Il 18 maggio i soci di Banca etica si sono dati appuntamento al teatro Valle Occupato, il giorno prima dell’assemblea della banca, che quest’anno si svolge a Roma (l’assemblea del 19 maggio all’aula magna della Sapienza). La scelta non è casuale, molti soci della prima ora di Banca etica ricordano il lungo percorso nato con la costituzione , a metà degli anni ’90 che ha coinvolto migliaia di organizzazioni, reti e semplici cittadini per dare vita dal basso a una banca fondata su un modello radicalmente diverso e con caratteristiche uniche. Una per tutte: la completa trasparenza. Banca etica è oggi l’unica banca che pubblica sul proprio sito internet l’elenco completo di tutti i finanziamenti accordati alle persone giuridiche, sfatando così nei fatti il famigerato segreto bancario. Ancora, è l’unico istituto dove ogni richiesta di finanziamento passa, oltre che per la normale istruttoria economica, per una valutazione sociale e ambientale realizzata direttamente dai soci sul territorio. Oggi Banca etica è costituita da oltre 35.000 soci tra persone fisiche e giuridiche che partecipano secondo il principio “una testa un voto”, indipendentemente dal capitale versato.
Al teatro Valle, occupato dallo scorso 14 giugno (la foto è ripresa dalla pagina facebook del Valle), come sanno bene i lettori di Comune è partito un processo per la creazione della “Fondazione Teatro Valle Bene Comune” per gestire il teatro secondo modalità che oggi non esistono. Massima partecipazione dei soci, anche qui secondo il principio “una testa un voto”, meccanismi turnari per le cariche direttive, modalità nuove di direzione artistica. Anche nella fase costitutiva si cerca la partecipazione di chiunque voglia collaborare e dire la sua. La bozza di Statuto della futura Fondazione è su internet, aperta a commenti e proposte. Per diventare soci fondatori e sostenere la raccolta del capitale sociale della futura Fondazione bastano 10 euro, anche se molte delle oltre 3.000 persone che sono già diventate socie hanno deciso di lasciare di più. Per farlo è possibile fare un bonifico (tutti i dati sono qui) o ancora meglio recandosi a teatro per informarsi e discutere del progetto di persona con gli occupanti.
L’occasione per farlo potrebbe essere proprio il 18 maggio, o un altro dei giorni di questa settimana. Il 18 la giornata si aprirà alle 17 con la presentazione di un libro su Pio La Torre, a trent’anni dal suo omicidio. A teatro sarà possibile vedere una mostra fotografica organizzata da Banca etica e dedicata alle grandi manifestazioni per la pace, a partire proprio da quella organizzata a Comiso, in Sicilia, all’inizio degli anni ’80 contro l’installazione di missili Cruise, e che vide Pio La Torre tra i principali protagonisti. La giornata si inserisce in una settimana di permanenza artistica de L’Arsenale, federazione siciliana delle arti e della musica che presenta una settimana di spettacoli dal 15 al 20 maggio intitolata “A Sud di nessun Nord. Cronache di decolonizzazione”.
La Sicilia della lotta alle mafie e la Sicilia di una rinascita culturale e politica che si fondono nello spazio del teatro Valle Occupato. Percorsi che si incrociano e si sostengono. Lo scorso 16 dicembre, L’Arsenale è stato protagonista dell’occupazione del teatro Coppola di Catania, seguita il 13 aprile con quella del teatro Garibaldi di Palermo. Testimonianze del rafforzamento di una rete di teatri e di spazi occupati per diventare luoghi di cultura e d’arte. Ancora prima, spazi riaperti e restituiti alla cittadinanza.
Il filo comune che lega questi percorsi è l’idea di cultura come bene comune. Il rifiuto della privatizzazione dei teatri e della cultura, il rifiuto di un sistema pubblico troppo spesso asservito a logiche politiche e partitiche, ma sperimentazione di nuovi percorsi di partecipazione, in cui i cittadini si mettono in gioco in prima persona, senza deleghe. Di fronte ai continui tagli al settore culturale e artistico nel nome dell’austerità e della necessità di compiacere la finanza-casinò, una risposta concreta di un nuovo modello sociale ed economico. E’ in questo percorso che si ritrova il legame più profondo tra l’esperienza del teatro Valle, quella della finanza etica e le altre lotte per i beni comuni. Dall’uso che viene fatto del nostro denaro, tanto quello sui conti correnti quanto quello pubblico, alla cultura, dall’acqua agli altri servizi pubblici e essenziali l’idea di fondo è semplice: occupiamoci di ciò che è nostro.
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