La Rete Scuolemigranti di Roma promuove il servizio DiScol (Dinieghi Scolastici) per aiutare i nuclei familiari di origine immigrata a trovare una scuola per bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Ancora a tanti viene ostacolata o negata la possibilità di frequentare la scuola

”H. non va a scuola, nessun posto per migranti”. Così titolava un’agenzia di stampa qualche settimana fa. H. è un ragazzo egiziano di quattordici anni ospite di un progetto di accoglienza diffusa per richiedenti asilo e titolari di protezioni internazionali gestito a Roma. Dall’inizio dell’anno scolastico, si é cercato di iscriverlo a scuola contattando con e-mail e telefonate parecchie scuole medie secondari medie (di I° grado). Per sbloccare la situazione è stato poi richiesto l’aiuto dell’Ufficio Scolastico Provinciale. Dopo molti giorni, l’USP ha informato della disponibilità di un istituto comprensivo ad accogliere il ragazzo. H. ora va a scuola: ha perso due mesi di lezioni e ora può finalmente frequentare.
Ma a quanti altri bambini e bambine, ragazzi e ragazze viene negata la possibilità di frequentare la scuola? Un “sommerso” del quale sfuggono le esatte dimensioni. L’iscrizione dovrebbe essere cosa semplice ed immediata. L’articolo 48 DPR 384/99 sancisce che “i minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all’istruzione nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani, indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno”. Quanto all’iscrizione degli alunni con background migratorio in qualsiasi momento dell’anno, diverse note degli Uffici scolastici regionali, ribadiscono l’importanza di favorire l’accoglimento di nuove iscrizioni in corso d’anno, regola già ampiamente sancita e purtroppo spesso inapplicata.
Quali sono le ragioni principali delle mancate iscrizioni? Norme disattese, come si diceva, e prassi improprie. Si va da “le iscrizioni sono chiuse”, alla richiesta vincolante di permesso di soggiorno e codice fiscale (che può essere generato in forma provvisoria direttamente dalla scuola) o a esigere documentazione tradotta e legalizzata anche per i ragazzi della fascia dell’obbligo. In un caso (limite), per l’iscrizione di un ragazzo indiano fu richiesto il certificato di nascita in originale. E ancora: mancanza di aule e alto numero di studenti per classe.
A Roma sono note le aree nelle quali si concentrano le famiglie dei migranti. Se lì si inizia l’anno scolastico con classi strapiene, non ci sarà nessuna possibilità di accogliere alunni nel corso dell’anno. Questo accade, ad esempio, a Tor Pignattara come alla Borghesiana, alla Magliana come al Portuense.
Il diritto/dovere all’istruzione e la lotta all’elusione scolastica, anche temporanea, sarebbero molto più facilmente attuati se la Prefettura segnalasse all’Ufficio Scolastico Regionale per l’inserimento negli istituti scolastici adeguati i ragazzi che arrivano in Italia per ricongiungimento familiare. La Rete Scuolemigranti – che riunisce associazioni impegnate sul territorio nell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri – ha organizzato un piccolo gruppo di volontari che si occupano di aiutare le famiglie immigrate a trovare una scuola per i figli, di indirizzarle nelle scelte informando sul nostro sistema scolastico e di aiutarle nelle procedure burocratiche per l’iscrizione. Il servizio DiScol (Dinieghi Scolastici), sulla base delle attività svolte, monitora il fenomeno per individuare le criticità e suggerire proposte per la loro risoluzione. L’Art. 34 della nostra Costituzione sancisce che “La scuola è aperta a tutti . L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”. Speriamo che tutti gli H. possano andare a scuola, sempre, subito e senza ostacoli.
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