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Non bloccate i migranti in Libia

Filippo Miraglia
27 Aprile 2020

Il Global Legal Action Network (GLAN), l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) e l’Associazione Ricreativa e Culturale Italiana (ARCI) hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti dell’UE. Chiedono che l’Unione Europea finalmente sospenda il finanziamento al programma attraverso cui i migranti vengono bloccati in Libia, poiché viola le norme di diritto finanziario dell’UE e le norme internazionali sui diritti umani

La Commissione Europea, di fatto, fornisce supporto finanziario a progetti che sostengono il respingimento di persone verso la Libia, dove queste subiscono terribili abusi, in violazione dei suoi obblighi sul non contribuire a gravi violazioni dei diritti umani. Le organizzazioni chiedono alla Corte dei conti di dare inizio a una “special review” (analisi) del programma di gestione integrata delle frontiere (IBM) finanziato attraverso il Fondo Fiduciario per l’Africa che supporta le autorità libiche e di assicurarsi che la Commissione europea sospenda il programma in attesa delle revisioni necessarie, come richiesto dal diritto dell’UE.

Un’Europa che contribuisce a gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale attraverso lo sviamento dei fondi destinati allo sviluppo, è un’Europa che manca ai suoi impegni e mina le sue proprie fondamenta. Mentre la società civile delle due sponde del Mediterraneo chiede a gran voce lo svuotamento dei centri di detenzione libici, la cooperazione dell’Italia con la Libia, finanziata e incoraggiata dall’Unione, si traduce in respingimenti illegali di uomini, donne e bambini che vengono ancora una volta rimandati indietro nell’inferno libico, anziché trovare salvezza e riparo in un porto sicuro

Le risorse del Fondo fiduciario per l’Africa possono finanziare solo azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo e non finalità securitarie e di controllo delle frontiere. Tuttavia, l’Unione ha allocato 90 milioni di euro affinché il programma IBM riducesse il flusso migratorio dalla Libia, incrementando la capacità della guardia costiera libica, attraverso formazioni e fornendo equipaggiamenti, di bloccare le barche dei migranti in fuga.

Inoltre, tali risorse sono soggette a norme basate sul principio della buona gestione finanziaria, che includono l’obbligo di un sistema di valutazione, mitigazione e monitoraggio del loro impatto sui diritti umani. Ciononostante, il Fondo fiduciario per l’Africa non prevede misure di mitigazione, né procedure di monitoraggio. Prevede invece che le attività di valutazione e monitoraggio dell’impatto del progetto sui diritti umani siano condotte da chi riceve i fondi, i cosiddetti partner di attuazione. Nel caso dell’Italia, partner nell’attuazione dei programmi finanziati in Libia, l’affidamento del Fondo si è già rivelato inadeguato: come sostenuto dal Comitato ONU contro la tortura, la cooperazione tra Italia e Libia acuisce il rischio dell’esercizio di forme di tortura da parte delle autorità libiche. L’Italia è stata già coinvolta in diversi contenziosi per i suoi programmi in Libia in materia di diritti umani davanti a organismi nazionali e internazionali

Il programma IBM è ora nella sua seconda fase, senza sostanziali cambiamenti. Al momento non viene proposta alcuna restrizione o condizionamento nell’uso dei fondi, né tantomeno il riferimento a un eventuale sistema di valutazione e di monitoraggio continuativo sull’impatto del programma sui diritti umani.  Il diritto dell’UE ed il diritto internazionale, sottolinea l’esposto, richiedono che l’Unione e i suoi stati membri condizionino il finanziamento attraverso misure concrete e verificabili, inclusa la chiusura dei centri di detenzione libici e l’adozione e attuazione di norme che garantiscano il diritto d’asilo da parte delle autorità libiche.

Nonostante ripetute richieste, le istituzioni dell’Unione si sono rifiutate di fornire informazioni sui finanziamenti utilizzati per ridurre il flusso migratorio in partenza dalla Libia. Ostacolare e rifiutare l’accesso all’informazione viola i doveri dell’Unione in termini di trasparenza finanziaria.

La mancanza di programmi di monitoraggio dei diritti umani e il rischio che i fondi allo sviluppo vengano sviati per supportare programmi sulla sicurezza, così come avvenuto per i programmi finanziati dal fondo Fiduciario per l’Africa, sono allarmanti evidenze che le istituzioni dell’UE e gli Stati membri devono prendere in considerazione. La recente proposta del governo di Malta di incrementare il finanziamento alla Libia in risposta all’epidemia di Covid-19 di 100 milioni, includendo nelle priorità il supporto alla guardia costiera libica, mostra che la mancanza di accountability rispetto al finanziamento dell’UE alla Libia persiste.

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