di Paolo Cacciari
Medole è una cittadina piena di storia, ai piedi delle colline moreniche che si affacciano sul Lago di Garda, nei pressi di Desenzano. I suoi quattromila abitanti sono molto affezionati al loro sindaco. Giovanni Battista Ruzzenenti ha cominciato come assessore per il Pci nel 1975, a ventinove anni. Ha poi fatto il sindaco e, con una sola interruzione, lo scorso anno, a capo della lista di cittadinanza “Medole verso il futuro”, è stato rieletto per la sesta volta. Un record sicuramente ben meritato.
La sua prima battaglia è stata contro l’apertura di una discarica. L’ultima, tutt’ora in corso, la si legge in un cartellone all’entrata del paese: “Medole No Tav”. Contestata è la tratta Brescia-Verona su un nuovo sedime che sventra località magnifiche. Per dare il buon esempio l’amministrazione ha approvato un Piano di governo del territorio che azzera il consumo di suolo riducendo l’edificabilità già concessa. Con un altro Piano di interesse sovra-comunale intende tutelare le aree con valenze storiche-culturali e ambientali.
Ma la sfida che Medole ha già vinto è sull’energia pulita. Da un lato, grazie all’introduzione di una normativa d’ordine igienico e sanitario, ha negato la costruzione di impianti di energia elettrica da biogas, di dubbia efficienza, entro un raggio di cinque chilometri dalle scuole. Dall’altro, ha recuperato tramite una radicale bonifica una vecchia cava adibita abusivamente a discarica e vi ha costruito un impianto fotovoltaico da un Megawatt che oggi – dedotti i costi di ammortamento e gli oneri finanziari – frutta 300.000 euro all’anno: l’8 per cento di tutte le entrate su cui può contare il Comune. Eliminata l’addiziona Irpef, rimangono denari per i servizi del welfare locale: un asilo nido con cucina gestita direttamente dal Comune che si approvvigiona da produttori locali e che fornisce anche a domicilio trenta pasti al giorno ad anziani soli; un centro di aggregazione giovanile pomeridiano presso i locali della parrocchia, concessi non senza titubanze vescovili; il Teatro comunale che riesce a mettere in scena una stagione di spettacoli. Venti dipendenti comunali, alcune Onlus, il lavoro volontario di alcune famiglie che ottengono in cambio sconti sulle bollette (“morosità incolpevole”, si chiama in burocratese).
Poi vi sono venticinque tra profughi e rifugiati ospitati in paese che aiutano ogni giorno i bambini ad andare a scuola con il Pedibus. Un modello di integrazione. Medola aderisce a Libera e a Avviso Pubblico. Ruzzenenti è molto preoccupato per il rischio di infiltrazioni camorristiche dovute ad uno Stato che si ritrae, abbandona gli enti locali e li induce a privatizzare i servizi. Va d’accordo più con i grillini che non con il suo partito, il Pd. L’anno scorso ha strappato la tessera per protestare contro le politiche del governo Renzi. Dopo un po’ gliene hanno portata a casa una nuova.
* Paolo Cacciari è autore di articoli e saggi sulla decrescita e sui temi dei beni comuni. Il suo nuovo libro, Vie di fuga (Marotta&Cafiero) – un saggio splendido su crisi, beni comuni, lavoro e democrazia nella prospettiva della decrescita – è leggibile qui nella versione completa pdf (chiediamo un contributo di 1 euro).
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