Di fronte alla vicenda di Monterotondo Scalo, dove una ragazza per difendersi ha ucciso il padre ubriaco e violento, non hanno inseguito il clamore mediatico ma hanno preferito prendere tempo per approfondire, ascoltare, confrontarsi. E mettersi in discussione. “Quanto accaduto non è un fatto episodico, e archiviarlo alla voce disgrazia o incidente isolato sarebbe gravissimo”, dicono gli operatori e le operatrici sociali della cooperativa Folias, che quel territorio vivono ogni giorno. In questo messaggio ragionano di legami comunitari da ricomporre e di servizi di prossimità da promuovere e reinventare. Subito. Perché le vite delle persone non sono tweet di campagna elettorale

Passato il clamore mediatico suscitato dai tragici fatti accaduti a Monterotondo Scalo, proprio accanto al Centro di Aggregazione Comunale Il Cantiere dove lavoriamo, sentiamo il dovere di esprimerci.
La vicenda ci ha toccato profondamente e nel cuore, anche perché conosciamo molto bene le persone coinvolte. Ma non per questo riteniamo di aggiungere altro sulla loro vita privata.
Come cooperativa sociale Folias, sentiamo invece forte l’esigenza di condividere con gli uomini e le donne del quartiere e della città, con la politica, con i servizi sociali comunali e della Asl che noi non indichiamo nessuno come diretto e unico colpevole e che siamo pronti ad assumerci la nostra di responsabilità.
Crediamo che sia utile che tutti facciano la stessa cosa. Siamo certi che puntare il dito su una persona o su un attore sociale e indicarlo come responsabile di questa tragedia, non aiuta nessuno e non è di alcuna utilità. Dobbiamo invece ripartire da quanto accaduto affinché, oggi, nessuna famiglia alle prese con problemi tanto complessi si possa sentire sola.
Il nostro lavoro ci permette di avere un punto di osservazione quotidiano sulla vita e sulle famiglie del territorio. E affermiamo a gran voce che quanto accaduto non è un fatto episodico, e archiviarlo alla voce disgrazia o incidente isolato sarebbe gravissimo.
È necessario quindi innescare un processo attento di riflessione e di azione. È necessario potenziare la presenza dei servizi sociali e sanitari sul territorio. È necessario che si lavori a una idea di città in cui siano attivi tutti i sistemi di protezione e di allarme sociale, siano chiari a tutti e possano essere contattati con facilità. Siamo pronti a progettare con le istituzioni dei nuovi servizi di prossimità. È fondamentale che i Servizi Sanitari per le dipendenze patologiche e per la salute mentale e i servizi sociali dei comuni del territorio lavorino in maniera coordinata e sinergica.
Chiediamo pertanto a chi sarà nuovo sindaco della città di Monterotondo, anche in qualità di capofila del distretto, di convocare nei suoi primi cento giorni di governo una conferenza aperta ad Asl, servizi sociali, cittadini e terzo settore, per riflettere e progettare nuove forme di intervento preventivo, cura e riduzione del danno a tutela di donne vittime di violenza, minori a rischio, persone che abusano cronicamente di sostanze e di alcool.
La povertà educativa e i problemi di salute mentale li si affrontano con efficacia se ognuno nella comunità si assume la propria responsabilità e ha un margine di intervento chiaro. Una società che disinveste nei servizi ritiene che i problemi sociali non riguardino e non ricadano sull’intera comunità. Noi ci siamo e siamo pronti a fare la nostra parte.
Gli operatori e le operatrici sociali
della Folias Cooperativa Sociale
La qualità della reazione dei colleghi di Folias ci insegna a dare tempo alle relazioni e a allargare lo sguardo sul contesto prima e per poter dire qualcosa sugli episodi e sulle persone.
E’ un esercizio di umiltà e di serietà che troppo spesso vediamo eluso e negato. Li ringrazio profondamente.