Il numero dei morti e soprattutto dei feriti in Libano e, meno, in Siria, non è ancora definitivo. Per ora siamo intorno a 4.000 per i primi, una dozzina per i secondi. Un film di genere “fanta-horror”, si può definire questa ultima “brillante” operazione israeliana, probabilmente un evento mai accaduto prima, e certo non con migliaia di apparecchi di comunicazione che esplodono in contemporanea. Un’operazione che ci lascia inebetiti, prima che indignati, azione inedita che suscita sdegno, riprovazione, ma a quanto pare forse solo nel foro interiore, nel segreto dell’anima di coloro che hanno a cuore la giustizia, la verità e direi l’umanità. Negli altri (non considero i sionisti, ovviamente) sembra prevalga una sorta di ammirazione, una fascinazione per la bravura e la creatività del Mossad e degli apparati militari, polizieschi e spionistici di Tel Aviv.
Pensate, voi siete al supermercato, in biblioteca, in un edificio pubblico, o a casa vostra, persino in un corteo funebre (com’è accaduto), e se avete uno di quegli apparecchietti – i “cercapersone” – d’improvviso vi esplode in tasca, nello zainetto, sul tavolo, o tra le mani. Voi neppure capite. Magari rimanete in vita, ma non udrete più, o non vedrete più, perché l’esplosione ha danneggiato irrimediabilmente la vista o l’udito. E il vostro volto, le vostre mani, il vostro corpo, se sopravviverete, recheranno per sempre i segni dello scoppio.
Qualcuno ha sentito parole di condanna? Qualche politico occidentale ha avuto il coraggio di dare voce allo sdegno che tanti di noi hanno provato, e che, ripeto, almeno nel foro interiore, forse tutti (a parte i sionisti, sono convito che tanti ebrei provano…) stanno provando? Naturalmente, le autorità israeliane se la cavano sempre con la spiegazione “volevamo colpire un capo”, “cercavamo un terrorista”, “è stata una operazione mirata”…
Stavolta l’obiettivo invece di Hamas era Hezbollah, ed esattamente come a Gaza o in Cisgiordania, per colpire un militante arabo (che legittimamente combatte l’occupante ebreo), si fa strage di civili innocenti. Tutto questo ad opera di uno Stato, quello di Israele, che è ormai dichiaratamente terrorista, e neppure lo nasconde, anzi sembra orgoglioso per ogni vittima, e aggiorna ora per ora la sua triste, miserabile contabilità.
Ben difficile pensare che gli Stati uniti non fossero stati informati prima, della operazione omicida-tecnologica israeliana, come si sono affrettate a dichiarare le autorità statunitensi, con un classico esempio di “excusatio non petita – accusatio manifesta”. E al solito, la UE tace. Il mondo deve mettere all’angolo questo Stato abusivo, nato col terrore che vive generando terrore, talvolta pagandone le conseguenze, ma quasi sempre è carnefice non vittima, come invece regolarmente si presenta, sulla base di un passato ormai lontano, in cui davvero gli ebrei (che non sono i sionisti!) furono vittime dei carnefici nazisti (non i tedeschi, ma i nazisti).
Ora siamo alla pura infamia, alla più oscena delle scelleratezze, alla violenza che si fa legge, si fa senso comune, si fa cultura diffusa in Israele, ma qualcosa arriva anche fuori dei suoi confini, facendo gioire i suoi supporters nel mondo, che però sono sempre meno, al di fuori della ristretta cerchia degli Stati Uniti e delle nazioni satelliti.
Ripeto la mia domanda retorica, che però mi tormenta davvero: “Si può accettare tutto questo?”.
Storico, docente in diverse università, Angelo D’Orsi è autore di numerosi articoli e libri e ha fondato alcune collane editoriali. Collabora con Micromega e il manifesto.
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Umberto Vergine dice
Sono d’accordo, lo Stato d’Israele ( non gli Ebrei) sta diventando un autentico e pericoloso, per tutti, stato terrorista.