Una pedalata in solitario, 1.200 chilometri in bici per i “Fantasmi di Portopalo” per chiedere il recupero del relitto F-174, affondato a Natale del 1996 con circa trecento migranti a bordo. E’ la nuova sfida di Gaia Ferrara, trentatre anni, cagliaritana di nascita, romana di adozione, ciclista per passione e anche per devozione, con alle spalle sei esperienze di pellegrinaggi sulle due ruote. L’idea della giovane sportiva è quella di percorrere in bicicletta 1.200 chilometri con partenza il 2 agosto da San Severo in Puglia e arrivo a Portopalo il 23 agosto dopo un giro in ventitre tappe lungo le coste italiane, dalla Puglia, alla Basilicata, alla Calabria, fino all’estrema punta sudorientale della Sicilia a Portopalo. Un percorso nei luoghi simbolo degli sbarchi dei gommoni e dei barconi che si sono avvicendati sin dagli anni Novanta, dove si trovano centri di accoglienza ancora attivi o chiusi, comunità di immigrati, testimoni diretti dei flussi di migranti e rifugiati.
1200 chilometri in bici per i “Fantasmi di Portopalo” è un progetto promosso dall’associazione “Viandando” in collaborazione con “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. Il progetto prevede la raccolta di firme di una petizione, primi firmatari Giovanni Maria Bellu, Luigi Ciotti, Carlo Lucarelli, Dario Fo, Christopher Hein, Piero Soldini, Carlotta Sami, Filippo Miraglia, don Marcello Cozzi, don Pino de Masi da sottoporre alle istituzioni europee, per il recupero del relitto della nave F-174, affondata a Natale del 1996 con circa trecento migranti a bordo. Uno dei più gravi naufragi nel Mar Mediterraneo dal secondo dopoguerra ad oggi. Il gravissimo incidente è stato documentato nel 2001 da un’inchiesta del giornalista Giovanni Maria Bellu. Nessuna iniziativa fu mai intrapresa per il recupero del relitto e del suo carico. A diciassette anni da quel naufragio vogliamo mobilitare quante più forze possibili per far si che i corpi ancora in fondo al mare siano recuperati.
“Ci sono 300 corpi, 283 per l’esattezza – ha commentato Gaia Ferrara – che giacciono da diciassette anni in fondo al mare senza vita, e senza sepoltura, nelle acque del Canale di Sicilia a largo di Portopalo. Vittime di una tragedia del mare che si è consumata la notte di Natale del 1996. Erano migrantiasiatici, provenienti dal Pakistan, dallo Sri Lanka e dall’India in cerca di un futuro migliore, che volevano approdare sulle nostre coste ma non ce l’hanno fatta, ieri come oggi. Di loro, non resta che un vago ricordo di alcuni e l’indifferenza di molti. Ma c’è chi non si rassegna e dopo aver appreso della loro sorte, solo di recente, in occasione della strage di Lampedusa del 3 ottobre scorso, in cui sono deceduti 366 immigrati, ha deciso di fare qualcosa per non lasciarli lì a imperitura memoria. Fare qualcosa per dar loro una sepoltura e un volto”.
L’iniziativa, denominata “Rambling for migrants”, oltre alla raccolta delle firme prevede iniziative, incontri con le associazioni, istituzioni e comunità locali sui temi dell’integrazione e delle migrazioni. Il viaggio, le tappe, le iniziative e la petizione on line sul sito www.viandando.eu/main e su facebook (pagina: “1200 Km in bici per i Fantasmi di Portopalo“) con i racconti e le foto che documentano l’iniziativa. Il tragitto avrà, tra le tappe principali, il passaggio nei campi estivi di volontariato di Libera: “E!State Liberi”.
Fonte: Libera.it
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