Letters for Palestinian Childhoods è una mostra che raccoglie lettere, poesie e opere d’arte dedicate ai bambini e alle bambine della Palestina, attualmente online, ma presto sarà una mostra itinerante. L’obiettivo è contrastare le narrazioni disumanizzanti sui palestinesi – esprimendo solidarietà attraverso l’attenzione ai nomi, alle storie, alle esperienze, ai sogni e alle lotte dei bambini palestinesi – e opporsi alle azioni dello stato israeliano sostenuto dall’Occidente che stanno plasmando in modo tanto violento le loro vite. La mostra si inserisce in un progetto collettivo più ampio, Reimagining Childhood Studies che ha preso avvio dal volume con lo stesso titolo a cura di Spyros Spyrou e da Rachen Rosen, rispettivamente dell’Università di Cipro e dell’University College di Londra. Il progetto si ripropone di re-immaginare il campo degli studi sull’infanzia, rinvigorire il dibattito all’interno di questo campo multidisciplinare, aprirlo a nuovi modi di pensare e renderlo più inclusivo, critico e riflessivo.
Con la pubblicazione di queste lettere Voci di pace intende mantenere viva l’attenzione sull’infanzia palestinese.
Ringraziamo Rachel Rosen per avere autorizzato la traduzione di alcune delle lettere raccolte e la loro pubblicazione (nove di queste lettere sono già apparse nel numero 53 di DEP).
[Bruna Bianchi]
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Lettere all’infanzia palestinese (parte II)
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6 dicembre 2023
C’è silenzio qui.
Da dove siedo
Posso sentire il battito
dei tasti
mentre lavoro al computer
Il respiro pesante nei miei pensieri
Il mio sospirare per l’imminente esaurirsi del banale lavoro quotidiano.
C’è silenzio qui.
Da dove siedo
Posso sentire
Il fruscio delle foglie autunnali che cadono dagli alberi
Il trambusto degli scoiattoli che giocano in basso
Il cinguettio degli uccelli tra i cespugli di fiori secchi
C’è silenzio qui.
Da dove siedo
Posso sentire le voci
Dei bambini che giocano in cortile
I suoni mi fanno viaggiare
Viaggiare nel mondo dove gli scoiattoli non corrono
I corvi non gracchiano
Le foglie non cadono
I bambini non giocano
in quei campi da gioco, nei cortili delle scuole, nei parchi e nei centri commerciali
ma si nascondono dai missili
Schivano le bombe
Guardano le loro madri svanire
Recitano preghiere silenziose
E muoiono.
[Rashmi]
Rashmi, Rutgers University (USA)
Traduzione dall’inglese di Matteo Ermacora
Immagine: Arte di Jorge Arbach (Brasile)
17 novembre 2023
Sono cambiate tante cose nella tua vita da quando hai festeggiato il tuo terzo compleanno il 30 settembre. Tua madre ha inviato un breve video che ti riprende mentre sei alla guida di una grande macchina blu in un parco giochi e mentre saltelli su è giù con la tua risata contagiosa. Quanto tempo i tuoi meravigliosi genitori hanno trascorso pensando a come festeggiare i tre anni da quando sei venuto al mondo portando loro così tanta gioia. Dopo il campo giochi sei tornato alla tua bellissima e tranquilla casa vicino a Gaza City per mangiare i tuoi piatti preferiti e farti coccolare con il tuo fratellino appena nato Mohammed di cui ti piace prenderti cura, cullandolo come hai visto fare dalla mamma.
Nell’ultimo mese sei stato più coraggioso di chiunque debba essere nella vita, indipendentemente dall’età. Hai viaggiato verso Sud con il fratellino e la mamma alla ricerca di un luogo sicuro mentre tuo padre rimaneva a casa a prendersi cura degli altri tuoi parenti che non potevano viaggiare.
Non avendo trovato un riparo, e dopo aver dormito per qualche giorno all’aperto, la mamma decise che era più sicuro tornare a casa – almeno sareste stati insieme alla tua famiglia, ai tuoi nonni e a quelli che erano troppo vecchi o malati per mettersi in viaggio. Ma allora, i fuochi d’artificio, come li chiama la mamma, diventarono troppo forti e troppo vicini alla casa. È stato impossibile uscire per giorni, ma dalla finestra hai potuto vedere i crolli degli edifici vicini. Come per miracolo una notte i tuoi genitori trovarono un tassista disposto a portarvi ancora una volta al sud e questa volta anche degli amici dei loro amici che ti avrebbero ospitato.
È la prima volta che vivi fuori casa, e non è in alcun modo simile al viaggio sognato dai tuoi genitori. So che non hai con te molte delle tue cose. Come dice la mamma, i tuoi giocattoli aspettano il tuo ritorno per giocare ancora con te quando tutto sarà finito. Per ora stanno tenendo d’occhio la casa mentre sei via. Deve sembrarti un viaggio ben strano, circondato come sei da tante persone per tutto il tempo. La mamma te lo ha descritto come una grande avventura, dormire con 70 persone nella stessa stanza ogni notte. So che sono passati giorni da quando non hai mangiato altro che pane e non hai bevuto altro che acqua bollita. Ora che sta piovendo i tuoi genitori stanno cercando di raccogliere l’acqua con cui lavarsi. Niente di questo assomiglia alle avventure di cui hai letto nei tuoi libri di fiabe a casa.
Habibti Hanan ti prometto con tutta l’anima che non cesseremo di opporci a questi cambiamenti che sono stati imposti alla tua piccola vita. Che faremo tutto il possibile per assicurare che quando verrà il tempo di festeggiare il tuo quarto compleanno, questo sarà in sicurezza e in dignità e soprattutto, nella tua casa.
Il mio cuore è sempre con te, piccola
[Caitlin]
Caitlin Procter, Centre on Conflict and Development and Peacebuilding (Geneva Graduate Institute) and Migration Policy Centre (European University Institute).
Traduzione dall’inglese di Bruna Bianchi
Immagine: Genocidio di María Josefina Palma Lamperein (Chile)
20 novembre 2023
ho visto molte volte il breve e straziante filmato in cui ti si vedeva mentre piangevi la morte del tuo amato uccellino, ucciso dai bombardamenti aerei nella tua comunità. Ti scrivo per farti sapere che ho pensato spesso a te preoccupata per tutte le perdite che hai subito. Ho voluto scriverti per raccontarti la bellezza che ho visto, immaginato e per la quale mi sono commossa in questo breve momento video.
Ho notato il tuo bel vestito marrone con cuori stampati, un bellissimo riflesso del tuo amore e della tua cura per l’uccellino che tenevi delicatamente tra le mani. Ho immaginato molti bei momenti condivisi con l’uccellino prima e durante la devastazione della tua comunità.
Ho notato che altri intorno Te hanno cercato di consolarti e ti hanno aiutata a seppellire l’uccellino in un vaso da fiori, gesti bellissimi che riflettevano l’amore e la cura che ti circondavano in quel momento. La mia speranza è che tu continui a essere circondata da amore e cura sia nei momenti di gioia che in quelli difficili.
Ho notato le tue manine nella terra mentre seppellivi il tuo uccellino; ho immaginato e desiderato per te, Salma, molti momenti passati e futuri legati alla terra palestinese e alle sue storie. Ho notato il tuo bellissimo uccellino di un verde brillante e mi sono chiesta che tipo di uccello fosse; ho cercato gli uccelli di Palestina e non ero sicura quale fosse il tuo uccellino, forse era un parrocchetto. Leggendo degli uccelli di Palestina, ho imparato a conoscere la nettarinia della Palestina طائر الشمس الفلسطيني che è l’uccello appollaiato sulla spalla della ragazza palestinese nel disegno di Dylan. Ho letto che la nettarinia della Palestina custodisce molti insegnamenti, sulla libertà, la speranza e la forza dei palestinesi. Ti auguro, Salma, molti momenti e storie, nel passato e nel futuro, con gli uccelli in Palestina. Spero che tu stia bene.
Chiediamo di cessare immediatamente il fuoco!
Sono con voi.
[Fikilea]
Fikile Nxumalo, Università di Toronto (Canada)
Traduzione dall’inglese di Serena Tiepolatoa
Immagine: The revolution has many lanes di Dylan Mcgarry
21 novembre 2023
Ho visto tuo padre che ti teneva in braccio, avvolto in un lenzuolo bianco. Sei nato nel bel mezzo di questa atrocità e sei stato ucciso solo due giorni dopo. Ci hanno detto che il tuo certificato di morte è stato stampato
Prima del tuo certificato di nascita.
Prima che tu borbottassi, balbettassi, parlassi, cantassi e ridessi.
Prima che tu diventassi un bambino impertinente e giocoso, circondato dall’affetto della tua famiglia.
Prima ancora che avessi la possibilità di immaginare un futuro bellissimo.
Yehya, il mondo con te ha fallito. Ma non ti dimenticheremo mai, mentre lottiamo per i bambini di Gaza, per quel mondo di speranza e umanità che i tuoi genitori devono aver immaginato per te.
Con affetto
[Arathi]
Arathi Sriprakash, Università di Oxford (Regno Unito))
Traduzione dall’inglese di Serena Tiepolato
25 novembre 2023
Non conosco il tuo nome
e questo pensiero non mi abbandona.
Voglio dire il tuo nome,
per tenerti in vita.
Perché non so se lo sei.
Ma quando chiudo gli occhi, ti vedo.
Le tue mani sono imbiancate
e grigie
della polvere della distruzione.
Stai scavando,
tra le macerie.
Cercando.
Cerchi tua madre?
O è
Tuo fratello? Tua sorella? Tuo padre?
Non ne sono sicura.
Ma la tua disperazione è sempre con me.
Devi avere solo otto anni.
Il mondo ti passa davanti come se fosse una scena normale.
E ormai sono sicura che lo sia
E scavi,
in preda al panico,
urli
di rabbia.
Sei ferito,
sanguini.
Ma non sembri nemmeno accorgertene.
Non posso credere agli orrori a cui hai assistito.
Ne ho visti solo alcuni sul mio schermo,
di bambini come te,
ed essi hanno cominciato a fondersi nel mio sonno.
Ma tu l’hai vissuto.
Lo stai vivendo.
Quindi, non c’è bisogno che te lo descriva.
Quello che voglio dirti è che quando chiudo gli occhi,
mi ritrovo con questi sogni.
E ti vedo così,
piccolo.
Comincio a immaginare
il tuo corpo
che guarisce
la tua mente
in pace
la tua vita
così piena di gioia
che si espande nel tuo petto
che ti sembra di poter quasi
Fluttuare
se solo potessi alzarti sulle punte dei piedi.
Ti vedo,
fuori a giocare con i tuoi amici. Ti sento,
ridacchiare mentre corri sulla sabbia.
Ti vedo, piccolo,
con le tue cicatrici,
perché non possiamo dimenticare che è successo.
Ma io ti vedo,
al di là di tutto questo.
Ti vedo,
saltare le rocce nel mare.
Abbracciato dalle persone a cui vuoi bene. Ti vedo invecchiare.
Innamorarti.
Ti vedo,
perderti così tanto
nei piccoli e meravigliosi momenti della vita
dove tutto il resto svanisce.
Ti vedo, piccolo.
E vorrei che in questo momento
tu potessi vedere anche noi.
I milioni di noi
in tutto il mondo.
Come se le nostre voci potessero vibrare attraverso gli oceani e le terre,
come se le nostre voci potessero diventare scudi.
Che ti circondano.
Che ti proteggono
Facendoti sapere che
non abbiamo distolto lo sguardo.
Che stiamo guardando.
Che stiamo gridando.
Non conosco il tuo nome
e questo pensiero non mi abbandona.
Voglio dire il tuo nome,
per tenerti in vita.
Perché non so se lo sei.
Ma quando chiudo gli occhi, ti vedo.
Le tue mani sono imbiancate
e grigie
della polvere della distruzione.
Stai scavando,
tra le macerie.
Cercando.
Cerchi tua madre?
O è
Tuo fratello? Tua sorella? Tuo padre?
Non ne sono sicura.
Ma la tua disperazione è sempre con me.
Devi avere solo otto anni.
Il mondo ti passa davanti come se fosse una scena normale.
E ormai sono sicura che lo sia
E scavi,
in preda al panico,
urli
di rabbia.
Sei ferito,
sanguini.
Ma non sembri nemmeno accorgertene.
Non posso credere agli orrori a cui hai assistito.
Ne ho visti solo alcuni sul mio schermo,
di bambini come te,
ed essi hanno cominciato a fondersi nel mio sonno.
Ma tu l’hai vissuto.
Lo stai vivendo.
Quindi, non c’è bisogno che te lo descriva.
Quello che voglio dirti è che quando chiudo gli occhi,
mi ritrovo con questi sogni.
E ti vedo così,
piccolo.
Comincio a immaginare
il tuo corpo
che guarisce
la tua mente
in pace
la tua vita
così piena di gioia
che si espande nel tuo petto
che ti sembra di poter quasi
Fluttuare
se solo potessi alzarti sulle punte dei piedi.
Ti vedo,
fuori a giocare con i tuoi amici. Ti sento,
ridacchiare mentre corri sulla sabbia.
Ti vedo, piccolo,
con le tue cicatrici,
perché non possiamo dimenticare che è successo.
Ma io ti vedo,
al di là di tutto questo.
Ti vedo,
saltare le rocce nel mare.
Abbracciato dalle persone a cui vuoi bene. Ti vedo invecchiare.
Innamorarti.
Ti vedo,
perderti così tanto
nei piccoli e meravigliosi momenti della vita
dove tutto il resto svanisce.
Ti vedo, piccolo.
E vorrei che in questo momento
tu potessi vedere anche noi.
I milioni di noi
in tutto il mondo.
Come se le nostre voci potessero vibrare attraverso gli oceani e le terre,
come se le nostre voci potessero diventare scudi.
Che ti circondano.
Che ti proteggono
Facendoti sapere che
non abbiamo distolto lo sguardo.
Che stiamo guardando.
Che stiamo gridando.
Che stiamo invocando
Che la tua vita è importante
così profondamente per noi.
Quindi, griderò e griderò
Cessate immediatamente il fuoco.
Sono con voi, TK
TK Hannah (Canada)
Traduzione dall’inglese di Serena Tiepolato
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Lettera all’infanzia palestinese (parte II)
Fiorella Palomba dice
Meravigliosi pensieri poetici e insieme tragici.
Come potete canaglie continuare a uccidere??!! 🌸