Da alcuni anni, i giganti della tecnologia digitale e le piattaforme di vendita online (Google, Facebook, Amazon, Microsoft…) hanno messo le mani sul cibo. Un pugno di grandi aziende agroalimentari controllano ormai più della metà del mercato globale in ogni anello della catena. Intanto i piccoli contadini non smettono di elaborare una propria continua riflessione, partendo dal fatto indiscutibile che gran parte delle emissioni di gas serra è causata dal loro nemico mortale, l’Agrobusiness, ora nutrito da Bill Gates, Mark Zuckerberg ed Elon Musk, sempre più innamorati del cibo sintetico. Verso le proteste del G20 di Firenze e di Cop26 di Glasgow. Un articolo di Antonio Lupo, medico, da molti anni al fianco dei Sem terra e del movimento La Via Campesina, a cui aderiscono oltre duecento milioni di contadini di tutto il mondo
Dal 1° dicembre 2020 l’Italia detiene la presidenza del G20, il foro internazionale che riunisce le principali economie del mondo. La presidenza culminerà nel Vertice dei Leader G20, che si terrà a Roma il 30-31 ottobre. Il fittissimo calendario di incontri si sta articolando da mesi intorno al trinomio People, Planet, Prosperity. Su g20.org, tra l’altro, si legge: ”Dobbiamo prenderci cura del pianeta e delle persone, assicurando una forte ripresa economica che sia al contempo inclusiva e sostenibile”.
Si sono già svolte in Italia numerose riunioni G20 sui vari temi, tra le più recenti quella su Clima e Ambiente a Napoli e sulla Salute a Roma. Il 17 e 18 settembre Firenze ospiterà la Riunione G20 dei ministri dell’Agricoltura. Il giorno precedente si terrà anche l’Open Forum sull’Agricoltura Sostenibile. Queste due riunioni vogliono anche contribuire al prossimo Unfss, il Vertice delle Nazioni Unite sul Sistema Alimentare, che avrà luogo a New York nel settembre 2021, e alla Cop26, la Conferenza sul Clima di Novembre a Glasgow, che sarà copresieduta dall’Italia.
Sono i “dialoghi” tra i venti padroni del mondo, ospitati da Draghi, anche se alcuni di loro si considerano nemici mortali, vedi ad esempio le ultime dichiarazioni del presidente Usa Biden nei confronti della Cina.
Da questa marea di incontri finora non è uscito praticamente nulla. Occorre invece nutrire speranza nelle iniziative che i movimenti contadini promuoveranno dal 16 al 18 settembre: il 16 a Mondeggi si svolgerà un’assemblea sulle Legge per l’Agricoltura Contadina, già approvata dalla Camera; il 17 ci sarà la Marcia per la Terra Firenze-Mondeggi e il 18 un’Assemblea dei Movimenti, sempre a Mondeggi, la Fattoria senza Padroni.
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Vorrei fare una piccola riflessione, a partire da quello che ho imparato nel mio quasi ventennale impegno con il Movimento Sem Terra-MST del Brasile (circa due milioni di contadini) e con il grande movimento di Via Campesina internazionale, circa duecento milioni di piccoli contadini.
Sin dal 2003, nei lunghi periodi vissuti nei loro accampamenti, abbiamo sentito i Sem Terra definire l’agrobusiness in un modo straordinariamente significativo e incisivo: “Agricoltura senza contadini, petrolifera-mineraria”.
L’MST ha ottenuto indubbiamente notevoli vittorie (gli sono state assegnate, dai vari governi, terre per un’estensione pari circa a un quinto dell’Italia), ottenute con continue lotte di massa e pagando il prezzo di numerosi morti e feriti. Ma purtroppo l’agrobusiness ha vinto ben di più, con l’espulsione dai campi di decine e decine di migliaia di contadini nelle favelas brasiliane (il Brasile dieci anni fa aveva ancora il 16 per cento di contadini, l’Argentina solo il 2-3 per cento), e il continuo aumento delle aree controllate e coltivate a monocultura, in primis l’aumento enorme delle monoculture di soia, esportata per gli allevamenti intensivi di Cina e Ue, una soia ormai tutta Ogm.
Il MST è stato ed è certamente uno dei movimenti contadini più importanti nella vita di Via Campesina dell’America Latina e di Via Campesina Internazionale, forse il più grande movimento mondiale esistente. Nell’evidenziarsi del caos climatico a livello mondiale e delle disastrose conseguenze, anche per loro, i piccoli contadini hanno elaborato una continua riflessione, partendo dal fatto indiscutibile che una grande parte delle emissioni di gas serra era causata proprio dal loro nemico mortale, l’Agrobusiness, con la sua agricoltura industriale, sviluppatasi dal 1960 con la Rivoluzione Verde capitalista. La loro parola d’ordine era “Riforma Agraria – Sovranità Alimentare”, ma, nel Congresso MST del 2014 a Brasilia, è diventata “Riforma Agraria Popolare”, partendo dall’analisi che non ci poteva essere pareggio con l’Agrobusiness (che vuole tutta la terra per se e ridurre il numero dei contadini in tutto il mondo fino al 3 per cento della popolazione) e che i contadini da soli non potevano vincere né resistere senza fare un’Alleanza con i Cittadini.
I dati Fao dicevano che i piccoli contadini nutrivano il 70 per cento della popolazione mondiale coltivando solo il 30 per cento delle terre totali (e quindi l’Agrobusiness nutriva solo il 30 per cento con il 70 per cento di possesso delle terre coltivate) e che i dati sulle emissioni di gas serra causate dalla produzione e consumo di cibo industriale (deforestazione, colture e allevamenti, trasporti, lavorazione industriale, refrigerazione ecc) variavano, secondo le varie fonti, dal 30 per cento al 50 per cento del totale. Partendo da questi dati, Via Campesina internazionale si è presentata in forze a Parigi nel 2015 per la Conferenza sul Clima, COP 21, con un deciso“No” alle false soluzioni (OGM, Agrocombustibili, Agricoltura Climaticamente Intelligente), rilanciando la soluzione: Agricoltura contadina e agroecologia. La sintesi era un magnifico slogan: “I piccoli contadini possono nutrire il mondo e l’Agricoltura Contadina raffredda il Pianeta.
Purtroppo si può dire, con un eufemismo, che non sono stati ascoltati. Il recentissimo rapporto dell’IPCC, con le sue prospettive catastrofiche, ha evidenziato il fallimento di quella COP 21, ma anche delle successive, la Cop 22 di Marrakech, la Cop 23 di Bonn, la Cop 24 di Katovice , la Cop 25 di Madrid-2019. Nel 2020, per la pandemia Covid 19, si è rimandata la COP 26 di Glasgow, che si dovrebbe svolgere a novembre di quest’anno, preceduta da una PreCop 26 a Milano il 30 Settembre 2021. Molte organizzazioni internazionali hanno chiesto un rinvio per le difficoltà di arrivare a Glasgow, con troppe regole diverse per viaggiare e tanti vaccini non riconosciuti e boicottati dalle lobby Big Pharma e dai governi che a loro obbediscono.
In questi ultimi dieci anni i veri padroni del mondo sono sempre meno e non abbastanza conosciuti, dall’industria militare alle finanziarie che controllano l’informatica e la genetica, ormai strettamente accoppiatele. Da alcuni anni, i giganti della tecnologia digitale e le piattaforme di vendita online (come Google, Facebook, Amazon, Microsoft, ecc.) sono entrati nell’agroalimentare e quattro o cinque grandi aziende agroalimentari controllano più della metà del mercato globale in ogni anello di quella catena industriale.
Già nel febbraio 2010, di fronte al caos climatico e al continuo aumento delle emissioni gas serra, uno di questi padroni, il filantropo Bill Gates, proponeva quattro soluzioni.
La prima era “Il mondo ha oggi 6,8 miliardi di abitanti. Ci dirigiamo verso i 9 miliardi. Se facciamo un buon lavoro con i nuovi vaccini, la sanità, la salute riproduttiva, possiamo diminuirlo forse del 10, 15 per cento, ma qui registriamo un aumento circa il 30 per cento”. Non capisco la sua logica, ma Gates prospettava che, pur con i miracolosi vaccini, si dovevano far fuori (od “espellere” come commentò Saskia Sassen nel suo libro Espulsioni) un miliardo di persone. Io penso che Gates avesse in testa di far fuori e/o espellere i 650 milioni di piccoli contadini indiani, che voleva nutrire con il GoldenRice Ogm, il cui fallimento ci viene sempre ricordato dalla meravigliosa Vandana Shiva. E insieme a loro, anche le centinaia di milioni di contadini africani, che voleva espellere dai campi e confinare nelle bidonville, sostituendoli con coltivazioni Ogm, tramite la sua creatura Alliance for a Green Revolution in Africa (Agra) finanziata dalla Gates Foundation, la cui presidente, l’ex ministro dell’agricoltura ruandese Agnes Kalibata, ha presieduto il pre-Summit del Vertice Mondiale sui Sistemi Alimentari svoltosi a Roma, dal 19 al 21 luglio 2021.
Altri due padroni del mondo sono Zuckerberg, proprietario di Facebook, e Elon Musk, il milionario fondatore di Tesla e SpaceX. Si sono spesso scontrati tra loro sul ruolo futuro dell’Intelligenza Artificiale; Zuckerberg ha detto di essere molto ottimista in merito all’IA: «Non riesco a capire le persone che disegnano questi scenari apocalittici». Elon Musk, infatti, da anni mette in guardia contro le possibili derive negative e belligeranti di macchine sempre più avanzate, delle quali potremmo un giorno perdere il controllo, ed è convinto che il progresso dei robot condannerà l’uomo a divenire un essere irrilevante, o nella migliore delle ipotesi alla stregua di un animale domestico per gli androidi. Per lui l’unica via d’uscita è farsi cyborg, fondersi con le macchine per non restare indietro. Per questo motivo Musk sta lavorando a interfacce che permettano al cervello umano di comunicare direttamente con i computer, lasciando che la sfera digitale affianchi sempre di più quella biologica. Nel tempo, secondo Musk, assisteremo a una sempre maggiore simbiosi tra intelligenza artificiale e biologica, e solo così risolveremo i problemi del controllo di macchine potenzialmente pericolose e anche dell’utilità dell’uomo in contesti sempre più automatizzati. Già lo scorso anno Elon Musk aveva ipotizzato la possibilità di ricorrere, in futuro, a impianti cerebrali capaci di accelerare l’intelligenza umana, per restare al passo con quella delle macchine. Il risultato di questa sua preoccupazione è stato la recente presentazione il 20 agosto 2021 sul palco dell’evento AI Day dedicato agli sforzi di Tesla nell’intelligenza artificiale di un robot umanoide: si chiama Tesla Bot e sarà pronto per la presentazione in forma di prototipo il prossimo 2022. Sarà capace di sollevare da terra fino a 68 chilogrammi e trasportarne 20. Il Tesla Bot sarà “amichevole” e avrà “profonde implicazioni per l’economia, che si basa sul lavoro”, ha aggiunto. Durante l’evento Musk ha infine parlato della necessità di fornire un reddito universale a coloro che perderanno il loro lavoro quando i robot prenderanno il sopravvento: “In futuro, il lavoro fisico sarà una scelta”, ha concluso. Tutti gli abitanti del mondo non lavoreranno, chiusi in casa a consumare, con i soldi regalati: questo è il progetto dei nuovi “Grande Fratello”.
È facile pensare che questi robot umanoidi daranno una mano al progetto di Gates di eliminare i piccoli contadini, in nome dell’agricoltura di precisione, quella 4.0, sostenibile e via discorrendo. Il tutto mentre si sta arrivando al cibo sintetico, ad esempio il burger impossibile, un burger 100 per cento vegano e vegetale, a base di proteine di grano e soia, olio di cocco e vitamine, creato in laboratorio da cellule staminali prelevate dal muscolo di un bovino, con ricerche che sono state finanziate proprio da Bill Gates. Secondo gli innovatori-creatori risolverà ogni genere di problema: dalla fame nel mondo, allo sfruttamento degli animali, all’inquinamento, al costo del cibo di qualità, ai problemi di salute legati a ciò che mettiamo nel piatto.
Vandana Shiva ci ha ricordato di recente che
“L’Agricoltura Industriale non è un sistema alimentare, visto che non riesce a produrre cibo nutriente. È, al contrario, un sistema anti-alimentare, che immette sul mercato «prodotti alimentari» tossici, vuoti dal punto di vista nutrizionale e ad alta intensità chimica. Questa mercificazione del cibo non solo non nutre le persone, ma contribuisce alla fame, alla malnutrizione e alle malattie croniche in tutto il mondo. Ancora più grave è il fatto che, mentre il mondo è ancora in una situazione di pandemia, il sistema agroalimentare industriale che il Vertice intende portare avanti è uno dei fattori chiave nella generazione di epidemie”.
Su questo scenario sono certo che ragioneranno anche nell’Assemblea di Mondeggi, contadini e cittadini, perché sterilità significa morte e i peggiori killer siamo noi, non i batteri e virus che convivono, da sempre, con e dentro di noi o quelli che andiamo a stanare e/o facciamo proliferare e mutare negli allevamenti intensivi, con pesticidi e antibiotici.
Antonio Lupo, medico, fa parte del Comitato Amigos Sem Terra Italia
Vincenzo dice
Da Agronomo, combattente da sempre per Madre Terra, vorrei contribuire alla lotta “contadina” per il Glocal sostenibile !