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La Turchia non è sicura

Stop Externalisation
02 Dicembre 2022

Una delle azioni prioritarie per cominciare a smantellare le principali barriere che impediscono l’esercizio del diritto alla richiesta di asilo in Europa passa certamente per la revoca della dichiarazione greca che afferma la sicurezza della Turchia come paese terzo per i rifugiati in fuga da Paesi come Afghanistan, Siria, Somalia, Pakistan e Bangladesh. Finalmente una petizione, firmata tra gli altri, da 58 organizzazioni di 22 diversi paesi, lo chiede in modo esplicito. Qui il testo completo e la possibilità di firmare per tutti

La foto pubblicata su twitter dal ministro greco Notis Mitarachis il 15 ottobre per accendere una nuova crisi diplomatica tra Grecia e Turchia. Giovanni Marenda ha scritto su MeltingPot che Mitarachis definiva la Turchia “vergogna della civiltà” e ne accusava le autorità per aver condotto 92 persone al confine greco-turco del nord, costringendole ad attraversare nude il fiume Evros, presumibilmente dopo averle derubate e picchiate. La Turchia ha naturalmente smentito le accuse. Non è la prima volta che le tensioni tra Grecia e Turchia finiscono per strumentalizzare anche i migranti, mostrando come sia difficile considerare i due Paesi sicuri per chi migra.

Il 18 marzo 2016, l’Unione europea ha concluso un accordo con la Turchia, in base al quale le persone siriane in fuga dalla guerra nel loro Paese, arrivate sulle isole greche, avrebbero dovuto affrontare una “procedura di ammissibilità“: l’obiettivo dell’accordo era quello di rimpatriare le persone in Turchia, invece di esaminare le loro domande di asilo in Europa.

La Commissione europea ha rilevato gli effetti discriminatori di questa misura controversa – la limitazione del diritto di chiedere asilo – ma ha ritenuto che fossero giustificati dalle specifiche circostanze straordinarie e dalla natura temporanea dell’accordo.
Cinque anni dopo, nonostante gli arrivi di persone che chiedono asilo in Grecia siano drasticamente diminuiti, il governo greco ha esteso questo concetto illegale e ingiusto di “ammissibilità“. Il 7 giugno 2021, il governo greco ha deciso di dichiarare che la Turchia è un Paese terzo sicuro per le persone che chiedono asilo da Afghanistan, Somalia, Pakistan e Bangladesh, oltre che per i siriani.

Le persone di queste nazionalità sono ora soggette alla nuova procedura di ammissibilità, indipendentemente dalla loro vulnerabilità e dalla durata della loro permanenza in Grecia. La procedura viene avviata con l’obiettivo di rimpatriare la persona in Turchia, prima che vengano ascoltati i motivi che l’hanno spinta a fuggire dal proprio Paese e a chiedere asilo.

“Non capisco davvero. Nel mio Paese lavoravo come umanitario, per questo i terroristi volevano uccidermi. Ho cercato di restare, ma poi hanno ucciso il mio amico e ho capito che non avevo scelta. Sono venuto in Grecia per chiedere protezione internazionale, ma ad oggi – a quasi un anno dal mio arrivo – nessuno mi ha chiesto perché ho lasciato il mio Paese. La Grecia mi ha chiesto solo dei giorni trascorsi in Turchia. Ho raccontato che le autorità turche mi hanno messo in detenzione senza cibo e acqua e poi mi hanno detto che se volevo uscire dovevo firmare un documento. Questo documento permetteva la mia deportazione in Somalia. Purtroppo non avevo scelta. L’ho firmato, poi sono fuggito dalla Turchia e sono venuto in Grecia. Voglio solo un posto sicuro e che la mia richiesta venga esaminata.”

Presentiamo questa petizione a un anno dalla decisione ministeriale congiunta del governo greco (JMD). Chiediamo la sua revoca, poiché è illegale, disumana e inattuabile. 

Comments

  1. Elisabeth THERESE Pichon DELIGIA says

    4 Dicembre 2022 at 17:29

    La politica europea e vergognosa e purtroppo lascia passare, quando non le inizia da sola decisioni illegali contro i diritti umani.Questa e solo una delle tante….

    Rispondi

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