevamenti industriali i pesticidi gli OGM la distruzione e devastazione di habitat l’ecocidio in atto … e le disuguaglianze stratosferiche gli operai considerati carne da macello come i “braccianti” gli schiavi delle raccolte di frutta e verdura che vivono (?) o sopravvivono in una condizione disumana barbara che facciamo finta di non vedere…si tratterebbe di mettere in discussione l’avidità l’avarizia l’egoismo l’individualismo la mercificazione l’usa e getta la guerra l’industria delle armi l’odio per l’altro per il diverso…si tratterebbe di FARE PACE con tutti i viventi gli animali le piante…per dare un senso e un significato alla vita fondato sull’amore ….si tratterebbe di “superare” un modo di produrre consumare e vivere che con la globalizzazione liberista coinvolge tutto il mondo. Allo stato attuale si può dire che ci saranno altri SALTI DI SPECIE altri pipistrelli o chi per essi che ci FARANNO LA GUERRA. Ma la vera guerra la stanno facendo i ricchi contro i poveri ,un pOTERE POLITICO totalmente succube complice e connivente del POTERE ECONOMICO DELLE MULTINAZIONALI DEI PETROLIERI… . UN SISTEMA che arricchisce sempre di pù una minoranza e che devasta l’ambiente la natura la vita. E’ UNA TRAGEDIA IMMANE che si snoda davanti ai nostri occhi ora per ora- Ma lorsignori NON VEDONO.
TRUMP JOHNSON BOLSONARO MACRON MODI ….IO VI ACCUSO SIETE DEI CRIMINALI DEMENTI IGNORANTI ASSASSINI…
Male ha fatto CONTE a strombazzare la telefonata con TRUMP, che per non essere da meno di Cinesi Cubani e per pura strategia politica strumentale ci ha mandato 100 milioni di “aiuti”dopo avere chiuso le frontiere subito impedendo i voli. Perché TRUMP, con i suoi compari “negazionisti” del Cambiamento Climatico, hanno NEGATO L’EPIDEMIA mentre l’epidemia già si diffondeva nel mondo e dopo che l’OMS aveva già avvisato tutti invitando alla “prevenzione”. Il DEMENTE prima ha detto che questo virus era paragonabile a “un’influenza”. Poi ha detto che era “un virus straniero” poi ha detto che per PASQUA si poteva sbaraccare tutto e ritornare alla “normalita”’(!?) E ora straparla di CENTINAIA di migliaia di morti e dice che le prossime due settimane ci “sarà da soffrire”. Intanto l’AMERICA è diventata il centro del contagio mondiale. C’è già chi muore perché non ha l’assicurazione e non può “pagare” e a LAS VEGAS chi vive per strada è cacciato per terra in un parcheggio…
JOHNSON – abbiamo visto LONDRA continuare nel solito tran tran mentre noi eravamo già alla disperazione. Le metropolitane strabordanti i parchi pieni…mentre lui si trastullava con L’IMMUNITA’ DI GREGGE sacrificio dei più deboli e i vecchi nelle case chiusi per 4 mesi…poi , ora dopo essersi ammalato anche lui…ora loda l’ITALIA…ma l’epidemia si è diffusa…
BOLSONARO , questo buzzurro inqualificabile, come TRUMP ha definito un’”influenzella” il virus è arrivato a “minacciare” chi resta in casa…DEMENTE e CRIMINALE è diventato come il suo compare TRUMP via e strumento per la diffusione in AMERICA LATINA oltre che assassino del proprio popolo…
MACRON ha superato ogni limite …tutti abbiamo viste le manifestazioni dell’8 marzo le botte della polizia alle donne e …i milioni di francesi che sono andati a votare mentre l’EUROPA e l’ITALIA erano già nelle case disperati…poi, ora, mentre gli ospedali sono al collasso fa il gradasso..ci loda e si “lamenta”…
MORRISON , un altro della banda dei negazionisti ha “vietato” bontà sua gli assembramenti oltre le 500 persone , da ridere o da piangere, ha continuato a “giocare la palla”e a non chiudere le scuole…mentre il mondo bolliva…
MODI e l’INDIA è la TRAGEDIA probabilmente più grande…ha chiuso e sospinto milioni di indiani…tardi e male…che ora fuggono a piedi nei villaggi di provenienza disoccupati affamati e disperati.. e qualcuno si nasconde sugli alberi perché non sa dove andare…
LA SOCIALDEMOCRATICA SVEZIA prende il sole di primavera nelle vie di Stoccolma…abbiamo visto l’impossibile..
E NOI ? Il governo ha dichiarato le ZONE ROSSE almeno con due tre settimane di ritardo, E non ha chiuso TUTTO SUBITO. Si riuniva la TASK FORCE almeno dal 22 gennaio. Ma non ha fatto subito una disanima degli ospedali dei respiratori delle terapie intensive delle mascherine dei medici degli infermieri …di tutto ciò che poi si è rivelato fondamentale e di cui ancora ora tutti lamentano la mancanza. Solo il 5-3 il ministero chiede apparecchi di terapia intensiva e subintensiva. QUANDO è TARDI E DAGLI ALTRI CI SONO STATI NEGATI. Pensavano già a se stessi. Alcuni ci chiudevano le frontiere. Ma gli errori fondamentali sono stati fatti con il non chiudere LE FABBRICHE di Bergamo Brescia ecc.(L’EPICENTRO!) cosa che continua ancora ora dopo il famoso accordo tra CONFINDUSTRIA E SINDACATI. Perché con le scappatoie offerte dall’accordo stesso la CHIUSURA TOTALE NON C’E’ STATA E NON C’E’. L’economia è venuta e viene prima della vita delle persone . E non a caso IL CIALTRONE SCIACALLO DI RIGNANO da giorni, per illudersi di esistere lui e la sua banda, continua a dire APRIRE SUBITO anche prima di Pasqua e CRESCITA E LAVORO. Allineandosi alla congrega dei negazionisti. Ma l’EVENTO cardine, quello più drammatico, è stato la PARTITA VALENCIA-ATALANTA DEL 19- 2-. I 50 mila a MILANO , spagnoli e bergamaschi sono stati la miccia il detonatore della TRAGEDIA della BERGAMASCA e della Spagna come si è visto esattamente dopo 14 giorni o giù di li. Bisognava vietarla. Non lo si è fatto. Dovevano farlo gli stessi tifosi se si fossero resi conto di quello che nel mondo e in Italia stava succedendo. Ma la droga e la dipendenza pallonara è una delle principali follie che attraversano il mondo. Ora c’è solo da augurarsi che l’assalto ai treni dopo la generalizzazione della chiusura non faccia scoppiare il SUD. Intanto come era prevedibile le case per anziani sono già diventate lo STERMINIO DEGLI ANZIANI.
Gaetano Stella -2-4-2020 –Lago di Chiusi
Passaparola! –http://blog.gaetanostella.it