Stralci di un articolo pubblicato da il manifesto il 1 maggio 2012.
New York celebra il primo maggio del 99%, con la manifestazione più imponente organizzata da Occupy Wall Street dall’inizio della primavera. Sarà uno «sciopero generale atipico» per rivendicare i diritti dei lavoratori precari, degli immigrati e degli studenti. La festa dei lavoratori, osservata a livello internazionale per ricordare le vittime della strage di Haymarket a Chicago, in cui nel 1886 persero la vita alcuni operai durante una manifestazione per chiedere la riduzione a otto ore dell’orario di lavoro, non viene celebrata proprio negli Stati uniti. Il Labor Day, che cade il primo lunedì di settembre, è il giorno che il presidente Cleveland scelse per onorare gli sforzi dei lavoratori, ma senza alcun significato politico. Solo dal 2006, infatti, il May Day è rinato come giornata di mobilitazione contro le politiche del governo Usa, nei confronti degli immigrati. Quell’anno centinaia di migliaia di persone a Los Angeles, New York e in altre città non si erano presentate al lavoro e avevano marciato con lo slogan «Un giorno senza gli immigrati». Non a caso, Occupy Wall Street ha ribattezzato il suo sciopero «Un giorno senza il 99%», proprio per ricordare che la mobilitazione non appartiene solo a una categoria, ma a tutti coloro che chiedono un cambiamento.
I collettivi degli studenti hanno aderito subito all’iniziativa. I vari gruppi di Occupy all’interno dei campus universitari, dalle prestigiose Columbia e New York University, all’ ateneo pubblico Cuny, parteciperanno allo sciopero accompagnate anche da alcuni licei. Tuttavia, l’idea del movimento, si è scontrata con il veto dei sindacati. «Non ci sarà lo sciopero, per motivi di legalità prima di tutto, visto che dal 1947 i sindacati non possono prenderne parte, ma questa non è l’unica ragione», ha raccontato Jacqueline Di Salvo, attivista vicina a Ows e docente di letteratura inglese al Baruch College, che ha parlato di una spaccatura interna al movimento, tra le fasce più anziane e vicine ai sindacati, contrarie allo sciopero, e i giovani lavoratori precari, che hanno portato avanti l’idea fino all’ultimo. (…) Come compromesso per aggirare i divieti il movimento ha chiesto e ottenuto il permesso dal comune di New York per la marcia che da Union Square arriverà a Battery Park. «Il motivo per cui si vuole agire in modo legale è per tutelare i centinaia di lavoratori immigrati che scenderanno in strada, molti di loro sono irregolari e sarebbero deportati in caso di arresto», ha spiegato Di Salvo. (…)
L’ala più radicale di Ows ha fatto sapere di voler dare comunque un segnale forte e tenterà azioni improvvise, come il blocco di ponti, tunnel e delle principali arterie del traffico urbano. (…) La polizia ha già annunciato la linea dura nei confronti di coloro che bloccheranno la città. (…) Nel resto del Paese, l’atmosfera di mobilitazione è altrettanto vivace. Secondo le stime del movimento Occupy, diverse proteste sono state organizzate in 115 città americane. A Seattle e in California, da Oakland a Los Angeles, si terranno marce ed eventi in piazza, mentre a San Francisco i manifestanti cercheranno di occupare il Golden Gate Bridge. Nella Costa Est sono previste mobilitazioni a Philadelphia, Chicago e Washington Dc.
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Città invisibile è un piccolo collettivo attento ai temi sociali e della decrescita, nato all’interno dell’omonima libreria (info [at] editoriadellapace [dot] org) dell’ex mattatoio di Testaccio.
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