Si dice spesso che i pericoli maggiori siano quelli nascosti. Sarà per questo che a ogni nuova Conferenza delle Parti sul clima non si fa assolutamente nulla per evitare il rischio del più completo el eloquente fallimento, l’ennesimo, fino al fotofinish. Poi, nelle ultime convulse ore di negoziato, puntualmente, si partorisce un accordo striminzito, un accordicchio, tanto per salvare la faccia e convocare la seguente Cop (l’anno prossimo a Dubai, Emirati Arabi, certo con gli stessi problemi egiziani per quel che riguarda la protesta). Così, anche alla Cop 27 di Sharm el Sheikh su cui fa il punto qui sotto Silvia Ribeiro, Usa e Unione Europea, da una parte, i Paesi “emergenti e in via di sviluppo”, guidati dalla prima economia del mondo, la Cina, dall’altra, a poche ore da una quantomai fragorosa rottura, pare abbiano trovato un compromesso. Riguarda la gestione e la consistenza del nuovo fondo “loss and damage“, sgradito all’Europa e chiesto a gran voce dai paesi del G77 più la Cina, che però non ha potuto sottrarsi dall’allargamento della platea dei donatori, così come dalla conferma del limite da mantenere nel 2030 per il riscaldamento globale: aumento entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali. Limite che, naturalmente, nessun Paese sta rispettando. Il tanto conteso fondo “loss and damage” servirebbe intanto a mitigare i danni e le perdite causati dal riscaldamento globale nei paesi più poveri e “vulnerabili”. L’ok al documento finale dovrebbe arrivare nella notte o nelle prime ore di domenica mattina. Poi tutti col fiato sospeso per il fotofinish della prossima sceneggiata tra i resort di Dubai

Si conclude oggi la conferenza sul clima COP27 alle Nazioni Unite. Nonostante la gravità dei fatti e le loro ben note cause, la risoluzione delle grandi questioni procede a passo di lumaca. Su alcune delle questioni cruciali, poi, sembra andare addirittura indietro, come accade per i finanziamenti necessari ad affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici e prevenirne l’ulteriore verificarsi.
C’è stato, è vero, un piccolo passo verso la messa in pratica di un meccanismo internazionale su “perdite e danni” del cambiamento climatico. La decisione sulla necessità di avere questo meccanismo era già stata presa, in questa COP27 è stata approvata invece la scelta di istituire un consiglio consultivo nella cosiddetta Rete di Santiago su perdite e danni, per fornire assistenza tecnica ai paesi del Sud del mondo. Ai pochi, ma potenti paesi e industrie che hanno la maggiore responsabilità storica nel causare il caos climatico non fa piacere che quella loro responsabilità sia chiara, ancor meno pensano di doversi far carico dei danni causati. Con grande difficoltà hanno dovuto accettare l’istituzione di questo nuovo organismo, ma non si è ancora raggiunto un accordo (nel primo pomeriggio di sabato 19 novembre su questo punto filtravano ancora voci contraddittorie, ndt) sui fondi per farlo funzionare, ancor meno su come far andare avanti un meccanismo di riparazione per chi è già più danneggiato. Nascono intanto, invece, proposte di mercato: ad esempio la creazione di un sistema assicurativo, vale a dire che i paesi debbano pagare un premio di garanzia per cercare di risarcire i loro danni futuri, non quelli che hanno già causato.

Un altro aspetto cruciale di questi negoziati è garantire i cambiamenti urgenti che questi paesi e industrie devono apportare per fermare l’aumento delle emissioni di gas serra (GHG). La COP27 ha visto scarsi risultati politici in questo senso, ma molti nuovi investimenti in industrie inquinanti e in “false soluzioni”, che non prevengono né riducono le emissioni, ma creano nuovi business per i principali colpevoli.
È stato ribadito, ancora una volta, da un lato che le questioni chiave da affrontare nel cambiamento climatico sono che le maggiori economie del pianeta – e le loro industrie, a cominciare da quelle alimentari, di costruzioni e trasporti – si basano sui profitti derivanti da sfruttamento e dipendenza dai combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) e che faranno tutto il possibile per mantenere i loro privilegi, dall’altro lato, allo stesso tempo, si è ammesso che proprio questo ha creato un’abissale ingiustizia nelle emissioni di gas serra storiche e presenti.

I miliardari sono un danno climatico
In effetti, come ha riferito Oxfam: una persona miliardaria emette un milione di volte più gas serra rispetto alla persona media del 90% più povero (!) del pianeta. Il nuovo rapporto della nota confederazione di ong, intitolato The Carbon Billionaires, esamina gli investimenti dei 125 miliardari più ricchi del mondo, che si spartiscono 2,4 trilioni di dollari in 183 società. Le emissioni medie di gas serra derivanti da questi investimenti si traducono in 3 milioni di tonnellate di CO₂ a persona, mentre le emissioni medie del 90% più povero della popolazione sono appena di 2,76 tonnellate a persona.
“Le emissioni degli stili di vita dei miliardari, dei loro jet privati e dei loro yacht sono migliaia di volte superiori a quelle della persona media, il che è già del tutto inaccettabile. Ma se guardiamo alle emissioni derivanti dai loro investimenti, allora le loro emissioni di carbonio sono più di un milione di volte superiori”, ha affermato Nafkote Dabi di Oxfam. È molto di più delle emissioni totali di un paese come la Francia o l’Egitto, paese anfitrione della COP27.

Oxfam affronta anche il tema dei finanziamenti per il cambiamento climatico. I Paesi industrializzati si sono impegnati a contribuire con 100 miliardi di dollari l’anno per le esigenze di adattamento e transizione dei Paesi del Sud. Nel 2020 il contributo annuo dichiarato è stato di 83 miliardi, di cui 68 sarebbero fondi pubblici. Tuttavia, Oxfam ha rivelato che ci sono molte trappole nei numeri: in realtà solo tra i 21 e i 24,5 miliardi è vera finanza per il clima, il resto è un finanziamento internazionale già esistente, rinominato. Peggio ancora, il 70 per cento dei fondi pubblici non sono contributi, ma prestiti di banche multilaterali e non, e di questi, un’alta percentuale non sono poi nemmeno prestiti agevolati, ma convenzionali, cosa che significa semplicemente aumentare, con profitto, il debito estero dei paesi che hanno bisogno di aiuto per adattarsi ai cambiamenti climatici.
Un’altra delle questioni controverse in questa COP, così come in quelle che la seguiranno, è la creazione di un nuovo meccanismo per i mercati del carbonio e quali tecnologie e progetti potrebbero essere presi in considerazione per questo scopo. All’inizio della COP27, l’organo di vigilanza incaricato di definire i criteri ha inviato una proposta per integrare suoli agricoli, praterie e varie tecnologie di geoingegneria marina e terrestre (tutte ad alto rischio) ai mercati del carbonio. La cosa ha spinto a mobilitarsi centinaia di organizzazioni della società civile, che hanno lanciato proteste internazionali chiedendo il rifiuto di questi criteri, nonché mobilitazioni alla stessa COP27. Le proteste hanno avuto effetto e le parti dell’Accordo di Parigi hanno rinviato la proposta all’organo di controllo affinché la esaminasse tenendo conto degli impatti ambientali, sociali e sui diritti umani delle loro proposte. La minaccia continua e continuerà fino a quando non verranno affrontate soluzioni reali al caos e all’ingiustizia climatici.
* Ricercatrice del gruppo ETC
Fonte: La Jornada. Titolo originale: Los millonarios son un daño climático
Traduzione per Comune-info: marco calabria
IL FUTURO E’ SOLO NELLE NOSTRE MANI
COP 27 E’ STATA UN FALLIMENTO RADICALE… SOLO “UNA RIVOLUZIONE” CI PUO’ SALVARE
LA COP 27 SI CHIUDE CON UN RADICALE “FALLIMENTO”. Ed è drammatico. Perché gli ultimi OTTO ANNI sono stati i “più caldi della storia”. Come è stato detto all’inizio del SUMMIT (?). E perché il 2022 le “EMISSIONI” raggiungeranno i valori massimi MAI REGISTRATI- …e questo succede dopo 27 COP!-. Come è stato detto nel corso dell’evento. Quindi, il SUICIDIO COLLETTIVO di cui ha parlato GUTERRES (pres. ONU) è IN ATTO. E chi lo nega o è un mentitore o è un demente. Ma questo “risultato” dimostra , senza ombra di dubbio, che L’ONU (che dovrebbe “rappresentare” i popoli) ha FALLITO e che le ONG e l’ambientalismo mondiale hanno fallito nel modo e nelle forme con cui hanno affrontato, negli ultimi 30 anni almeno, quella che è da tempo LA PRIMA EMERGENZA EPOCALE MONDIALE. Per avere accettato , per limitarci alla Cop 27, di tenere l’evento in una evidente e conclamata PETROL-DITTATURA –non basta definirlo petro-stato caro ONUFRIO direttore GREENPEACE, manifesto 22 nov.- facendo finta di non sapere che nelle carceri egiziane ci sono almeno 60.000 democratici oppositori giornalisti ecologisti, che molti sono stati uccisi, come GIULIO REGENI, altri sono sotto processo come ZACHY, altri come SALAH gridano al mondo dalla prigione egiziana che dovrebbe vergognarsi per avere LEGITTIMATO, con i suoi RAPPRESENTANTI-GOVERNANTI , tutti appecoronati davanti ai piedi di AL SISI dittatore criminale assassino, uno dei peggiori regimi che esistono attualmente sulla terra. Dal sonnanbulo della CASA BIANCA a MACRON lo smargiasso alla “fascista” MELONI, che in perfetta continuità con i DRAGHISTI-MIGLIORISTI e tutti quelli che li hanno preceduti voglio continuare a TRIVELLARE e a condannarci a GAS GASSIFICATORI e dittatori che vendono GAS –quello buono…non PUTINIANO…sic!- NO CARI TUTTI , non si possono separare I DIRITTI CIVILI LA LIBERTA’ LA DEMOCRAZIA dalla questione climatica e ambientale. Né si può parlare di diritti civili per NOVALNY e dimenticare che ASSANGE, che ha solo detto la VERITA’ sui crimini americani in AFGHANISTAN e in IRAQ –ma in IRAQ perché la guerra? Forse per il petrolio?…- , rischia l’estradizione negli USA e la morte considerando come è stato ridotto dopo anni di prigione immotivata. Ed ora E’ IMMORALE non dire una parola per SALAH e fare un SUMMIT sui destini dell’umanità in un paese che è UN CARCERE A CIELO APERTO. E stare AL GIOCO di AL SISI e della sua banda. ONESTA’ MORALE E INTELLETTUALE RECLAMAVA UN “BOICOTTAGGIO CONCLAMATO E DIROMPENTE”. Ma il problema centrale del FALLIMENTO ONU e ONG ambientaliste è nel non voler prendere atto che la quistione climatica è prodotto e risultato del MODO DI PRODUZIONE RIPRODUZIONE E CONSUMO che il SISTEMA CAPITALISTA-LIBERISTA ha diffuso nel mondo con la GLOBALIZZAZIONE-AMERICANIZZAZIONE “egemonizzandolo”.Perchè la Russia la CINA e l’INDIA sono nello stesso modello di “sviluppo”. E la Cina e l’India vogliono uscire dal carbone il 2060 (quando il mondo sarà già collassato!) e la Russia rifiuta il limite 1,5 gradi. D’altronde la “dimenticanza” del fatto che, come dice il FMI solo nel 2020 sono stati dati 5,9 TRILIONI DI SUSSIDI AI FOSSILI e le prime 60 banche al mondo hanno dato in 6 anni 4600 miliardi per i fossili, significa non voler prendere atto che IL CAPITALE LA FINANZA hanno puntato sui fossili anche dopo PARIGI 2015 fino ai nostri giorni, la dice lunga sulla cecità e la complicità di governi politicanti media…ed anche dei BUROCRATI “VERDI”. E IL FALLIMENTO è nei fatti. L’USCITA DAI COMBUSTIBILI FOSSILI non c’è stata. Né immediata né prospettata. Sicchè IL FONDO DI COMPENSAZIONE dei danni climatici dei “RICCHI”(quelli che il danno l’hanno prodotto e continuano a produrlo) verso I “POVERI”(quelli che il danno non l’hanno prodotto non lo producono e ne subiscono le conseguenze – il PACHISTAN è solo l’ultima immane tragedia “occultata” dall’occidente poltico-mediale- ) che viene presentato come novità e conquista è una presa in giro universale. Perché per come stanno le cose I SOLDI NON BASTERANNO MAI. Ammesso e non concesso che con i soldi si possa “riparare”morte e devastazione causate da eventi estremi e catastrofi incommensurabili. D’altronde i famosi 100 MILIARDI ”promessi” ancora prima di PARIGI 2015 non sono stati “ancora” “trovati” e “dati”. E’ facile capire che il FONDO è senza FONDAMENTO. E infatti si “rimanda” l’essenziale…chi come quando. E l’obiettivo cardine di PARIGI, cioè il non superare l’1,5 gradi, ribadito “sommessamente”è un’altra evidente presa in giro. E come ha detto NIKENIKE VUROBARAVU presidente di VANUATU “ se le emissioni aumenteranno, la finanza climatica rimane del tutto inadeguata, la soglia dell’1,5 sarà presto superata…” come del resto è già evidente in molte parti del mondo. Quindi, dopo Cop 27, i popoli della TERRA , ma ovviamente soprattutto i giovani , hanno una sola strada : prendere in mano il proprio destino …per UN CAMBIAMENTO RADICALE DEL MODO DI PRODURRE DI CONSUMARE E DI VIVERE. E LANCIARE IL CONFLITTO IL DISSENSO LA LOTTA A LORSIGNORI TUTTI IN TUTTO IL MONDO. E’ quello che consiglia l’UNEP (ONU!) per evitare il DISATRO . Ecco quindi il “risultato”. Ha vinto AL SISI e il “suo” regime fascista illiberale fossile e criminale. Hanno vinto le banche le multinazionali che avevano già ipotecato la COP. HANNO PERSO I POPOLI I GIOVANI L’UMANITA’ INTERA. A questo punto serve una riflessione immediata di tutte le persone di BUONA VOLONTA’ che hanno il senso della REALTA’ E COSCIENZA MORALE e di RESPONSABILITA’. La giustizia ecologica e sociale camminano di pari passo perché TUTTO E CORRELATO. PERCHE’ ESISTE UNA SOLA RAZZA UMANA. E l’HOMO SAPIENS predatore fossile patriarcale maschilista sessista razzista guerrafondaio…ha portato l’umanità al COLLASSO , che è in atto, …ma UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE e si può frenare ridurre reimmaginare reinventare il mondo l’umano la vita … ma solo UNA RIVOLUZIONE CI PUO’ SALVARE.
Gaetano Stella- Lago di Chiusi- 22-11-22
-passaparola!-blog.gaetanostella.it
Siamo schiavi consapevoli con poco potere di azione oer contrastare l’avidità e la stupidità suicida di chi ci domina. Non so fare altro che diffondere queste drammatiche informazioni nelle flebile speranza di contagiare la mia tristezza non rassegnata e la voglia di ribellione.