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#Lesvoscalling

Melting Pot
05 Gennaio 2020

Una campagna solidale per la libertà di movimento che ha iniziato a percorrere la cosiddetta rotta balcanica allo scopo di farne una mappa, raccontarla e soprattutto portare sostegno concreto alle persone che passeranno l’inverno tra le isole greche e i Balcani. Lesvoscalling, però, è anche un motore di solidarietà concreta: in poche settimane sono state raccolte donazioni di indumenti invernali grazie a una straordinaria mobilitazione della cittadinanza. Questo materiale è già in viaggio con un furgone verso la Grecia dove sarà consegnato ai volontari lì presenti con continuità

Foto di Massimo Sormonta, Progetto SenzaConfini

A poche ore dalla partenza per l’isola greca di Lesvos, la mattina del 3 gennaio si è svolta a Padova presso Palazzo Moroni la conferenza stampa delle e degli attivisti della campagna #Lesvoscalling.

Dopo i primi due viaggi di monitoraggio, a ottobre e dicembre 2019, la nuova corposa delegazione è composta da 23 persone attive in associazioni, scuole di italiano e centri sociali di Padova, Treviso, Trento, Venezia e Vicenza. Sarà a Lesvos fino all’8 gennaio con l’obiettivo di raccontare e denunciare, ancora una volta, il confino di migliaia di persone sulle isole hotspot greche (42mila persone al 1° gennaio 2020 dai dati di Aegean Boat Report), e consegnare gli indumenti invernali raccolti e i kit igienici per le donne acquistati grazie alla solidarietà di tantissime persone.

A Lesvos, passaggio obbligato della rotta migratoria che, proveniente dalla Turchia, in Europa è nota come “Balkan Route”, sono oramai 21.000 le donne, gli uomini e i bambini che subiscono le riprovevoli conseguenze dell’accordo Ue-Turchia e la altrettanto scellerata decisione di “restrizione geografica”, la quale li obbliga a rimanere confinati sull’isola.

“Lesvos calling – hanno spiegato gli attivisti – è una campagna solidale per la libertà di movimento che ha iniziato a percorrere la cosiddetta rotta balcanica allo scopo di mapparla, raccontarla e soprattutto portare sostegno concreto alle persone che passeranno l’inverno tra le isole greche ed i Balcani. Nell’ambito della campagna sono stati effettuati due viaggi sull’isola di Lesbo e due nella zona di confine tra Bosnia-Erzegovina e Croazia, permettendo di delineare un quadro complessivo delle condizioni materiali e giuridiche in cui si trovano le persone migranti. #Lesvoscalling è anche un motore di solidarietà concreta: in poche settimane sono state raccolte donazioni di indumenti invernali grazie alla straordinaria mobilitazione della cittadinanza; ora questo materiale è già in viaggio con un furgone verso la Grecia dove sarà consegnato ai volontari attivi con continuità”.

L’azione solidale si soffermerà in particolare nel campo di Moria dove saranno distribuiti un migliaio di kit per l’igiene femminile, acquistati grazie ai moltissimi contributi raccolti tramite la campagna di crowdfunding, che proseguirà anche dopo il viaggio e con cui sarà possibile continuare a sostenere l’iniziativa anche nei prossimi mesi.

“Questa sarà la prima fornitura – hanno sottolineato – di un progetto che si propone di continuare per i prossimi mesi fintanto che le condizioni del campo rimarranno quelle attuali”.

Foto di Massimo Sormonta, Progetto SenzaConfini

“Se le condizioni di vita delle quasi 21mila persone intrappolate sull’isola sono pessime – hanno concluso -, ancora peggiori sono quelle della componente femminile, circa il 40% per cento della “popolazione”, che non ha a disposizione indumenti nuovi, sapone, assorbenti.

#Lesvoscalling vuole portare con questo viaggio un contributo concreto a queste persone e guarda all’Europa come orizzonte e spazio possibile nel quale agire per tessere sinergie e momenti di ricomposizione, ricercando come sempre alternative radicali, solidarietà umana e creativa, lotte comuni per la libertà di movimento per tutti e tutte”.

___________________________

Fonte: Progetto Melting Pot Europa

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