
Mi chiamo orsa, o almeno è quel che c’era scritto una volta nei libri di scuola o nelle favole, e sono un animale.
Così era un tempo, ma oggi il mio nome è Jj4 e affermano che sono colpevole di un’aggressione mortale.
Dicono che ho ucciso un essere umano, un giovane di 26 anni.
Non posso dire che comprendo fino in fondo la gravità di ciò che ho fatto, ma capisco la sofferenza anche se non sono umana.
Il dolore dei tuoi cari, di chi ti ha messo al mondo o di chi soltanto ti vuol bene. Questo è un fatto dell’esistere comune a tutti noi viventi, credo. Spero.
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Dicono anche altro su di me.
In molti discutono, altri argomentano, e sommariamente condannano anche, taluni.
C’è pure chi mi odia e vorrebbe la mia morte. So che la chiamate in tanti modi, tra cui vendetta, riparazione e perfino giustizia, come se fosse un’ineludibile necessità per il bene della collettività.
Capisco poco di tutto ciò, lo ammetto.
Perché mi chiamo orsa, o perlomeno così era una volta, e orsa è ciò che sono ancora oggi.
Per tale ragione, guardo le cose dal mio punto di vista come voi le osservate e valutate dal vostro.
Banalmente, il punto di vista di un animale.
Il punto di vista di un animale su un pianeta dove ogni anno vengono macellati 150 miliardi di noi.
In quello stesso anno, nella nazione che ci ospita tutti, si parla tra gli altri di 5 milioni di uccelli trucidati illegalmente, di un milione e mezzo di animali selvatici ammazzati dalle vostre auto sfreccianti sulle strade e dello sterminio di 300.000 cinghiali, altra specie da voi pubblicamente disprezzata di questi tempi.
Ciò nonostante, anche se non capisco il senso neppure di questo, io non vi odio, e credo di poter parlare a nome di tutti gli altri animali di questa terra.
Altrimenti… be’, ve ne rendereste conto non appena uscite di casa.
Perché lo spegnimento della vita altrui con una ragione ben precisa e premeditata, che non siano il procacciamento del cibo o la protezione di se stessi e dei propri figli, è un qualcosa che non riesco neanche a immaginare.
Chiedo scusa di ciò che ho fatto e di quello che non capisco.
Ma che volete farci.
Malgrado i nomi che mi danno sui giornali, io mi chiamo orsa e sono solo un animale…
Fonte: Storie e Notizie n. 2023
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Vergogna per l’uomo che prima ci specula poi li ammazzs
Bellissimo. Come facciamo a spiegare a quello che chiedono giustizia e vendetta che l’orsa non ha bisogno di scusanti, o di attenuanti. Perché lei non è una latitante pluriomicida. È “solo” un animale. Questa mentalità per cui solo la nostra specie è padrona di tutto, ha diritto si consumare, usare, usurpare, occupare, distruggere, spingere gli animali fuori dai propri habitat e perfino ammazzare per divertimento è terribilmente desolante e intollerabile.
Vergogna
Senza polemica, avrei concluso … sono solo un essere vivente, da voi declassato ad animale …
Hai pensato che magari non lo consideriamo un declassamento?
È tutto coerente con la follia del nostro tempo. Tutto in perfetta sincronia con le assurde contraddizioni che animano e popolano i nostri giorni. È una vergogna di cui tutti portiamo il segno . Scusaci madre Orsa , io so che lo potrai fare …a differenza di noi umani
Grazie Alessandro per aver offerto a me animale umano di 84 anni di avvertire la grande “simpatia” con Orsa.
Purtroppo la questione non è così semplicistica come la tratteggiate. Le situazioni per essere capite vanno magari approdondite.
Vi invito a venire in Trentino nelle valli frequentate dagli orsi e fare qualche giro in montagna da soli o con i vostri cari. Poi ci ritroviamo a parlarne assieme.
Approfondire, comprendere, convivere, e farlo rigorosamente nel nome della non violenza: non è mai semplice ma può essere fatto. E non solo in Trentino, ma nell’intero pianeta.
Monitoraggio, sterilizzazione a campione degli esemplari femmine, carnai dove gli orsi possono trovare cibo in modo che eventualmente non si spostino oltre un certo limite, cartelli di segnalazione per gli utenti, indicazioni su come comportarsi in caso di incontro con animali selvatici potenzialmente pericolosi, divieto di accesso in zone dove eventualmente può esserci un’alta concentrazione di esemplari, manutenzione dei sistemi di controllo radar sugli animali. Si chiama controllo del territorio, si chiama prevenzione. Le tragedie si possono evitare, quando amministrazioni responsabile fanno il proprio lavoro, progettano la sostenibilità degli habitat, utilizzano gli strumenti idonei. Evidentemente in Trentino non è andata così, quindi c’è bisogno di sostituire le persone incompetenti, quelle non idonee a ricoprire ruoli così strategici per la vivibilità del territorio, così come qualunque paese civile farebbe. Del resto nessuno pagherà per questa tragedia, nessuno a due zampe almeno, nonostante l’appello della famiglia la quale, con una dignità che commuove, ha chiesto che a pagare non sia l’orso inconsapevole, ma chi è responsabile del territorio. In Italia corriamo ai ripari quando la tragedie, che si scopre sempre si potevano evitare, sono già avvenute. Questa non è differente dai ponti crollati, dai fiumi esondati, dalle frane per scivolamento e così via.
Viviamo in un paese che non ha nessuna idea di progettazione per il futuro. Viviamo alla giornata, quel che accada accada.
Pensare di poter parlare in nome di un animale mi pare riaffermi invece proprio quello specismo che si crede di combattere. Siamo specie umana e parliamoci tra noi senza finzioni
Come è difficile dare un opinione chiara e lucida su una azione che nel caso dell’orso si è compiuta senza movente e premeditazione ma per un istinto che noi umani, in assoluto controllati dalla ragione, non comprendiamo più. E comprendere non significa diminuire l’ importanza o il dramma scaturito, come la perdita di una vita umana, ma usare la ragione per ragionare sull’equilibrio che nella natura è legge e che nel nostro mondo umano ha smesso, fin quasi da subito di esserlo.
Nessuno si domanda
cosa ci faceva un corridore da solo su un sentiero fuori mano di Montagna ????????
Il corridore era un indigeno locale cioè un paesano montanaro residente in zona perciò doveva sapere benissimo che alcuni sentieri di montagna poco battuti sono frequentati da animali selvatici ed inoltre doveva ben sapere che in zona si trovava un Orso in circolazione .
Perciò la MORTE se la è cercata con il lanternino.
Quando ero un bambino di una città a quota zero sul livello del mare senza auto i veci montanari VERI quando andavo in montagna mi hanno raccomandato di evitare di percorrere da solo i sentieri di montagna poco battuti da uomini e animali e se li percorrevo di fare molta attenzione e molto rumore .
Perché il fanatico sportivo anche se era della zona non ha rispettato le vecchie regole e leggi MONTANARE ??
Se percorri un sentiero poco battuto da uomini e animali domestici devi fare molta attenzione non stai passeggiando o correndo su un parco cittadino .
P.S.
Se corri su certi parchi cittadini in Italia fuori dalle strade frequentate da auto se sei di sesso maschile potresti venir aggredito e forse pure ucciso da parte di Drogati-Sbandati-Clandestini o italiani oppure da Bande di ragazzini violenti e teppisti !
Nessuno mette in carcere o uccide in Italia questi umani assassini volontari !
Perciò se dipendesse da me l” Orsa un po aggressiva la manderei in esilio in una zona dove non possa più incontrare un essere umano !
Romania-Russia ci sono boschi perfetti dove scaricare e lasciar libera questa Orsa e fine delle polemiche stupide !