E se cominciassimo a pensare che non si tratta tanto di tutelare la biodiversità o l’ambiente naturale, di cui siamo parte, ma di riscoprire che è la biodiversità che da secoli si prende cura degli esseri umani? Secondo Antonietta Potente occorre spiazzare l’antropocentrismo, trasformare quella “mentalità gerarchica che ha rotto i rapporti e i legami, che ha creato gerarchie di razze e generi e che nel mondo contemporaneo continuiamo a patire e a far patire, provocando morte e distruzione…”. Un brano tratto dall’EquAgenda 2022 (edizioniPIAGGE)
Foto di Daniela Di Bartolo
Come può l’essere umano vivere una relazione con il suo intorno, non solo fatto di cose, di mercati e di denaro, ma ancora composto di atmosfera, di linfe sotterranee e terrestri, di minerali e di piante, di acque solidificate e non e ancora, di tanti, tanti animali così diversi dalla specie umana? Come è possibile pensarci gli unici “corpuscoli presenti nell’universo” (Teilhard de Chardin)?
Questo problema, per di più, non è solo un dilemma esistenziale o antropologico e dell’archeologia umana, ma è estremamente legato alla realtà che dobbiamo affrontare quotidianamente, soprattutto in questa confusione in cui siamo caduti politicamente, socialmente, economicamente. In altre parole questa problematica riguarda le nostre fatiche quotidiane, la nostra umanità e il nostro umano più umano: il nostro cibo, gli alimenti; le nostre assurde economie di sopravvivenza, la nostra salute e ancora di più: le guerre, gli esili di milioni e milioni di persone, oltre che le più occulte psicosi e inquietudini di ciascuno.
Tutti oggi siamo d’accordo, almeno teoricamente e a parole, che si debba fare qualcosa per ristabilire questa relazione ma sempre con l’idea che l’essere umano è il primo e sarà e resterà sempre il primo anche nel decidere come prendersi cura del cosmo.
Cosicché a me sorge il dubbio: siamo noi che dobbiamo prenderci cura del “creato” o della biodiversità cosmica o, forse lungo i secoli, è la biodiversità cosmica che in qualche modo si è presa cura degli esseri umani? […] Secondo molte tradizioni, sia religiose che culturali, questo è molto vero. […]

Ammettere che ogni elemento di questa biodiversità cosmica è un soggetto, significa mettere l’essere umano in una nuova situazione di relazione. È la trasformazione di tutti noi dall’arroganza alla collaborazione, dal possesso alla circolazione delle potenzialità. In questo modo un rapporto corretto con il cosmo è premessa per un rapporto diverso tra di noi esseri umani […]. È lo spiazzamento dell’ancestrale egocentrismo ideologico, culturale, religioso; ma anche dell’antropocentrismo […].
È trasformazione di una mentalità gerarchica che ha rotto i rapporti e i legami, che ha creato gerarchie di razze e generi e che nel mondo contemporaneo continuiamo a patire e a far patire, provocando morte e distruzione […].
Il riconoscimento di questa soggettività diversa darà dunque l’inizio di una nuova guarigione, anche quando si ingarbugliano i complessi fili della trama della vita; provando ad ascoltare, e a far sì che altri ci ascoltino sia dall’alto cielo, o dal profondo dell’abisso, perché questo è l’umano più umano.
Antonietta Potente, teologa e religiosa, ha insegnato in differenti università e centri di studio di teologia e di filosofia e vissuto per molti anni insieme ad alcune comunità indigene boliviane (prendendo parte, tra le altre cose, alla cosiddetta “guerra dell’acqua”).
La Terra si prende cura di noi e noi dobbiamo re-imparare a prenderci cura della Terra. Questo il tema dell’EquAgenda 2022 (edizioniPIAGGE), una produzione dell’associazione Italia-Nicaragua e della cooperativa EquAzione della Comunità di base “le Piagge” di Firenze. Oltre al brano di Antonietta Potente riportato in questa pagina (tratto da Umano più umano. Appunti sul nostro vivere quotidiano, edizioniPIAGGE), l’agenda raccoglie interventi di Franco Arminio, Francesco d’Assisi, Jimmie Begay, Bertolt Brecht, Costituzione boliviana, Erri De Luca, Mariangela Gualtieri, Alex Langer, Petra, Rodrigo Rivas, Gianni Rodari, Mattia Speranza,Wisława Szymborska, Rabindranath Tagore, Greta Thunberg, Bruno Tognolini, Adriana Zarri. Il ricavato sosterrà i vari progetti della Comunità delle Piagge.
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