Muoiono i bambini, mentre i grandi giocano alla guerra e decidono come spartirsi il potere. Muoiono i bambini, mentre i grandi alzano il tiro, bombardano, sterminano, combattono per la vittoria. Quale vittoria?
Muoiono i bambini, mentre i grandi nei tavoli dorati dei grandi si prendono il tempo della diplomazia. Muoiono i bambini, per difendere la Patria. Quale Patria?
Muoiono i bambini, un minuto prima muovevano i primi passi, dicevano le prime parole, correvano a perdifiato, imparavano a scrivere e un minuto dopo sono avvolti in una coperta azzurra tra le braccia di un padre e hanno un nome: Kirill.
Kirill, è uno, ha diciotto mesi, ma è tutti, tutti i bambini che muoiono di fame o in mezzo al Mediterraneo o nelle tante guerre che ci sono ora nel nostro mondo e che non interessano. Non hanno gas da spartire o interessi da consumare.
Kirill non voleva essere un angelo, come qualcuno scrive, voleva essere un bambino, diventare ragazzo e poi uomo, non voleva giocare alla guerra, non voleva morire in nome della Patria, pensava che il concetto di Patria e confini non esistessero nemmeno più, credeva di essere parte di un mondo.
Muoiono i bambini, perché i grandi non sanno essere madri; perché il potere conta più della cura.
È una guerra questa che non salva nessuno, nemmeno noi, spettatori inermi.
Siamo senza colpa?
Muoiono i bambini, e dentro all’indifferenza, noi non sappiamo più nemmeno se abbiamo il diritto al dolore.
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Cinzia Pennati (Penny) è insegnante e scrittrice. Questo il suo blog sosdonne.com.
Giovanni Papa dice
Cara Penny, mi hai commosso e non conoscendoti so ora molto di te che incoraggia me a proseguire azioni e ricerche tutte volte a bambine e bambini sin dal loro concepimento.
Grazie
Mirella de Gregorio dice
Purtroppo non penso sia unimmagine corretta: al posto del soldato che è stato mandato spesso a forza in guerra, ci metterei un distinto signore che dirige i fili della guerra con la fabbricazione e vendita di armi