
Possiamo lottare duramente fino in fondo, scorticarci le mani e il cuore per ciò che desideriamo, per contrastare un amore o far di tutto per restare. Per convincere chi amiamo, per raggiungere un obiettivo importante, per inseguire un sogno, per inseguire la giustizia. Ma possiamo anche riconoscere la sconfitta e pensare: é andata così. Non é rassegnazione solo accettazione della strada.
Non abbiamo superpoteri, le cose – a volte – semplicemente non vanno come avremmo voluto. E questo può comprendere anche la perdita di persone che abbiamo amato o amiamo.
Questa è la società delle sfide, delle lotte individuali, del potere personale. Della vittoria. Del narcisismo. Nessuno ci prepara alle sconfitte e alla loro accettazione. Anche i nostri figli crescono dentro a continue sfide in cui devono uscirne vincitori.
La vita é imperfetta e lo siamo anche noi. Ed é proprio quell’imperfezione che ci salva. La nostra mente ci aiuta: i ricordi dolorosi sbiadiscono e, a volte, si dissolvono. Siamo, in fondo, un meccanismo perfetto, in sé.
A volte il dolore di lasciar andare il dolore fa più male del dolore stesso. Eppure bisogna.
Possiamo lottare duramente ma, a un certo punto, dobbiamo riconoscere la sconfitta per andare avanti. E insegnarla. Per proteggere il cuore e aiutarlo a battere di nuovo e ancora. Fino alla fine.
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