Due giornate di trek-solidale, organizzate a fine luglio dal neo-nato gruppo “Cammina pianopiano” di LSA100Celle di Roma. Insieme per andare a conoscere e portare sostegno a quelle realtà italiane drammaticamente segnate dal terremoto del 2016. Destinazione: Arquata del Tronto (AP), uno dei tanti piccoli comuni alle pendici del Monte Vettore, tra i più colpiti e dimenticati dal clamore delle cronache e dai progetti di ricostruzione

In questa nostra fase storica piuttosto miope e culturalmente regressiva, accade che molti cittadini e realtà associative di base, preservino l’idea di coltivare la bellezza di una con-vivenza meticcia, foriera di inedite fusioni. Una visione del Mondo e degli esseri umani che volge lo sguardo oltre il bisogno materiale della fame e della sete per dare spazio e corpo a quelle preziosi occasioni di vita “quasi inutili” che scaturiscono da un moto interno, da una profonda esigenza tutta umana e di rapporto, che chiede soltanto di stare bene insieme.
Mutuando le parole del grande poeta e filosofo martinicano Édouard Glissant, suona come una nuova melodia quello che lui stesso amava definire un processo di creolizzazione tra le diverse culture e quanto, questo processo, rappresenti una sfida di enorme portata che chiama anche noi ad una prova della nostra responsabilità culturale.
Una sfida di enorme portata dunque. Questo è quanto accade da tempo anche a Roma, in progetti rivolti a ragazzi, ospiti beneficiari del Centro di Accoglienza straordinaria di Ciampino e di alcuni Sprar, con i quali la priorità è data dal voler realizzare insieme attività ed iniziative che non producono “utile” ma che hanno la forza di generare qualcosa di nuovo e costruttivo nei rapporti interumani. L’inedito appunto, attraverso il quale arricchirsi reciprocamente.

E nel torrido di questa estate italiana, sul finire del mese di luglio, è accaduto qualcosa di meravigliosamente più grande e coinvolgente di quanto vissuto sino ad ora. Due giornate di trek-solidale, organizzate dal neo-nato gruppo “Cammina pianopiano” di LSA100Celle. Insieme per andare a conoscere e portare sostegno a quelle realtà italiane drammaticamente segnate dal terremoto del 2016. Destinazione: Arquata del Tronto (AP); uno dei tanti piccoli comuni alle pendici del Monte Vettore, tra i più colpiti e dimenticati dal clamore delle cronache e dai progetti di ricostruzione. Lì vivono e “resistono” Stefano Cappelli ed Elena Pascolini a coltivare la loro bella utopia Monte Vector, Gino e Barbara Quattrociocchi gestori di quello che fu il prezioso Rifugio degli Alpini, méta prediletta di camminatori appassionati, Patrizia Gagliardi – inestimabile guida ambientalista/escursionistica insieme agli infaticabili ragazzi dell’Associazione Arquata Potest.
Tutti loro hanno intuito quanto fosse importante restare, non abbandonare il territorio, rimanere lì per rilanciare il proprio progetto di vita in una terra che li ha visti crescere e ha fatto la loro storia. Una sorta di vitalità e resistenza decisamente affine a quella dei ragazzi migranti che, inversamente, le loro terre sono stati costretti a lasciarle “scommettendo” tutto su loro stessi, per realizzare un nuovo e migliore progetto di vita. Due realtà molto simili per vissuti drammatici ma, anche e soprattutto, per tenacia e resistenza nel voler procedere a testa alta. Dignitosi e fieri, nella certezza tutta umana che presto qualcosa cambierà.

Forse è davvero arrivato il momento di aumentare il benessere nella convivenza reciproca; tra tutti noi, qui e altrove nel mondo, che significa anche conoscere queste comunità locali, prendersi cura dell’ambiente circostante ma, più profondamente, agire con senso di civismo e di attualità al fine di superare quelle concezioni nazionalistiche di cittadinanza portatrici di stereotipi e pregiudizi, di populismi e radicalismi disinformati. La prospettiva di un sostegno e di un contributo positivo a questi luoghi, che non è soltanto legato a ragioni ideali o di buonismo ma a necessità concrete legate alla sopravvivenza e al futuro di questa terra e, più estensivamente, alla sopravvivenza e al futuro della società italiana tutta.
Queste sono le parole I segni le linee che vanno direttamente al cuore e che mi rappresentano.
E’ da queste realtà che si deve ricominciare.E’ necessaria,appunto, una vera rivoluzione culturale,che non può cominciare che dal basso, ma occorre unirsi, superare le competizioni che indeboliscono soltanto. Elisabetta