Le piccole botteghe di artigianato locale e del mondo, la fattoria sociale, gli orti bio, le casette delle api, il frantoio, il laboratorio per le conserve, gli spostamenti con l’asino e, soprattutto, il gesto antico dell’ospitalità. A Riace, dicono che questo è il tempo per resistere al vento del profitto immaginando bizzarri borghi

Soffia il vento inquinato dell’egoismo, porta con sé il delirio del profitto che conta più della vita, più della salute pubblica. Quale futuro ci attende? Quale economia possibile?
Mi sono immaginato per Riace (in parte esiste) il villaggio delle stelle, così soprannominato perché intende ridurre l’illuminazione pubblica, con il doppio scopo di ottenere un risparmio energetico ed economico e la possibilità di reinvestirlo a salvaguardia dello stato sociale, senza lasciare al buio le persone che vivono nell’indigenza.
All’interno del borgo si provvederà agli spostamenti utilizzando i carretti di legno e gli asini. Con ciò si eviterà l’inquinamento atmosferico. Le attività produttive, organizzate in piccole botteghe, terranno viva una tradizione grazie al lavoro, all’interesse per il prodotto, al suo utilizzo sociale prima che privato.

Centro ideale del villaggio sarà il parco Sara che dall’antica porta dell’acqua si estende fino alle fontane sorgive, lungo il percorso delle portatrici d’acqua. Nel mezzo la fattoria sociale, con gli orti biologici, i ricoveri per gli animali, i pollai, le stalle, le casette per le api.
Ogni attività è ispirata direttamente dagli elementi del paesaggio tipici della macchia mediterranea: gli ulivi, il grano, la vite, gli agrumi, i fichi d’India. Il frantoio oleario, il laboratorio per le conserve alimentari, il laboratorio per il liquore al finocchietto selvatico e fichi d’india. I tessuti di ginestra e di lana dalla raccolta alla trasformazione con la filatura, la tintura, la tessitura, il ricamo.
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A partire dalla materia più povera, il lavoro riscopre la tradizione che include l’ospitalità come segno distintivo connaturato alle comunità calabresi.
Il vetro, la ceramica, il legno, l'”artigianato etnico”.
Il villaggio globale è lo scenario attraverso cui sopravvivere la speranza per costruire la “polis” della solidarietà, della fraternità, dell’uguaglianza sociale, degli orizzonti come confini.
Ma quest’estate di potrà venire e dare un aiuto?
Riace resta un punto di riferimento per molti… e sempre un luogo di tutti. Al momento però non si sa come evolverà la situazione. Conviene seguire le pagine Facebook della Fondazione E’ stato il vento e le varie pagine amiche di Riace come Riace paese dell’accoglienza, Io sto con Riace…
Un luogo dove ritrovarsi, dove il tempo si è fermato ma non si è mai fermato recuperando una cultura antica ed eterna per la nostra armonia della vita.
Spero di venire a trovarvi appena possibile. ♥️
Appena si potrà sarà un mio progetto per approdare nella vostra bellissima terra. Grazie di esistere❤️
benissimo comprendere.
Il limite siamo noi qui,vedendo il campo altrui senza diventare rivali ma costruendo insieme gli steccati per evitare esborsi,trasbordi che inseguono Ulisse che torna da Itaca.
Possibile ?
tempo al tempo e seguire del tempo gli eventi che noi possiamo seguire.
Questo ci insegna la conoscenza con la scienza che diviene coscienza quando lo, dimostri raggiungendo del tuo termine il tempo, senza che il dolore del mondo lo ricordi a chi di questo non ne sa sopportare le conseguenze.
sop-portare : unire l’endiadi per spiegarlo è il compito che il giusto sentire restituisce a noi con gli altri in “comune”.la città di dio è in questa rincorsa nell’orizzonte di ognuno.
L’avvocatura è un carro che porta avanti la storia ed in questa ciascuno può esistere: avvocato del giusto processo .
Lavori-amo per questo ,punto per punto,giorno dopo giorno.
“a dà finì la nottata ” diceva Napoli viva alle falde dello “sterminator
Vesevo”.V
Grazie di esistere!