L’occupazione militare di Gerusalemme Est viola il diritto internazionale e porta alle violenze e ai soprusi ai danni dei residenti palestinesi di cui in queste ore tutto il mondo è testimone e che devono immediatamente cessare. Lo sostiene Arcs Culture Solidali, che in questi giorni di angoscia sta dando voce alle richieste di aiuto che arrivano dai numerosi partner della società civile palestinese, precisando che “siamo di fronte a un tentativo di fatto di annettere Gerusalemme Est”. Per questo l’associazione chiede che “Israele, in linea con i suoi obblighi, sia richiamata dalla comunità internazionale al rispetto del diritto: si ritiri l’esercito dalle aree civili, religiose e monumentali sotto occupazione illegale; si rispetti lo status internazionale di Gerusalemme e le convenzioni internazionali; si arrestino le attività in contrasto con le risoluzioni ONU che hanno provocato l’escalation di violenza a Gaza e l’interruzione dei bombardamenti aerei portati avanti senza proporzione e con enorme disparità di forze”

Nonostante i numerosi richiami dell’Unione Europea e della comunità internazionale, Israele prosegue l’espulsione forzata di famiglie palestinesi dai quartieri di Silwan e Sheikh Jarrah e viola con l’esercito lo status speciale delle aree storiche e monumentali di Gerusalemme, come la moschea di Al-Aqsa. Come più volte ribadito dalle Nazioni Unite, l’occupazione militare di Gerusalemme Est costituisce una violazione del diritto internazionale e porta alle violenze e ai soprusi ai danni dei residenti palestinesi di cui in queste ore tutto il mondo è testimone e che devono immediatamente cessare.
La voce ai testimoni
Come ARCS diamo voce alle richieste di aiuto che arrivano dai numerosi partner della società civile palestinese e spazio e rilevanza alle loro proposte di soluzione del conflitto.
Esprimiamo angoscia per l’escalation di violenza nella Striscia di Gaza, a seguito della reazione israeliana alla scellerato lancio di razzi da parte di gruppi armati: a Gaza si contano centinaia di feriti e decine di morti, tra cui almeno 9 bambine e bambini tra i 2 e 16 anni, come denunciato da Defence for children international. L’Unicef ha riportato l’impossibilità per le ambulanze di assistere ed evacuare i feriti. Ancora una volta è la gente più vulnerabile che resta vittima degli attacchi aerei indiscriminati, che evidentemente non fanno differenza tra obiettivi militari e aree abitate dalla popolazione civile.
Organizzazioni palestinesi con cui ARCS collabora da anni riferiscono di minacce di morte ricevute attraverso SMS dei servizi segreti israeliani. Qsay Abbas, dello Youth Development Department, in un’intervista a Nova Radio denuncia le provocazioni dell’esercito israeliano.
Le richieste
Arcs chiede al governo israeliano di cessare immediatamente le demolizioni e gli sfratti, abbandonando di fatto la politica di sfollamento forzato che porta avanti da anni. Come riportato dall’Israeli Committee Against House Demolitions, “durante e dopo la Nakba del 1948, l’esercito israeliano ha demolito circa 52.000 case, più di 530 interi villaggi, città e aree urbane. Tra il 1967 e il 2021, le autorità israeliane hanno demolito più di 55.000 case, strutture agricole, attività commerciali, centri sociali, scuole e moschee”.
Siamo di fronte a un tentativo di fatto di annettere Gerusalemme Est. Per questo chiediamo che Israele, in linea con i suoi obblighi, sia richiamata dalla comunità internazionale al rispetto del diritto: si ritiri l’esercito dalle aree civili, religiose e monumentali sotto occupazione illegale; si rispetti lo status internazionale di Gerusalemme e le convenzioni internazionali; si arrestino le attività in contrasto con le risoluzioni ONU che hanno provocato l’escalation di violenza a Gaza e l’interruzione dei bombardamenti aerei portati avanti senza proporzione e con enorme disparità di forze.
Ad Hamas, Arcs chiede di isolare risolutamente e bloccare i gruppi armati che hanno rivendicato l’invio dei razzi verso Israele.

La comunità internazionale
All’Unione Europea Arcs chiede di “non restare silente di fronte a questa ennesima provocazione del governo israeliano con frange estremiste lasciate agire con impunita violenza contro la popolazione araba indifesa. Chiede inoltre di rispettare la sensibilità di chi ancora una volta subisce torti e soprusi, e che vengano create le condizioni di legalità internazionale per aprire tavoli di trattativa.
All’Italia chiede invece di promuovere un intervento dell’Europa per mettere fine all’occupazione israeliana dei territori palestinesi, riaffermando il rispetto delle risoluzioni ONU e dei diritti umani fondamentali, senza cui ogni richiamo alla pace suona come vuoto e ipocrita.
Infine, Arcs esprime apprezzamento per l’invito rivolto dalla Vice Ministra agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale Marina Sereni al Quartetto per il Medio Oriente (Nazioni Unite, UE, Stati Uniti e Russia) ad agire tempestivamente per ristabilire le condizioni per il dialogo.
Credo che la catena dell’odio e del rancore intergenerazionale che qs conflitto eterno ha innescato, possa essere spezzata solo da una volontà dei popoli a non perpetrare ulteriormente la spirale di violenza. Ciò che la politica internazionale deve fare è di innescare e favorire processi di pace e di riconciliazione tra i popoli.