“Sii obbediente. Non rispondere. Guarda tuo fratello. Comportati come si deve. Da te non me lo aspettavo. Così sì che sembri una signorina. Almeno tu potevi darmi una mano. Non sta bene. Siediti composta. Chiudi le gambe. Sii carina. Sii gentile. Non comportarti da maschiaccio. Una bambina non fa certe cose. Sei la mia principessa. Non farti sgridare. Non correre. Aiutami a riordinare…”.
E ancora: “Non dondolarti. Anche se ti danno fastidio devi mettere le collant. Non puoi stare in canottiera. Hai la gonna, attenzione a come ti muovi. Una bambina non alza mai le mani. Fai contenta papà. Fai contenti i nonni. Non fare la pettegola. Da te non me l’aspettavo. Non andare in bagno da sola e non sederti sulla tazza. Non ridere con la bocca aperta. Oggi metti il vestitino, non vuoi essere carina?”.
Così, quando le bambine saranno grandi, saranno pronte a: prendersi cura di tutti e di tutto considerandolo un fatto scontato; a considerare il loro corpo in funzione del piacere dell’altro, soprattutto quello maschile; a non ribellarsi alle prevaricazioni; ad accantonare i loro desideri.
Saranno arrabbiate, molto arrabbiate e, a volte, non capiranno bene il perché. La cultura sessista e patriarcale, spinta anche dalla scuola, ha ottenuto il suo scopo. Normalizzare l’annullamento. Rendere gratuita la cura. Creare disuguaglianze.
Liberate le bambine. E i bambini. Perché alla fine, tutti e tutte, pagano prezzi altissimi di infelicità.
Cinzia Pennati (Penny) è insegnante. Questo il suo blog sosdonne.com. Nelle librerie il suo La scuola è di tutti. Le avventure di una classe straordinariamente normale.
Anna Ca5alano dice
Ancora oggi…anche più di così