In cammino verso la Pace
Quando si ascoltano i bambini che lavorano insieme le parole piccole si fanno grandi. Allora diventa possibile immaginare un mondo nuovo, disobbedire alla guerra e fare la pace.
“E se invece di ammazzare – chiede il soldatino del Pim Pum Pà – mi provassi a rovesciare?” “Rovesciare? È un’idea originale di colpire senza far male!”.
Oggi, dentro gli schermi delle televisioni, i bambini guardano con occhi attenti il mondo lacerato da violenze e conflitti. Ci pongono domande difficili, attendono risposte chiare.
Come possiamo affrontare insieme a loro temi complessi: la guerra, la povertà, le migrazioni, i diritti violati, partendo dalle singole esperienze? Come individuare strumenti utili, trovare soluzioni positive ai conflitti, costruire relazioni serene?
Anche se la Pace assomiglia a un miraggio nel deserto, che appare per invitarci a raggiungerlo e scompare appena ci sembra di essere arrivati, occorre mettersi in viaggio alla sua ricerca, a partire dalla vita quotidiana di ciascun bambino. Con attenzione, come sempre, più al cammino che alla meta.
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Cartoline e giocattoli di pace
Per questo nella primaria dove lavoro, all’inizio dell’anno scolastico, abbiamo intrapreso un percorso di riflessione sui temi dei conflitti nel mondo, durante il quale gli alunni avevano inviato molte “cartoline di pace”, illustrate con pensieri e disegni, a coetanei vittime di guerre in varie zone del pianeta, affidandole ad alcune Ong impegnate in Palestina, Ucraina, Afghanistan, Iran, Iraq, Libia, Siria, Sud Sudan, Nigeria, Somalia, Pakistan. I messaggi colorati delle Coccinelle di classe 3^ erano giunte felicemente ai piccoli palestinesi della striscia di Gaza grazie a Barbara Archetti, volontaria dell’associazione “Vento di Terra” di Milano, al fine di aiutarli a superare il dolore e ad immaginare una vita dignitosa dopo i bombardamenti che avevano distrutto la loro scuola.
Ora il nostro cammino è ripreso dalla bellissima idea lanciata da Roberto Papetti il 1° marzo, alla “Casa delle Arti e del Gioco” di Drizzona, nella giornata in ricordo di Mario Lodi. Nel periodo della guerra in Iraq l’amico giocattolaio, colpito dal modo in cui i bambini percepivano le immagini dei bombardamenti sulle città, aveva deciso di costruire una mostra sui giocattoli di Pace. Un’iniziativa inedita per pensare alla tragicità della guerra attraverso la leggerezza scanzonata del gioco. Infatti, i suoi giocattoli straordinari: la “spada volpale”, “l’archibugio cerbottana spaziale”, il “deserto che avanza”, “il fucile sparamaccheroni” o “i soldati innamorati”, nelle mani dei bambini suscitano sempre gioia e buoni pensieri.
Chi sta salvando il mondo?
Il nostro laboratorio di riflessione e manualità creativa per pensare e giocare la Pace è iniziato con la lettura della poesia I Giusti di Jorge Luis Borges:
Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
L’analisi del testo ha fatto comprendere ai bambini che chiunque può essere portatore di Pace: lo è la persona comune che fa il proprio dovere, chi nel dialogo sa accogliere le diversità, chi lavora con se stesso per rendersi degno degli altri. Ho invitato quindi ciascun bambino a creare il proprio personaggio pacifico utilizzando la sagoma di cartoncino allegata e a caratterizzarla con colori e segni personali. Infine a posizionarla in gruppo accanto alle sagome dei compagni, per riflettere insieme sulle relazioni che nascono a seconda delle posizioni scelte (classe, compagnia, insieme, coro, orchestra, cerchio, gruppo, combriccola, squadra, assemblea, comunità…).
Le parole dei bambini
Dalla conversazione sulle esperienze dirette vissute da ciascuno e sull’innata capacità infantile di negoziazione, i bambini hanno scritto una breve frase individuale seguendo l’esempio della poesia di Borges.
Ne è scaturita la seguente struttura compositiva collettiva:
Chi gioca a nascondino e a zombiecaramella senza escludere nessuno.
Chi accarezza un gattino e si prende cura di un coniglio.
Chi usa parole buone e gentili.
Una bambina che è contenta di quello che ha.
Chi separa i rifiuti e non spreca il pane.
Due bambini che prendono la legna e preparano la colazione per mamma e papà.
Chi è felice di suonare il cajon in un’orchestra sgangherata.
Chi scambia le figurine con lealtà e, qualche volta, regala le doppie a un amico.
Chi porta a passeggio la sua cagnolina di mattina presto.
Un bambino amico degli alberi e del fiume.
Chi scava buche e gallerie nella terra lasciando in pace i lombrichi.
Chi costruisce un librino con le sue mani e ci scrive i segreti.
Chi accetta i bambini diversi da sé.
Una bambina contenta che sulla terra ci sia la musica per cantare canzoni inventate.
Chi a primavera pianta i semi di ravanello e nasturzio nei vasetti e poi aspetta con un po’ di pazienza.
Chi è felice di conoscere i libri di Mario Lodi, le filastrocche di Gianni Rodari, le lumache di Gianfranco Zavalloni, i giocattoli di Roberto Papetti e i disegni di Emanuela Bussolati.
Questi bambini, che si conoscono, stanno salvando il mondo.
I Pacifici a scuola e in città
Con entusiasmo crescente e di comune accordo si è deciso, infine, di ambientare i Pacifici dentro la scuola e in alcuni luoghi della città, scelti dai bambini perché frequentati o teatro di conflitti in epoche passate. La documentazione fotografica racconta i nostri passi e le soste, con lentezza e bagagli leggeri, tra le vie di Soave:
- A Porta Verona, l’ingresso principale della città murata. Nel medioevo era un passaggio di guerra, oggi la porta è aperta alla pace.
- In piazza Mercato dei Grani, dove un tempo si teneva lo scambio delle granaglie. Oggi è la piazzetta dove s’ incontrano gli amici.
- Nel cuore della città, ai piedi del palazzo di Giustizia costruito nel 1375 da Cansignorio della Scala.
- Al castello, sul ponte levatoio di Porta San Giorgio. “Com’è bella la pace!”.
- In cortile, in un momento di gioco spontaneo, le sagome dei bambini pacifici pedalano sulla bicicletta della maestra!
I Pacifici in cammino
A tutti coloro ai quali sta a cuore la crescita felice dei bambini, noi insegnanti, genitori ed educatori della Rete di cooperazione educativa “C’è speranza se accade @” lanciamo la proposta di aggiungersi con questo progetto alla Carovana dei Pacifici, che avrà la sua prima tappa a Bastia Umbra, sabato 24 e domenica 25 ottobre, durante il V convegno nazionale dal titolo: L’Educazione prende corpo. Imparare in tutti i sensi. Invitiamo ad unirsi a noi nel cammino chi intende attivare esperienze dirette, volte a promuovere nei bambini le abilità sociali, nonché percorsi differenziati di conoscenza e accoglienza, a partire da se stessi, dalle singole scuole dei piccoli paesi e delle città, attraverso la realizzazione di buone pratiche educative.
Desideriamo trasmettere un segno sempre più vivo del lavoro che si fa nelle scuole sui temi della cittadinanza attiva e dell’inclusione. In questa cornice il laboratorio descritto intende porsi come un piccolo esempio, per fare sì che la cultura della Pace cresca e si diffonda, con semplicità e mitezza, sapendo di un cammino comune.
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