Erano appena passate le quattro del pomeriggio di mercoledì 16 luglio, quando Ahed, Zakariya, Mohammad e Ismail Bakr, fratelli e cugini della stessa famiglia Bakr, compresi fra i nove e gli undici anni sono stati uccisi da un colpo di artiglieria della marina militare israeliana. Nessun avvertimento, le immagini hanno mostrato al mondo intero che il tiro era deliberatamente rivolto a dei bambini che giocavano a pallone sulla spiaggia di Gaza City. Quei bambini non avevano rispettato la legge del terrore, anzi avevano osato sfidarlo con irriverenza e irrefrenabile desiderio di libertà e di allegria. Intervistato dalla Bbc, il presidente uscente dello Stato di Israele, Shimon Peres, si è detto «profondamente dispiaciuto» per le giovani vittime, la cui morte – ha detto – è stata conseguenza di un incidente. Le autorità israeliane hanno fatto sapere di aver avviato un’inchiesta per capire la dinamica dei fatti
di Patrizia Cecconi
Vietato giocare a pallone sulla spiaggia di Gaza.
Mentre i bambini israeliani hanno una grande paura per i razzi gazawi che chiedono di rompere l’assedio illegale, i bambini di Gaza se ne infischiano dei missili che cadono sulle loro case e vanno a giocare a pallone al mare.
Il mare, le onde, la libertà. Sono intrepidi questi bambini. Ma anche irriverenti e indisponenti: non rispettano la legge del terrore. Quella imposta dai loro assedianti.
Sulla spiaggia non ci sono case, ospedali, orfanotrofi da bombardare, e loro se la godono lontani dalle bombe. Si divertono respirando l’aria del mare, riempiendo i loro polmoni di illusoria libertà.
Un pallone, le onde, l’aria salmastra. E magari urlano e ridono. Perché sono così i bambini di Gaza. Belli, irriverenti, malati di libertà soppressa, amanti della libertà liberata. E tra un’esplosione e l’altra sono capaci di ridere un minuto prima e un minuto dopo aver tremato.
Sulla spiaggia di Gaza ieri erano una squadretta che giocava a calcetto. Non c’erano case da abbattere, perciò non c’erano droni, né aerei da bombardamento forniti dall’Italia, o da altri paesi amici di Israele, pronti a bombardarli. E così giocavano. Liberi. Ma Gaza è una prigione circondata da demoni, detti anche criminali di guerra che la chiudono dal cielo, dalla terra e dal mare.

Infine qualcun altro ha scritto in Italiano che i bambini sono morti perché la marina israeliana esegue ordini criminali e i potenti del mondo glielo lasciano fare. Questa non è un’opinione, è un fatto.

Dormite bambini, la vostra partita è finita, ma arriveranno i vostri fratelli e poi i loro amici e poi i loro cugini e poi…. un giorno la spiaggia porterà il vostro nome: Ahed, Ismail, Montaser, Mohammad. E correranno, e rideranno, e la loro libertà sarà la vostra più bella vendetta.
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