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Io ho

Ascanio Celestini
30 Marzo 2012

«Io ho un chiodo, cioè facciamo finta che io sia un industriale nel settore dei chiodi e abbia un operaio che usa martello e incudine per fare un chiodo. Alla fine della giornata quell’operaio mi consegnerebbe il chiodo e io lo metterei sul mercato ricavando un centesimo.

Certo che non basta un chiodo per essere un industriale. E poi un’azienda con un solo operaio non è un’industria. Infatti dovrei avere almeno cento operai che usando l’incudine e il martello facessero cento chiodi, in quel caso potrei ricavare un fatturato giornaliero di cento centesimi.

Cento centesimi sono già una somma più corposa rispetto a un solo centesimo, ma un fatturato del genere non mi collocherebbe molto più in alto di un’azienda che produce un solo chiodo e sicuramente non ai livelli alti del mercato mondiale. Ovviamente lo stato sarebbe contento perché avrei dato un lavoro a cento operai che sono pure cittadini e pagherei le tasse per il fatturato che ne ricavo.

Ma io sono un industriale, mica lo stato. Io punto ad aumentare gli introiti e penso che se avessi mille operai potrei ottenere un fatturato di mille centesimi ricavato dalla produzione di mille chiodi. Mille chiodi non sono pochi e nemmeno mille centesimi, ma un industriale deve far cresce la propria azienda e se oggi riesco a produrre mille chiodi domani punto a produrne centomila e poi un milione e poi un miliardo.

Io sono un industriale, mica lo stato. Io non mi accontento di dare un lavoro ai cittadini e di mettermi in tasca quattro soldi. Io produco un mille di chiodi e mi sogno di produrne pure cento miliardi. Certo, la cifra di cento miliardi è oggettivamente irraggiungibile anche perché mi servirebbero cento miliardi di operai e nel mondo non ce ne sono tanti.

Nel mondo vivono solo sei miliardi di esseri umani e questo è oggettivamente un limite per l’economia.  Al massimo potrei farne lavorare cinque miliardi che produrrebbero solo cinque miliardi di chiodi. Che però sono già una quantità più soddisfacente di mille, soprattutto se consideriamo che cinque miliardi di chiodi danno un ricavo di cinque miliardi di centesimi!

Ma io sono sicuro che chiedendo all’operaio un piccolo sforzo lui potrebbe produrre un poco di più. Penso che lì dove si produce un chiodo se ne possono produrre anche due.  Un operaio che sa manovrare il martello sull’incudine, un operaio a cui si prospetta di guadagnare qualcosa di più. Io sono sicuro che non gli costerà troppa fatica.

E già siamo passati da cinque miliardi a dieci miliardi di chiodi è solo con un piccolo sforzo.  Ora, la mia azienda guadagna dieci miliardi di centesimi e può investire nell’innovazione e nella tecnologia. Basta alleggerire il martello, acquistare un incudine ergonomica, accorciare la corsa avvicinando l’incudine al martello e l’operaio aumenterà sicuramente la produzione giornaliera passando facilmente da due a dieci chiodi.

A questo punto, se la matematica non è un’opinione, cinque miliardi di operai produrrebbero cinquanta miliardi di chiodi. Quella cifra apparentemente irraggiungibile dei cento miliardi di chiodi è già molto più vicina!  E qui l’industriale chiede un aiuto allo stato. Lo stato che senza muovere un dito ha visto i propri cittadini trovare un lavoro e le proprie casse riempirsi di denaro mediante il pagamento delle tasse.

Lo stato mi deve togliere i vincoli sindacali. Deve permettere al povero operaio di lavorare quattordici ore al giorno anche il sabato e la domenica, anche in gravidanza e in malattia.  E tutto questo non per un mio personale godimento nel vedere che l’operaio viene sfruttato, ma semplicemente perché ogni chiodo vale un centesimo e più chiodi si producono, più centesimi si ricavano.

Svincolato da contratti nazionali e leggi restrittive l’operaio raddoppierà la sua produzione, così come è passato da uno a due chiodi potrà facilmente passare da dieci a venti.  Cinque miliardi di operai che fanno venti chiodi produrranno i cento miliardi di chiodi che ci sembrava una cifra impossibile, ma soprattutto daranno alla mia azienda un fatturato di cento miliardi di centesimi.

Ora qualcuno dirà che per ricavare cento miliardi di centesimi da cento miliardi di chiodi bisogna venderli, ma la soluzione è semplice. Perché cinque miliardi di operai sono anche cinque miliardi di consumatori. Se un operaio è in grado di produrre venti chiodi è in grado pure di comprarseli.

Ma se l’economia capitalista consiste in cinque miliardi di operai che fanno cento miliardi di chiodi e poi se li comprano, io chiederei a marchionne, ai sindacati e agli economisti: ma noi, con cento miliardi di chiodi, che ce famo?».

 

(Per salutare la nascita di Comune-info, Ascanio Celestini ha offerto alla redazione questo brano a proposito di economie da mettere sotto sopra. Il brano è tratto da un dvd in edicola nel marzo 2012 con L’Espresso).

Speciale Conferenza internazionale sulla decrescita 2012

Comments

  1. Pampurio says

    25 Gennaio 2016 at 21:33

    Pensiamo anche a produrre martelli, con 100 miliardi di chiodi da piantare, basta un poco di pubblicità per persuadere tutti che piantare chiodi è bello ed è fatta
    È il mercato bellezza!

    Rispondi

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